Al Rossetti di Trieste ritorna con “Lucido” la prosa sensibile e intelligente di Rafael Spregelburd

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Bartoli, dal 28 gennaio al 2 febbraio 2020

 Il linguaggio, ancora di salvezza a disposizione dell’essere umano, strumento fondamentale per comprendere i mondi interni ed esterni a sé, può anche portarci a sprofondare negli abissi multiformi ideati dai fantasmi capricciosi che abitano la nostra mente.

In “Lucido” di Rafael Spregelburd i pensieri, i sentimenti e le emozioni dei quattro personaggi in scena si mescolano a quelli del pubblico grazie a un meccanismo drammaturgico sofisticato e complesso, un gioco labirintico nel quale lo spettatore si perde con piacere, per niente turbato dalla necessità di tentare, forse inutilmente, di trovare il bandolo della matassa di un senso irraggiungibile con gli arrugginiti strumenti della logica.

Ci si trova testimoni di una vicenda grottesca in cui realtà e sogno si mescolano confondendosi, mandando e ricevendo segnali che a volte sostengono, più spesso complicano la ricerca della “verità”.

Gli attori in scena si dimostrano ampiamente all’altezza di un testo non semplice da interpretare, poiché richiede loro di passare istantaneamente da un codice espressivo all’altro per tutta la durata della pièce.

Tetè (Rebecca Rossetti), la madre di Lucrezia (Agnese Mercati) e Luca (Federico Palumieri) deve affrontare una situazione irrisolvibile: la figlia rivuole indietro il rene a suo tempo “prestato” al fratello per darlo al marito, in dialisi.

Luca, in terapia da anni, sperimenta la pratica del “sogno lucido”, cercando di fare ordine nella propria vita attraverso il controllo sul personale e vivissimo mondo onirico; chi è in sala ha così l’opportunità di assistere a diversi scenari possibili all’interno di un’identica situazione: la cena di compleanno del giovane assieme alla madre e alla sorella in un locale, servito dallo stesso cameriere (Jurij Ferrini).

L’intreccio si svolge su un registro surreale, saturo di battute e con un ritmo pirotecnico, procedendo verso lo svelamento finale cui si giunge poco a poco, in modo impercettibile, segnato dal repentino e denso silenzio dello stesso pubblico che fino a un attimo prima aveva partecipato divertito alle dinamiche grottesche vissute dai personaggi in scena; il disegno sonoro e delle luci di Gian Andrea Francescutti asseconda e accompagna con efficacia e maestria quel che avviene in palcoscenico.

Come altri testi di Spregelburg, anche “Lucido” dimostra la padronanza sopraffina dell’autore argentino nel cogliere e amplificare le piccole crepe presenti nelle esistenze umane di una contemporaneità allo sbando, senza punti di riferimento stabili, costretta a vagare nel mondo ostile da noi stessi generato, ma dal quale ci si può salvare se si decide di accettare, e in qualche modo apprezzare, l’esistenza di un’unica, comune, condizione.

“Lucido” è un congegno a orologeria leggero in apparenza, ma in verità di grande impatto emozionale e umano: ridiamo e piangiamo delle fragilità che ci accomunano tutti, al di qua e al di là della quarta parete che in Sala Bartoli, l’accogliente Ridotto del Politeama Rossetti, qui come in altri casi risulta rarefatta, impalpabile, lieve.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Bartoli
dal 28 gennaio al 2 febbraio 2020
Lucido
di Rafael Spregelburd
traduzione Valentina Cattaneo e Roberto Rustioni
vincitore del Premio Ubu 2011 come nuovo testo straniero
regia Jurij Ferrini
con
Rebecca Rossetti (Tetè)
Agnese Mercati (Lucrezia)
Federico Palumeri (Luca)
Jurij Ferrini (Dario)
luci e suono Gian Andrea Francescutti
produzione Progetto U.R.T. con il sostegno di Regione Piemonte

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