La sublime coreografia del maestro MICHAVAN HOECKE ed il geniale talento di Denys GANIO ci fanno rivivere l’indimenticabile musica dei PINK FLOYD E la figura di BARRETT in ”SHINE”

Data:

Al Teatro Olimpico di Roma, dal 3 all’8 marzo 2020

Dopo l’enorme successo ottenuto con “L’ETOILES” per il galà della danza a fine gennaio all’Auditorium della Musica di viale DE COUBERTIN, l’intraprendente manager DANIELE CIPRIANI ci propone un’altra splendida iniziativa al teatro OLIMPICO dal 3 all’8 MARZO con la sua famosa musica poliedrica di virtuose note tra rock e classica, caratterizzò la seconda metà del XX SECOLO, periodo di formazione del coreografo e regista russo-belga MICHAVAN HOECKE che n’avvertì la forza emotiva nel suo animo palpitante e d’ideali. Eccolo allora voler ricreare quei tempi con il lavoro”shine pink floyd moon” partendo dal motivo: ”Shine on you crazy diamond” dedicato dai 4 musicisti sodali del complesso all’amico SYD ARRETI perdutosi nella triste e dispersiva patologia mentale dell’alzheimer. A renderci romanticamente,con profondo e malinconico rimpianto, quell’astro musicale è DENYS GANIO, già ETOILE del balletto di marsiglia e maestoso interprete nel 1973 del celebre ”Pink Floyd Ballet” di ROLAND PETIT con la colonna sonora pop live della formazione albionica. Del musicista d’oltre s’analizzano le due facce dello ieri e dell’oggi, come in un ”work in progress” con la comparazione ossimorica tra la classicità di GANIO e la modernità di MATTIA TORTORA, mentre il sound psichedelico e magicamente celestiale, le liriche seducenti, dei FLOYD è reso dal complesso cover “PINK FLOYD LEGEND” diretto da FABIO CASTALDI con una formidabile simbiosi culturale tra canto e danza con vocalist e ballerini sulle punte. La sinestesia scenica è totale ed incandescente con un perfetto gioco di luci e videoproiezioni che realizza una luna onirica, immaginaria, in cui troviamo l’alter ego di BARRETT, un pierrot crepuscolare che incantò A. SHONBERG, che possiamo rintracciare nel nostro fanciullino. In noi non v’è più la follia prodotta dal senno obliato, bensì l’irrazionale poesia dell’esistenza quale il vero poetico manzoniano. Nel suo procedere,il regista ci confessa con il cuore in mano, rintraccia il tempo circolare dei popoli primitivi, come quello della danza delle stelle e della rotazione della luna, delle stagioni,in una sorta continua di nascita-morte e risveglio.Tutto ciò in un legarsi di sogni emblematici che si tessono e disfanno,come la tela di Penelope ad Itaca.In “SHINE” non v’è solo il ricordo d’un epoca e band che fu, ma pure la speranza che la fantasmagorica immaginazione,illusione,possa vincere sul materialismo consumista e la sete di sfrenato guadagno ed imperialismo.Spettacolo dunque da non perdere dal 3 al 8 marzo al Teatro OLIMPICO DI PIAZZA GENTILE DA FABRIANO.

Susanna Donatelli

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