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VERONICA ROSSI

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Più di 300 scene (tutte rigorosamente vietate ai minori) girate in quasi vent’anni di straordinaria carriera. Veronica Rossi è una delle icone dell’erotismo italiano, una donna che con le sue forme e la sua eleganza talvolta spregiudicata ha saputo conquistare i pensieri di milioni di italiani. A lei – genovese di origini, una laurea in Ragioneria, tanti amori che hanno attraversato la sua vita – il sesso piace. Così, dai quanrant’anni in su, dopo qualche delusione cocente, ha deciso di farne il suo lavoro. A tempo pieno. Eppure, agli inizi, qualcuno l’aveva giudicata non adatta in questo mondo. I numeri invece le hanno dato ragione ed oggi Veronica si diverte e continua a divertire uomini e donne in cerca di un’evasione. Provocare fa parte del suo mestiere, essere sul set poi la esalta e le regala momenti di fervida eccitazione. Insomma, mai scelta fu più azzeccata. “Mi definisco una portatrice di piacere” racconta Veronica, cui piace essere inappuntabile nel quotidiano. Tacco e vestito corto, pazienza se troppo corto. “Prima di entrare nel mondo del porno ho fatto di tutto e di più: vetrinista, sceneggiatrice… Ce ne sarebbe da scrivere un libro”. E un libro, a onor del vero, è già in cantiere. La sua storia d’altronde è a metà fra la trasgressione e l’emancipazione, una scelta che le ha aperto un mondo nuovo ma non l’ha allontanata dal cinema e della tv “normale”, che pure restano suoi chiodi fissi.

Come mai a 40 anni entri nel mondo dell’hard?

Ho conosciuto un ragazzo che mi ha portato a vivere con lui questa esperienza. È stato bello ma traumatico, mi dissero che non ero adatta per questo mondo. Ma non mollai, determinata e sincera quale sono. Così, girai altre scene. Porno vero, senza finzioni: il set mi dava la possibilità di mettere in mostra la parte oscura ma bella di me stessa.

Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata.

Ho girato oltre 300 scene, fra Milano, l’Italia e di recente l’Ungheria dove tutto è più professionale, fin troppo, quasi maniacale. In Italia invece siamo ancora troppo approssimativi e amatoriali, ecco perché fra qualche anno mi piacerebbe diventare la prima regista hard donna, lavorando con modi e tempi professionali come accade all’estero. Il mio ricordo dell’Ungheria è questo: 5 ore di foto prima di mettersi a girare il video. Ero ko ancor prima di iniziare…

Questo mondo ti ha permesso di spaziare.

Ho messo in mostra tutti i lati della mia sessualità, senza precludermi nulla. È stato bello e divertente, peccato solo che alcuni miei film non sono ancora riusciti a vederli!

Non solo luci rosse…

Proprio così: in tv sono stata al Gioco delle Coppie condotto da Corrado Tedeschi, ricordo ancora che vinsi 3 milioni… Nel 2014 sono stata a Forum, quindi al programma Vizi Privati nei panni della “porno-comica”, ironizzando sul mio corpo e sulla mia sensualità. Ma sono anche stata intervistata da Rete Brescia…

Insomma, un lungo curriculum.

E, prima ancora, nasco come attrice, tanto da esser registrata al Ministero dello Spettacolo. Da giovane ho fatto alcune comparse in fiction, più di recente ho avuto un ruolo di comparsa nel film “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti.

Però, Veronica Rossi è conosciuta per il suo presente (e passato) nel cinema a luci rosse.

Non è un problema questo, anche perché per me il porno è dare felicità e piacere. Dico di più: attraverso il mondo del porno, mi conquisto il diritto a rimanere per sempre, qualcosa di me resterà nel futuro. L’hard è eterno, non svanirà mai, e io continuerò a far parte di questo mondo. Questo mi spinge a mettermi continuamente in gioco. E poi l’hard è vita reale.

Abbiamo detto: ti piacerebbe anche stare dall’altra parte della cinepresa.

Proprio così: vorrei diventare regista e girare scene sullo stile degli anni Sessanta, unendo la sensualità alla sessualità. Potrebbe essere un ottimo mix…

Hai un passato anche da doppiatrice…

Sì! Con la mia voce ho girate alcuni pellicole XXX girate in America. Che dire… mi sono divertita!

Lasciamo il set: che donna sei nel quotidiano?

Avrei voluto essere ciò che sono, ce l’ho fatta a fatica per via della mia bassa autostima. Diciamo che sono soddisfatta al 70% di quel che ho fatto, per quello non ho intenzione di fermarmi per nulla al mondo.

Nella tua vita quanto è stato importante l’amore?

Moltissimo: ho amato molto, quando in realtà avrei dovuto credere molto di più in me stessa. Purtroppo questa fiducia nell’altro mi ha un po’ spenta. Oggi invece ho un maggior contatto con la vita quotidiana, sono più disillusa, più materialista. Purtroppo dovevo capire prima le mie capacità, avrei seguito una strada più confacente al mio erotismo.

Qualche rimpianto?

Non direi. Ho amato uomini e donne, sono stata una femminista sfegatata, ho sentito una chimica particolare in certi rapporti. Poi, ad un certo punto, ho deciso di mettere davanti la mia libertà. Anche la scelta di abitare quasi sempre da sola è andata in questa direzione.

Guardiamo al futuro: cosa ci aspettiamo?

Innanzitutto mi piace riguardare al passato, vedere i tanti traguardi raggiunti. Penso anche agli spettacoli di burlesque che ho realizzato o alla mia partecipazione al programma Wild Girls. Di cose ne ho fatte, eccome. Però esprimerei il desiderio di diventare regista di porno o di cortometraggi normali. Porterei la mia esperienza decennale, cosa volere di meglio?

Luca Fina

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