SARA DI STEFANO, QUANDO I SOCIAL DIVENTANO VETRINA DI SE STESSI

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La comunicazione ha invaso tutta la sua quotidianità. Fra due esami conseguirà una laurea in Comunicazione, Innovazione e Multimedialità all’Università di Pavia, nel frattempo lavora per un’agenzia di Milano (BCube) come social media manager e per un’agenzia italiana con sede in Estonia (Viva Digital) come commerciale. Nel tempo libero si dedica alla fotografia, raccontandosi a suon di scatti che hanno conquistato il popolo di Instagram. Perché qui sta il punto. Senza bisogno di scoprirsi o di esagerare, Sara Di Stefano ha raggiunto una popolarità sui social che forse nemmeno lei si aspettava. Quasi 80mila persone la seguono, in attesa di un suo post, di uno scorcio raccontato in modo inedito, di un selfie che trasuda femminilità senza perdere di vista l’eleganza. A soli 22 anni, ha saputo stregare il web raccontandosi con simpatia ed energia. “Ho sempre visto i social network come una finestra sul mondo, capaci di regalare tantissime opportunità di esperienza sociale e lavorativa se sfruttati nel migliore dei modi – racconta Sara – Credo che ciò che posto sui social vada ad influenzare parte dei miei followers, quindi forse posso considerarmi un influencer, anche se questo termine ha un’accezione troppo negativa per poterlo usare liberamente con orgoglio”.

Che messaggio vuoi raccontare attraverso i social?

Ho sempre cercato di farmi portatrice di un ideale di libertà e uguaglianza, veicolando il messaggio del “vivi e lascia vivere, nel rispetto di te stesso e degli altri”. Quel che mi piace e non mi piace dei social è alla fine la stessa cosa: la possibilità di tutti di parlare con tutti. Il fatto che ci si possa conoscere e scambiare esperienze e conoscenze personali attraverso una chat, in maniera quasi istantanea, è ciò che ha reso le nuove generazioni così veloci ad imparare, mantenendo comunque una buona empatia per il prossimo. Il lato negativo è che, come i messaggi positivi vengono trasmessi in fretta, la stessa cosa viene fatta con quelli negativi. Questo può influenzare tante persone a fare o a farsi del male.

Come inizia la tua empatia con la fotografia?

Ho iniziato a scattare appena compiuti i 18 anni. Quindi ora sono 4 anni che poso come modella. Mi ha fatta crescere, portandomi a conoscere molte persone diverse e le realtà più disparate. Ma ciò che apprezzo di più della fotografia è la normalizzazione del corpo umano, sia maschile che femminile, visto come un’opera d’arte e non solo come un mero oggetto di desiderio sessuale.

Eppure, il tuo percorso man mano è esploso…

La mia carriera lavorativa ora è distaccata dal mondo della fotografia, ma legata più che mai a quello dei social. I social costituiscono gran parte della mia giornata, sia del mio tempo libero che di quello lavorativo: difatti gestisco i profili social di diversi brand famosi a livello italiano e mondiale. Tutto è iniziato da un semplice profilo instagram…

E poi si è sviluppato in modo davvero speciale.

Mi sono sempre buttata in ogni ambito in cui sapevo potessi dare il meglio e che potesse effettivamente farmi crescere. Per questo ho svolto la mia prima esperienza lavorativa in Estonia, a Tallinn, dove ho vissuto per 7 mesi lavorando per un’agenzia di digital marketing. Lontano da tutti, in una città sconosciuta e non mainstream. Lì ho imparato che c’è sempre un’alterativa valida per poter andare avanti.

Eppure le tue collaborazioni fotografiche hanno contribuito a farti conoscere…

Ho lavorato con le Cannabefree girls per diversi progetti fotografici e di sponsorizzazione di prodotti. Ho girato un video musicale con Babaman (la telefonata), con Gianluca Centenaro (Cervo d’Agosto), con Linda Aka Sand (Keep Me Here). Ho anche recitato come comparsa in un telefilm di Fabio Volo.

Non solo fotografia… Ma anche tante, tantissima arte.

Proprio così! Un’altra collaborazione che per me è stata molto importante è quella con David Guido Pietroni che mi ha fatto entrare e conoscere il mondo dell’arte e dello spettacolo a livello artistico. Musei, mostre, esposizioni, sono la mia seconda grande passione.

Insomma, il tuo obiettivo è andare oltre la semplice immagine da guardare.

Mi piace l’idea di dare un consiglio che proviene dalla mia personale esperienza: ragazze e ragazzi, se siete appassionati  di fotografia, che il vostro posto sia davanti o dietro l’obiettivo, non state ad ascoltare quello che dice la gente, le critiche intanto arriveranno qualsiasi cosa facciate. Ma se mettete voi stessi in qualcosa che amate, la cosa certa è che verrete ricompensati con eterni momenti di felicità: non rischiate di perdere nulla facendo ciò che amate. Perché ciò che perdete mentre fate qualcosa che vi rende felici, evidentemente non valeva la pena di farlo restare.

Un messaggio forte. Hai mai pensato di entrare nel mondo dello spettacolo?

Il mondo dello spettacolo è tanto bello quanto complicato. Non ho mai voluto addentrarmi troppo in questa realtà, quindi non saprei dare un giudizio specifico riguardo ad esso. Se inizi a lavorare per lo spettacolo, lo spettacolo diventa la tua vita. Questo è sia un pro che un contro di questo mondo, ma io ho bisogno di mantenere una parte della mia vita solo per me. Ciò che di mio c’è di pubblico, si può trovare su Instagram.

Quanto ti piace metterti in gioco in pubblico?

Sono esibizionista caratterialmente, ma non a livello fisico. Mi vesto in maniera tranquilla, privilegiando outfit comodi, con magliette lunghe e sformate, accompagnate da legghins e sneakers. L’immagine che do di me tramite i social è spesso molto distante dalla mia realtà. Sono un’esplosione di energia e ho sempre bisogno di fare e vedere cose nuove: per questo amo viaggiare e conoscere nuove persone. Ció che mi distingue dalle altre persone è probabilmente la mia costante e smaniosa ricerca di una lunga conversazione interessante e approfondita su un qualsiasi argomento, magari davanti ad una birra fresca, parlando per tutta la notte senza rendersi conto che fuori sta albeggiando.

Guardiamo al futuro: dove ti vedi?

Ho così tanti progetti da essere momentaneamente ferma. Sono costretta a prendere le cose come vengono di volta in volta perché la mia iperattività e voglia di cambiamento costante fa mutare tutte le cose che ho in programma. Attualmente lavoro e a breve termine mi laureerò. Questa è l’unica cosa certa.  Tra 10 anni voglio immaginarmi felice e con una mia tanto agognata stabilità lavorativa ed emotiva. Su una delle due ci sto lavorando, l’altra rimane utopica per adesso.

Luca Fina

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