Placide acque del Nilo
Nel malinconico tramonto
Placide e silenziose
Le acque del Nilo
Hanno ingoiato
il tuo sorriso
Hanno bevuto ogni sguardo
Che nasceva dentro di me
Mentre lo vedevo
Affondare
Anche a Luxor
Ti ho pensato
Ti ho sognato
Senza cercare
Le tue mani
Che serrate in pugni
Non mi si sono più riaperte, mai…
Ho gridato
Ma tu sordo
Sei affondato
Sotto un cielo di sangue
Per sempre…
Nella profondità di quel fiume
Ho sepolto
Il mio dolce ricordo di cristallo
L’ho lasciato
Dileguarsi
In lacrime di sangue
Per sempre
Per sempre…
Bambola
Occhi gonfi di lacrime
Bocca straziata
Piegata all’ingiù
Parole perdute per sempre
In mani chiuse
Nascoste in pugni strettissimi
Le serate ebbre
Lontane
Là dove si è posata
L’ombra della luna
Sulla parete umida
Dei ricordi Bambola
La luna guarda
E tace
Le stelle bisbigliano
Distese su una notte
Che sogghigna alle nostre
Spalle
La senti?
La pioggia delle mie parole?
La vedi
La bambola che eri
E che ora non sei più
Sepolta nella culla
In una soffitta
Chiusa per sempre
Hai attraversato
La cantilenante
Filastrocca dei ricordi
Hai fatto
Le trecce al granturco
Dorato E poi l’hai colto
Strappandolo a un tappeto
Soffice di sogni
Hai disegnato
Nuvole di speranze
Sul cielo sereno
Del giorno
Alla luce abbagliante
Del sole
Hai danzato
Sul luccichio di onde marine
Con un sorriso di avorio
E mani di vento
E ora chiudi gli occhi
E piangi
Bagnando questa luna
Che distende il suo profilo
Sul cerchio soffice
Delle tue ciglia
Lasciando questa stanza
Vuota e silenziosa
Te ne vai
Tu volevi camminare
Intessere
L’eterna dolcezza
Dell’acqua sorgiva
E sei caduta
Volevi giocare
Con il mondo
E credere che esiste
Ma poi ti sei svegliata
E ti sei accorta
Che tu
Non sei più una bambola.
Il sorriso
Un lampo di sale
Incendiava la
Notte marina.
O forse eri
Tu
Che sorridevi
Alla luna.