Per essere Artisti non bisogna necessariamente avere fatto mostre o essere apparsi su cataloghi. L’essere Artisti viene prima di tutto questo. Proprio come uno scrittore nasce nel momento in cui ha già pronto il suo manoscritto dentro il cassetto del comodino, prima ancora di averlo pubblicato, un Artista è già tale nel momento in cui è riuscito a creare opere artistiche. Questo è il caso di Alessandra Casini. Da tanto la seguivo sui social, chiedendomi il perché un’Artista di questa caratura non fosse presente nelle ricerche Google. Ho appreso poi che la Casini le sue opere le compone per hobby, ma è oggettivo che questa sua attitudine non sia destinata al semplice loisir.
A vedere questi numerosi e vari lavori: c’è invero l’imbarazzo della scelta, ci pare di ammirare pittosculture astratte e profondamente materiche – con ricordi dall’Arte informale e espressionista. In realtà si tratta di fotografie, sulle quali la Casini lavora con un’intensa, attenta e creativa produzione digitale. I soggetti sono vari e sempre onirici, si va dai paesaggi ai fantasiosi pianeti, dagli omaggi all’antichità ai viaggi verso universi visionari.
A livello stilistico, vengono create ambientazioni soffuse, acquatiche, allo stesso tempo fluide e materiche. Emerge una dicotomia fra superficie liscia e grezza, un contrasto, anche coloristico, che porta alla creazione di opere, che sono mondi da contemplare, in cui perdersi, orizzonti infiniti dai colori abissali, che si tingono di quel Sublime romantico. Oro, blu, rosso… queste atmosfere assumono valori pittorici, come se fossero dipinte a olio, tra pennello e spatola. Sono lavori profondi ed è per questo che ci colpiscono così tanto, poiché non si tratta solo di un esercizio stilistico, ma di un modo di andare alla ricerca del sé. C’è molto della Casini dentro le sue opere, come se l’Artista volesse indagare dentro la sua anima, penetrando questi soggetti, prima inseriti nella loro completezza, poi distrutti, per regalargli una nuova vita. D’altra parte tutto questo non è altro che una splendida e autentica metafora dell’esistenza: rimaniamo noi, ma in eterno divenire, non siamo altro che il frutto di tutto il Bene e il Male, coi quali ci confrontiamo quotidianamente.
Stefano Duranti Poccetti