Mu, di Nunzio di Sarno, è una raccolta coraggiosa, la prima del Poeta, che attraverso le sue liriche corre alla ricerca dell’autenticità e delle origini, fattori che sono neutralizzati dalla società in cui viviamo, composta da materialismo e arrivismo. Si tratta di una silloge profondamente spirituale, dove è la vita a essere protagonista, tramite un percorso esistenzialista che approfondisce la saggezza orientale, per giungere alle nostre radici, che si scontrano con le strutture e gli schemi da cui siamo attorniati.
Scrivo perché la poesia è visione
Il primo passo per la trasformazione
Scrivo perché la parola è una traccia
E il suono è operativo
Scrivo perché la beatitudine è bellezza
E il vuoto è compassione
Scrivo perché Milarepa cantava
Questa è Manifesto, che è anche la prima lirica della raccolta, dove già s’intravede lo stile inconfondibile del Poeta, che con un linguaggio asciutto e incisivo riesce a creare versi potenti. Ecco cosa lo contraddistingue, proprio questa potenza del verso, per poesie che non sono mai prosastiche, ma dove ogni singola frase ha una sua forza intrinseca, contraddistinta da un concetto pungente e da un ritmo serrato e incalzante. Vi è l’uso della rima e dell’assonanza e si svela una poetica che riluce di autenticità e distintiva purezza. Come si accennava prima, è forte la presenza dei rimandi alla tradizione orientale e Milarepa è infatti un Poeta e saggio tibetano, al quale si rende merito in questa prima lirica.
Mu di Nunzio di Sarno è un volume uscito nell’arco del 2020 per la casa editrice Oedipus. Sono centootto pagine intense che indagano la profondità dell’essere umano, andando oltre la psicologia, oltre le emozioni, focalizzandosi sull’emisfero della spiritualità, da dove tutto nasce. Sarà per questo che tali liriche (dove l’Autore sperimenta sia una scrittura più distesa e un’altra breve, con poesie che paiono haiku, mettendo in atto in alcune occasioni una particolare commistione tra lingua italiana e altri lemmi), risultano così ieratiche e per questo tanto intense… in fin dei conti così vere, perché la voce del Poeta è sincera e dalle sue parole trapela la conoscenza dell’immenso.
Stefano Duranti Poccetti