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FRANK META: I MIEI SLATT

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Qualche tempo fa vi ho parlato di Frank Meta, nome d’arte di Francesco Meta. Lo stesso che è voluto tornare al Corriere dello Spettacolo per parlarci del suo nuovo brano, dal titolo “I miei Slatt”, uscito il 09 aprile 2021 in radio e su tutte le piattaforme digitali. Nato a Cassino (FR) il 19 maggio del 1993, Francesco si è avvicinato alla musica da ragazzino, nel giorno del suo onomastico (il 4 ottobre), quando gli viene regalata una chitarra elettrica. Il feeling con lo strumento fu immediato e Frank venne così catapultato nel mondo musicale. Nel 2006 inizia a formare i primi gruppi musicali, spaziando in vari generi musicali, dal rock al metal. Crescendo i gusti e le influenze musicali cambiano, e dopo tante delusioni decide di fare propria la musica d’autore, intraprendendo il percorso di cantante nel 2012. Nel 2015 inizia ad avvicinarsi al rap e decide di buttarsi nell’autoproduzione, che inizia a percorrere seriamente solo nel 2017, affinando la tecnica negli gli anni. Dal 2017 in poi, Frank si dedica principalmente al producer, lavorando con alcuni autori di Warner e Universal e per Mogol. Nel 2020 si trasferisce a Milano per sviluppare ancora di più le sue potenzialità e per risorgere come artista soprattutto, nella città che tanto ha sognato. Produce Alessio Bernabei e inizia la collaborazione anche con la rapper Comagatte, sempre in qualità di produttore. Pubblica Dobermann e Gas, i suoi ultimi singoli da indipendente.

Ciao Francesco, ben ritornato al Corriere dello Spettacolo. Allora, dopo la pubblicazione di “Gas”, il tuo precedente singolo, di cui abbiamo parlato, hai lanciato questo nuovo singolo dal titolo “I miei slatt”. Mi parli di questo, che tra l’altro da un punto di vista del testo lo trovo veramente bello?

Grazie! Parlando del testo, è un brano che parla delle persone che ci sono sempre state, è proprio dedicato a loro. Quindi parla del mio rapporto con i miei amici, che è fondamentale e che esiste nonostante il nostro tempo. L’amicizia è simbolo di “Slatt”, termine che si traduce come “fratellanza”.

Oggi (ma forse a livello umano è una cosa che capita) parlando dell’amicizia spesso si dice che non esiste l’amicizia. La tua canzone invece, parlando dell’amicizia, sottolinea che, nonostante l’epoca, l’amicizia esiste ancora, non sempre è vero che questa non esiste. Come vedi tu in generarle l’amicizia ?

L’amicizia in realtà è una cosa difficile. Secondo me, quando c’è bisogno di una mano è già tanto se trovi persone che ti voglio bene, che sono presenti lì per te. Questa è una storia vecchia quanto il mondo, non sempre è facile trovare persone vere e sincere, ma il segreto per costruire l’amicizia è trovare comunque persone che ti vogliono bene.

Mi permetto di dirti che ammiro molto i tuoi pezzi e ammiro il tuo pensiero e la grande capacità di evidenziare l’importanza e il valore dell’amicizia. Sottolinei, c’è bisogno di avere rapporti veri d’amicizia, di trovare sempre veri amici, senza mai perderli di vista. Questo è un grande messaggio e un gesto molto coraggioso.

Sempre parlando dell’amicizia e dei rapporti umani in generale, cosa manca oggi?

Se parliamo della situazione in generale che viviamo, mancano i rapporti anche da un punto di vista di far nuove conoscenze, vivere esperienze di condivisione. Sono valori questi che adesso sembrano veramente impossibili. Tuttavia, credo che tutti siamo delle brave persone e che nascondiamo o abbiamo nascosto questa dote. Poi, oggi il Covid ha rallentato la possibilità di far conoscere o avere rapporti, ma spero che presto si recuperi.

Grazie di queste parole veramente profonde e grazie per questo ritorno al Corriere dello Spettacolo. Ci lasciamo con un caro saluto.

Giuseppe Sanfilippo

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