COOKERY REBIBBIA. A ROMA DAL 15 LUGLIO “PORTE APERTE” AL BAR – TAVOLA CALDA SULLE MURA DELLA TERZA CASA CIRCONDARIALE

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LA DIREZIONE PENITENZIARIA E IL GRUPPO CR S.P.A. INSIEME PER LA NUOVA TAPPA DI UN PROGETTO DI FORMAZIONE E INCLUSIONE SOCIALE RIVOLTO AI DETENUTI

A via dal 15 luglio COOKERY REBIBBIA, il bar tavola calda sorto all’esterno delle mura carcerarie per permettere ai detenuti della Casa Circondariale Terza Rebibbia la vendita al pubblico dei prodotti di panificazione e gastronomia realizzati all’interno del laboratorio presente nell’intercinta.
Un’occasione resa possibile grazie alla fattiva collaborazione tra la Direzione penitenziaria e il Gruppo CR S.p.A. che il primo dicembre dello scorso anno, in pieno lockdown, ha permesso la riattivazione dell’opificio e la selezione di ben 7 detenuti di cui 2 semiliberi per essere avviati all’attività di Fornaio
Al centro dell’iniziativa il progetto d’inclusione sociale #Ricomincio da 3#, rivolto ai reclusi della struttura carceraria per consentire loro di rimettersi in gioco puntando sui propri punti di forza: abilità personali, impegno,creatività e, soprattutto, disponibilità al cambiamento

L’iniziativa nata già nel 2013, ma arenatasi a causa di problematiche relative alla vecchia gestione, ha avuto il suo iniziale avvio grazie al sostegno del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al contributo di Cassa Ammende e di imprenditori nazionali come Farchioni Olii S.p.A., fornitore d’eccellenza di materie prime 100% italiane e da sempre strenuo sostenitore del riscatto sociale dei detenuti.

Dopo un periodo di chiusura dell’attività, il progetto oggi rinasce con un nuovo e rinnovato slancio, non solo nelle attività produttive ma, soprattutto, con la realizzazione in concreto del suo scopo originario, ossia quello di ampliare l’offerta trattamentale attraverso uno degli elementi fondanti la rieducazione dei detenuti, il lavoro, che nell’Istituto capitolino è a sua volta alla base della rinnovata organizzazione, con uno staff tutto al femminile, di cui si è dotato l’Istituto attraverso la previsione della sottoscrizione di un “atto di adesione” con il quale i detenuti esprimono la libera ma consapevole partecipazione alla riabilitazione sociale.
Grazie alla caparbietà della direttrice Annamaria Trapazzo ed alla profonda sensibilità ma anche grande intuizione di Edoardo Ribeca, giovane imprenditore del settore, il progetto rinasce con un entusiasmo nuovo perché entrambi consapevoli che solo attraverso azioni comuni, di formazione ed inclusione sociale, la persona detenuta può riacquistare la propria dignità e la consapevolezza del suo valore.
E’ bastato interpretare ed applicare, nel senso conforme al dettato costituzionale di cui all’art. 27, la volontà del legislatore, espressa già dal 1976 e rinnovata nel 2000, laddove prevede che “le lavorazioni penitenziarie, sia all’esterno che all’interno dell’Istituto, possono essere organizzate e gestite da imprese pubbliche e private in locali concessi in comodato d’uso dalle direzioni e che i rapporti fra la direzione e le imprese sono definiti con Convenzioni”.


Dopo l’avvio di una lunga procedura selettiva, è stata così individuata Cookery S.r.l., del Gruppo CR S.p.A., che opera da più di 30 anni nel settore della grande distribuzione al dettaglio nella Regione Lazio e negli ultimi anni al centro di diversi progetti di sviluppo focalizzati su inclusione, ecosostenibilità, e responsabilità sociale.
Tutte le lavorazioni, compreso il pane prodotto all’interno della Casa Circondariale Terza di Rebibbia, vengono distribuite quotidianamente negli 11 punti vendita del Gruppo CR S.p.a, riscontrando un notevole successo tra i consumatori.
In un’ottica di sostenibilità e inclusione sociale a 360° l’azienda vanta inoltre un’importante partnership con la Croce Rossa Italiana e, pertanto, è stato attivato anche per questo punto vendita, il ritiro dell’invenduto da redistribuire a famiglie bisognose e persone in difficoltà. A fine dell’anno, 1% al lordo iva dei prodotti venduti nel negozio, saranno poi devoluti alla popolazione detenuta della Terza Casa Circondariale sotto forma di finanziamento per le attività trattamentali.

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