Roma, Teatro Vittoria, dal 12 al 24 ottobre 2021
Quale miglior teatro del Vittoria, nel cuore di Testaccio, per la prima romana del nuovo spettacolo di e con Ariele Vincenti, La tovaglia di Trilussa? In scena dal 12 al 24 ottobre, la nuova pièce dell’attore, scritta in collaborazione con Manfredi Rutelli, frutto di accurata ed evidente ricerca e studio, ci porta con un ritmo vorticoso nella Roma dei primi del 900 e anche prima, quando l’immenso poeta era ragazzo, con l’espediente drammaturgico di una serata all’osteria (osterie amatissime da Trilussa) in compagnia di Remo, custode del giardino zoologico di Roma e amico del Maestro. Tra racconti di vita e bellezze poetiche, declamate egregiamente, aneddoti e autentiche chicche storiche sconosciute ai più, divertimento e profonde riflessioni, spirito dissacratorio e sconcertante attualità dei versi trilussiani, poesie e favole malinconiche pescate negli archivi più preziosi, La tovaglia di Trilussa è un autentico, sincero, profondo omaggio ad un uomo e poeta la cui grandezza ha segnato la nostra storia, osannata dai più grandi personaggi della cultura dell’epoca e forse bisognosa di essere ricordata maggiormente da un mondo culturale odierno molto spesso distratto.
Il teatro popolare e colto di Ariele Vincenti, con La tovaglia di Trilussa compie un ulteriore passo verso una maturità attoriale che non è fine a se stessa ma si accompagna ad un lavoro di ricerca storica sempre più accurato e sapientemente proposto sia da un punto di vista drammaturgico che interpretativo. Accompagnato dalle note del Maestro Pino Cangialosi sul palcoscenico e con la supervisione artistica di Nicola Pistoia, Vincenti convince e impressiona favorevolmente chi assiste al suo monologo. Un’operazione culturale importante, bella, preziosa, necessaria.
Paolo Leone