L’ULTIMO DESIDERIO di Pietro Favari (nona puntata)

Data:

La nona puntata del romanzo di Pietro Favari.

NONA PUNTATA

43

Lo schermo televisivo si accende sul mezzo busto di un giovane uomo dallo sguardo spiritato.

E’ una prova in video di un concorrente che ha fatto richiesta di partecipare a L’ultimo desiderio.

Una Voce fuori campo.

<<Qual è il suo ultimo desiderio?>>.

<<Mi hanno detto che ho poche settimane di vita. Prima di morire voglio che mi appaia la Madonna!>>.

La Voce fuori campo non si sarebbe mai aspettata un desiderio simile. Gli viene da ridere e poi realizza che in qualche modo deve risolvere la richiesta.

<<Ma non è possibile! Il suo è un desiderio inconcepibile… e irrealizzabile!>>.

<<Perché? Ogni tanto la Madonna appare…>>.

<<Sì. Ma la nostra produzione televisiva non può organizzare un simile evento…>>.

<<La televisione può fare tutto. E’ l’unica che può farlo>>.

<<Ma non possiamo scritturare la Madonna! Decide lei a chi apparire…>>.

<<Un tempo appariva a candide pastorelle, a contadini analfabeti, a qualche suora. Perché non può apparire anche a me? Io non sono un contadino ignorante. Ho fatto il liceo io! Il liceo artistico! Anche se non sono riuscito a diplomarmi…>>.

<<Lei è un credente?>>.

<<Certo! Soprattutto della Madonna. Troppo comodo se la fede restasse qualcosa di astratto, non più pesante dell’ostia sulla lingua, la domenica, alla messa di mezzogiorno. Facciamola apparire!>>.

La Voce pensa che una soluzione sarebbe quella di mandare in onda il concorrente, assecondandolo.

E’ talmente assurdo, con quegli occhi da invasato, che potrebbe diventare un personaggio da far incuriosire gli spettatori.

Il regista della trasmissione decide di mostrare al pubblico anche la Voce.

Ordina un controcampo che lo inquadra.

<<Lei è un devoto della Madonna?>> chiede la Voce.

<<Sì. Trovo che la Vergine sia molto cinematografica…>>.

<<Perché?>>.

Lo spiritato urla. <<Ma proprio lei non capisce quanto sia anche telegenica la Santa Vergine… Appare d’improvviso. Un’assolvenza… Scompare. Una dissolvenza… E gli spettatori la contemplano estasiati>>.

La Voce si entusiasma. Il personaggio c’è. Sembra inventato invece è proprio vero.

L’aspirante concorrente continua la sua esibizione a sorpresa. <<E’ vero che la vedono dei poveracci ma lei è una diva. Fa contrasto con quelli a cui appare. La Madonna è Hollywood!>>.

<<Diciamo Lourdes, piuttosto…>>.

<<Ha anche cura della scenografia. Le sue apparizioni avvengono in località sperdute, selvagge ma pittoresche. Mai in un condominio borghese>>.

Pausa di riflessione della Voce. <<Lei vuol dire che la Madonna è… neorealista?>>.

L’invasato ci pensa su. <<In un certo senso. Ma non in bianco e nero, in technicolor piuttosto. Pensi alla veste con cui appare… Rosa antico e manto celeste cielo! Roba da oscar per i costumi>>.

Riunione di redazione. La conduttrice della trasmissione, Eva, si complimenta con la Voce.

<<Te la sei cavata bene con l’allucinato che vuole vedere la Madonna. Funziona con il pubblico, gli ascolti della puntata lo hanno dimostrano. Ora gliela faremo vedere davvero, la Madonna!>>.

Stupore della redazione.

<<Naturalmente la guarderà solo lui, ripreso in primo piano nel suo delirio.

In lontananza vedrà una donna vestita di rosa e con il manto celeste…>>.

La costumista della trasmissione prende l’appunto.

Il regista chiede come dovrà essere l’attrice che impersonerà la Vergine.

<<Nessuna attrice. Ho già pronta la Vergine Maria…>> chiarisce la Voce.

La redazione è molto incuriosita. <<Com’è, com’è?>>.

<<E’ una drogata! Speriamo solo che non faccia problemi. E’ la madre del concorrente… Le ho parlato. E’ ancora una bella donna, anche se strafatta. Non vede il figlio da tanto tempo. E’ ovvio che il concorrente ha il mito della Madonna perché così sublima il suo rapporto con una madre difficile. E poi anche lui è fatto fin sopra gli occhi. Avete visto come gli ha sbarrati?>>.

Primo piano sul concorrente che come ultimo desiderio vuole l’apparizione della Madonna, che a lui mostrano lontana.

<<Madre! Finalmente ti vedo! Sei splendida, come appari nei ritratti che ti hanno immortalata in tutte le epoche. Stanotte ti ho sognata. Madonna bizantina: enigmatica e sensuale. Gotica: pallida con la cellulite che ti gonfia la veste. Rinascimentale: torpida e sontuosa. Barocca: elegante e frivola.

Non a caso ho fatto l’artistico…

Come saranno state le donne che posavano come modelle, che ti offrivano i loro volti, i loro corpi? I pittori avranno fatto l’amore con loro?

Penetrare nella carne della Santa Vergine… Madre e Vergine… Molto più eccitante che accoppiarsi a una Leda o a una Danae, sempre così disponibili!>>.

La Voce ha un sussulto. <<Per favore, non parli così della Madonna! Potrebbe scandalizzare gli spettatori…>>.

L’uomo è in pieno delirio mistico. <<Stanotte ti ho sognata come un acquedotto che distribuisce la grazia di Dio ai fedeli. Il sangue della beatitudine che parte dalla testa, attraversa il collo e va ad irrorare il corpo della Chiesa>>

<<Non credo che alla Madonna piaccia essere paragonata a un acquedotto…>>.

44

Marco guarda il televisore che trasmette la Santa Messa.

Entra Marion.

<<Che fai? Guardi la Messa? Sei credente?>>.

<<No… Però non mi dispiace guardarla in televisione. Si vedono delle belle chiese, dei bei arredi…>>.

<<Le suore che ci hanno allevate ci obbligavano ad assistere alla Messa tutte le domeniche e guai se non stavamo attente>>.

<<Sei cattolica, allora?>>.

<<No. Ci facevano anche vedere i film hollywoodiani su Cristo, un palestinese biondo con gli occhi azzurri in technicolor! Ma invece doveva essere scuro come me! Poi ho scoperto l’animismo, la religione dei miei antenati, non come il cristianesimo o l’islamismo che ci hanno imposto i colonizzatori bianchi e gli arabi invasori>>.

<<Più che una religione l’animismo a me sembra una superstizione…>>.

<<Questo lo dici tu! A me per esempio sembra superstizione quel crocifisso che ti porti al collo…>>.

Gli strappa la catenina con la croce. Ci gioca.

<<La tua è una religione che ha come simbolo un segno di sofferenza e di morte…>>.

<<Che fai? Ridammela! La porto dalla prima comunione…>>.

Marion restituisce la croce a Marco.

<<Tieni il tuo feticcio! Noi non abbiamo fatto Dio a nostra immagine e somiglianza come voi… Il nostro Dio è una forza creatrice che mantiene l’ordine nell’universo ed è troppo potente per interessarsi agli uomini e alle loro meschine faccende. Non ce lo siamo immaginato con fattezze umane, come il Gesù dei film. Per noi Dio è un flusso vitale che pervade e anima tutte le cose…>>.

Marion batte le mani sul tavolo come se fosse un tamburo e intona una canzone africana.

45

Emilia, in abito da sera scollato, si aggira tra gli invitati di una festa da lei organizzata nella villa di una ricca signora. L’evento è in onore del “Cristo clandestino”, come viene soprannominato il profugo africano, diventato un personaggio popolare per effetto delle iniziative organizzate da Emilia, autonominatasi addetta stampa di Gaston.

Visibilmente a disagio, Gaston si aggira tra gli invitati, tutti in abito da sera. Emilia lo ha fatto vestire con uno sgargiante abito africano tradizionale.

Al bordo della piscina, Gaston osserva l’acqua. Si avvicina Emilia.

<<Che fai tutto solo? Guardi la piscina? L’acqua ti fa ancora paura? Scordati del Mediterraneo, è acqua passata, è il caso di dire… Piuttosto non startene da solo, la festa è in tuo onore ed è un successo, tutti vogliono conoscerti. Socializza!>>.

Si avvicina un monsignore in abito talare nero con fascia paonazza.

<<Giusto lei monsignore! Posso presentarle il nostro ospite Gaston?… Vi lascio, avrete tante cose di cui parlare>>.

Emilia si allontana. Incerto su come comportarsi, Gaston prende la mano del monsignore e accenna a baciargli l’anello. Il prelato si ritrae sorridendo.

<<Per carità! Se sei davvero Cristo tornato tra noi dovrei essere io a baciarti la mano! Ci vorrebbe proprio un Cristo nero per arginare l’avanzata dell’Islam in Africa… A proposito, secondo te che cosa dovrebbe fare la Chiesa per contrastare l’ascesa dell’integralismo musulmano?>>.

Gaston volta le spalle al monsignore e si rivolge in tono ispirato a tutti gli invitati, alzando le braccia al cielo.

<<Dio non ha mandato il Figlio suo nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per opera di lui. In verità, in verità vi dico che chi opera il male odia la luce e alla luce non si accosta, per tema che le sue opere non si palesino per ciò che sono; ma chi opera la verità si accosta alla luce, affinché si renda manifesto che le sue opere sono compiute in grazia di Dio>>.

In risposta, gli invitati applaudono, ridendo e improvvisano una ola in onore di Gaston. Incuriosite dal Cristo redivivo, alcune signore corteggiano Gaston, sempre più imbarazzato: gli offrono da bere, lo invitano a ballare, gli toccano i muscoli.

Per toglierlo dal disagio la padrona di casa, una quarantenne vistosa e scollata, si avvicina a Gaston e gli porge un bicchiere di vino bianco.

<<Ma lei non beve nulla… E’ astemio? Assaggi questo vino, è un Lacrima Christi, l’ho preso in suo onore. Leggenda vuole che si chiami così perché Cristo in visita ad un eremita gli trasformò l’acqua che aveva nel bicchiere in vino pregiato. Una replica delle nozze di Cana… Lei non è in grado di tramutare l’acqua in champagne? Temo che stia per finire…>>.

Indica le signore che assediano Gaston.

<<Le scusi. Non sono abituate a incontrare un personaggio come lei. Sarà meglio allontanarsi>>.

La padrona di casa prende per mano Gaston e lo conduce all’interno della villa, verso la camera da letto..

<<Voglio mostrarle una natività del Quattrocento di scuola umbra…>>.

Entrano in camera da letto. Gaston si guarda intorno in cerca della natività, senza trovarla.

<<Dov’è il quadro?>>.

<<Oh, che sbadata! Ho dimenticato che è dal restauratore… In compenso posso mostrarti un nudo…>>.

Incomincia a spogliarsi languida sotto gli occhi di Gaston visibilmente a disagio.

Nella stanza entra il marito della padrona di casa insospettito dalla manovra della moglie. Gaston ne approfitta per uscire dalla camera e dall’imbarazzante situazione.

46

<<Lei deve fare la guardia del corpo a Degas. A un quadro di Degas>>.

Un’affascinante signora è a colloquio con Carlo nel suo ufficio. L’investigatore privato è particolarmente contento dell’incarico. Una cliente così sembra la fiabesca materializzazione delle bellezze prorompenti che frequentano i romanzi con Marlowe e Sam Spade.

<<Un incarico semplice, anche se singolare>>, precisa lei. Il quadro da Genova deve essere recapitato in una banca di New York.

La donna racconta di essere alle dipendenze del proprietario del Degas, valutato quattro milioni di euro, lo ha appena venduto ad una misteriosa società, la quale ha chiesto che il quadro venga consegnato direttamente ad una banca incaricata di custodirlo.

In attesa della partenza, il quadro viene affidato all’investigatore con la consegna di non aprire per nessun motivo la valigetta che lo contiene. Naturalmente Carlo non resiste alla tentazione e la apre. Il quadro rappresenta una ballerina mentre danza, un piede sulla punta, l’altro lanciato in aria, in parallelo al braccio proteso verso l’alto. Perfetto per il coperchio di una scatola di cioccolatini.

Malgrado Carlo non sia particolarmente competente in materia artistica, basta un’occhiata per fargli capire che il quadro è falso. Per averne la certezza, chiede un parere a un suo antico compagno alla facoltà di architettura, esperto d’arte. L’amico si reca nello studio dell’investigatore e conferma i sospetti: si tratta di una copia, neppure di buona fattura. Carlo teme di essere accusato della sostituzione dell’originale con un falso e sospetta che lo scambio lo abbia fatto proprio la sua cliente. Le telefona per un chiarimento: la donna gli rivela di essere al corrente della copia e gli spiega che il misterioso acquirente è in realtà lo stesso venditore.

<<Questa non è neppure la prima di una serie di false vendite>>, rivela la signora. «Lo scopo è quello di riciclare denaro sporco della mafia. Ad ogni vendita il quadro aumenta di valore e permette di far girare denaro sporco in varie parti del mondo. Quella che viaggia, con tanto di bolla di accompagnamento, è solo una copia, l’originale è ben custodito ma io non so dove>>.

Poco convinto, Carlo accetta comunque di accompagnare la donna nel viaggio e di fingere di essere stato assunto per “proteggere” il quadro. Durante il lungo viaggio Carlo corteggia la sua cliente e, arrivati a New York, la invita a cena in un romantico ristorante. Tornati in albergo lei gli sussurra in tono promettente il numero della sua camera. Dopo una veloce doccia, fornito di champagne, Carlo bussa discretamente alla porta della camera indicatagli dalla cliente e sussurra frasi tenere per farsi aprire.

La porta si spalanca di colpo ma invece di essere accolto fra le braccia della donna Carlo viene aggredito da tre energumeni taglia XXL, che lo tempestano di pugni. Sono i gorilla del dittatore di uno staterello sudafricano, in visita privata negli Stati Uniti, che lo hanno scambiato per un attentatore alla vita del loro capo. Chiedono a Carlo perché voleva entrare nella camera del loro capo con una bottiglia di champagne e perché gli sussurrava frasi romantiche. Ad ogni quesito corrisponde un pugno o un calcio. Oppure un pugno e insieme un calcio. Il dialogo è complicato dal fatto le domande sono in swahili, lingua di cui Carlo non ha padronanza.

Chiarito faticosamente l’equivoco, Carlo capisce che la donna, sparita, si è presa gioco di lui per far perdere le sue tracce. Completa l’incarico affidatogli e consegna il quadro alla banca indicata prima di fare ritorno a Genova.

Mentre disfa i bagagli Carlo trova una bustina di fiammiferi che aveva preso distrattamente alla cliente durante il viaggio. Sulla bustina è stampata la pubblicità di un night club genovese. Si reca nel locale – luci basse, ballerine di lap dance – dove riesce a scoprire il nome autentico della donna, cliente del locale, e dove lei abita.

Carlo si reca all’indirizzo, una casa nel centro storico, e trova la porta dell’appartamento socchiusa. Entra e trova la donna soffocata. Con un’altra copia del Degas arrotolata e infilata nella bocca. Mentre sta per chiamare la polizia, da una stanza dell’appartamento esce un uomo anziano, con un vestito sicuramente costoso ma rivelatore di un’ostentazione piuttosto volgare. È un noto capo mafia – Carlo lo riconosce – ed è il proprietario del quadro autentico e sostituito dalla donna che aveva poi assunto Carlo per far ricadere su di lui la colpa se fosse stato scoperto lo scambio. Ma il mafioso, che sospettava della donna, l’aveva fatta sorvegliare e, scoperto l’inganno, ha provveduto lui stesso ad eliminarla. Qualcuno si incaricherà poi di far sparire il cadavere per sempre. Prima di uscire, l’uomo consiglia a Carlo di dimenticare per sempre tutta la vicenda.

Un’offerta che non potrà rifiutare…

47

Nel suo studio Emilia fa vedere a Gaston in un televisore uno spot pubblicitario che lo mostra mentre cammina sull’acqua davanti a Lampedusa.

Gaston è stupito.

<<Cos’è questo? Non ho mai camminato sul mare… Non so neppure nuotare…>>.

<<Un piccolo trucco. Oggi non occorrono i santi per fare i miracoli, li fanno anche i computer. E’ una ripresa di te mentre cammini montata su immagini di repertorio di Lampedusa. Uno spot che ho postato su Facebook ed è subito diventato virale, piace moltissimo. Il concept è che tu sei arrivato tra noi non su un vecchio gommone ma camminando sulle acque, come il tuo predecessore…>>.

<<Ma è un falso! E per giunta ridicolo!>>.

<<Ma efficace. Devi pensare a come diffondere la buona novella. Ai tempi della tua prima venuta ti dovevi arrangiare con i discorsi ai seguaci e non c’erano neanche i microfoni. A quante persone riuscivi a far arrivare le tue parabole? Cento? Duecento? Cinquecento forse? Con le nuove tecnologie oggi puoi far arrivare i tuoi insegnamenti a milioni e milioni di persone sparse in tutto il mondo…>>.

Emilia si siede alla scrivania, apre un computer e inizia a navigare su Internet.

<<Vediamo quante presenze della parola “Cristo” ci sono su Google… Niente male, centoventi milioni. Su Yahoo invece si riducono a solo sedici milioni e mezzo. E “Dio”? Non c’è paragone: duecentoventicinque milioni su Google trecentomila su Yahoo. E’ anche vero che il risultato è un po’ falsato dalla presenza di Ronnie James Dio, un cantante heavy metal… A giudicare dalle sue foto non ha un aspetto molto spirituale… Dovresti metterti su Facebook, su Twitter, anche il Papa lo usa, oppure creare un tuo sito: www.cristo.com… Punto com non ti piace? Hai ragione, è troppo commerciale. Meglio: www.cristo.org. Però, esiste già www.cristo.org. E’ un sito in lingua spagnola… Sembra fatto bene>>.

Legge facendo sibilare le esse.

<<Lecturas biblicas, Expositivos evangelicos, Musicas, Libros, Famillas y hogar, Temas variados, Preguntas y respuestas…

Hai dato tu l’autorizzazione? Se non ti hanno chiesto il permesso potresti denunziarli per violazione del copyright…>>.

48

Marion, Ester e Angelo stanno ballando in mezzo alla gente in una discoteca. Marion sembra scatenata. Ester e Angelo la lasciano sulla pista. Raggiungono il bancone. Ordinano da bere. La barista serve tre bibite. Ester e Angelo prendono le bevande. Si avviano ad un tavolo vuoto. Si siedono. Chiacchierano e bevono.

Marion smette di ballare. Si guarda intorno. Vede Ester e Angelo seduti. Li raggiunge. Si accomoda a sua volta e beve insieme a loro. La musica copre la loro conversazione.

Angelo dà un’occhiata al suo orologio. Parla con le ragazze, poi si alza ed esce dalla discoteca mentre le donne continuano a bere.

Angelo è fermo vicino all’ingresso della discoteca. Si guarda intorno con aria rilassata. Tira fuori una sigaretta e fuma.

Una ragazza bianca esce dalla discoteca, si ferma sul marciapiede, guarda Angelo che sta fumando, tira fuori il tabacco dalla sua borsetta, si arrotola una sigaretta, poi l’accende ed inizia anche lei a fumare.

Pochi attimi dopo, Ester e Marion escono dalla discoteca, raggiungono Angelo.

I tre si allontanano dal posto, in silenzio sotto lo sguardo della ragazza bianca.

Due buttafuori escono trascinando due giovani ubriachi litigiosi e una bella ragazza che li segue fuori dal locale.

I due buttafuori cacciano via a calci nel sedere i due litiganti dalle vicinanze della discoteca e rientrano.

Uno dei due litiganti, va via con la ragazza mentre l’altro si guarda intorno, vede un motorino stazionato a pochi metri, con la chiave inserita, monta su e l’accende. Fa per andare via, la fumatrice prova a fermarlo urlandogli degli insulti, ma il ragazzo la spinge con forza e scappa via con il maltolto.

49

Marco, in pigiama e pantofole, è seduto davanti al televisore. E’ visibilmente seccato e preoccupato. Beve un sorso di whisky dalla bottiglia e con il telecomando passa da un canale ad un altro. Vicino alla poltrona c’è un tavolino con delle pasticche. Sente suonare il campanello. Appoggia la bottiglia accanto alle medicine. Si alza dalla poltrona e va ad aprire. Vede Marion, visibilmente alticcia, la trascina dentro. Chiude la porta. Alza il volume della televisione. Sculaccia Marion con forza urlando.

<<Ti pare questa l’ora di rientrare? Sono le tre! Le tre passate… E sono ore che sto in pensiero! Lo sai che soffro di cuore… Dove sei stata?>>.

Marco ansimante si accascia sulla poltrona mentre Marion si massaggia il sedere replicando con tono offeso.

<<Sono stata in discoteca. Una vera, non come la tua, qui in casa>>.

Marco prende una pasticca e beve di nuovo un sorso dalla bottiglia, poi seguita a rimproverare la ragazza.

<<Potevi almeno telefonarmi. Ti ho regalato un cellulare ultimo modello, mi pare!>>.

<<In discoteca c’è troppo chiasso. L’hai detto anche tu>>.

<<Non mi prendere per il culo, almeno questo!>>.

Beve un sorso.

<<Cosa hai fatto?>>.

<<Che cosa si fa in discoteca secondo te? Si balla…>>.

<<E ci si droga…>>.

<<Non avevo i soldi per comprarla. Non mi dai mai un euro…>>.

<<Figurati se non hai trovato qualcuno che te l’ha offerta…>>.

<<Sei geloso?>>.

<<Certo. Come Otello…>>.

Marion si siede sulle ginocchia di Marco e lo accarezza.

<<Ti stai eccitando?>>.

Marco la prende tra le braccia e prova a baciarla, ma Marion si ritrae. Si alza dalle ginocchia di Marco, che si alza a sua volta. Marion lo respinge sulla poltrona.

<<Questa notte dormi tu sul divano. Dormi bene… Se ci riesci>>.

Marion entra di corsa in camera da letto e chiude la porta a chiave sotto lo sguardo attonito di Marco.

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati

“L’Instant Theatre”

“L’instant Theatre”: ormai sono passati anni da quando Enrico...

Il Donizetti Opera inaugura: Il Diluvio universale

  Al Teatro Donizetti di Bergamo, repliche fino al 3...

Silvia Ferrante. Se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire

Per riprendere un vecchio proverbio, “se bella vuoi apparire,...