Dario Cecconi: “La signora tv continua a riempire le nostre giornate”

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Recenti statistiche confermano che la televisione è ancora il media preferito dagli italiani e che il ‘Covid 19’ le ha consentito di rafforzare il primato di mezzo di comunicazione più seguito, in assoluto, durante tutto il periodo della pandemia. Emergono, però, stando ad alcune ricerche effettuate dall’ufficio studi di Confindustria, nuovi indirizzi di consumo dei contenuti televisivi, attribuiti, in larga parte, al diffondersi delle piattaforme digitali, di cui, soprattutto i giovani, stanno facendo sempre più uso. Negli ultimi due anni, infatti, web e digitale hanno incrementato esponenzialmente la platea dei loro fruitori, modificando, così, una linea di tendenza dimostratasi sempre stabile, negli anni.

Ma è possibile che la televisione stia rischiando di cedere il passo al mondo del web e a tutto ciò che ruota intorno al digitale? Lo abbiamo chiesto a Dario Cecconi, giovane giornalista esperto di massmedia, autore tv e direttore operativo della produzione multimediale, caporedattore del settore ‘televisione’ di Periodico Italiano Magazine, mensile web di informazione e approfondimento culturale.

Dario Cecconi, è vero che la tv sta rischiando di perdere il primato di mezzo di comunicazione più utilizzato e amato?

Sì. Il web e le varie piattaforme digitali stanno prendendo piede sempre più e, in larga parte, hanno già preso il posto della tv. I giovani e i giovanissimi, soprattutto, sono i principali fruitori di questi nuovi strumenti comunicativi. Se la televisione non sarà capace di rinnovarsi in fretta, di portare dalla propria parte tutto ciò che il mondo del digitale ci propone e ci offre, rischierà di perdere, in breve tempo, il suo attuale primato di mezzo di comunicazione più utilizzato e amato”.

Che cosa potrebbe esser fatto per scongiurare questa possibilità?

Per evitare che tutto questo possa concretizzarsi, è necessario lasciare spazio a contenuti e volti nuovi, capaci di intercettare l’interesse di un ampio pubblico. Alcuni tentativi, in questo senso, sono stati fatti grazie alla realizzazione e alla messa in onda di trasmissioni cosiddette ‘smart’, a tema ‘green’ o di genere musicale, rivolte, ‘in primis’, al pubblico più giovane. Tuttavia, al momento, la signora tv continua a riempire le nostre giornate con intrattenimento, informazione e show vari, ancora molto seguiti e apprezzati”.

Dal punto di vista autorale, invece, che cosa potrebbe fare la differenza? Quali strategie potrebbero essere adottate in favore della televisione?

A mio avviso, è di primaria importanza adottare uno stile comunicativo coinvolgente, realizzando programmi o format declinati con un linguaggio semplice, accessibile a tutti, privi di tecnicismi e molto freschi. Lasciare spazio a contenuti attuali, di grande interesse pubblico, in grado di valorizzare in modo efficace i settori dello spettacolo, della scienza, della moda, dell’ambiente e di stimolare, insieme ad una conduzione ‘morbida’ ma di livello, l’interesse di un pubblico sempre più ampio e variegato, potrebbe essere la vera sfida su cui gettare le basi per la televisione vincente del futuro”.

Quindi, una televisione del tutto nuova o che attinga, in parte, anche dal passato?

Sicuramente, un nuovo modo di concepire la tv e di fare televisione ma attingendo da quel passato che offre spunti di qualità, di grande livello. Rivisitare, riadattare, in vista di nuove sfide e del raggiungimento di nuovi obiettivi. La televisione ha bisogno di essere ‘rimodellata’ ma non deve assolutamente cancellare il proprio passato, fatto di professionalità e di professionisti che l’hanno resa grande”.

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