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Orgoglio e Pregiudizio al Municipale di Piacenza

Data:

Recita del 13 gennaio 2022, Teatro Municipale di Piacenza

Dopo aver debuttato a luglio del 2019 a Napoli, Teatro Festival Italia, cui sono seguite sporadiche repliche, Orgoglio e Pregiudizio – produzione MARCHE TEATRO / Teatro di Napoli-Teatro Nazionale -prima versione italiana del capolavoro della Austen, dal maggio dell’anno scorso è in tournée su e giù per l’Italia. Uno spettacolo che condensa in poco meno di due ore il famosissimo romanzo, pubblicato postumo nel 1813. Lo fa concentrandosi sui personaggi principali, riducendo le parti secondarie, e sfrondando la narrazione per focalizzarsi sugli accadimenti salienti dell’intricato groviglio narrativo. L’arrivo di un giovane ricco, scapolo e di buona famiglia, che affitta una tenuta nell’Hertfordshire, mette scompiglio nelle famiglie delle giovani del paese introducendoci subito alla conoscenza della famiglia Bennett. Capitanata dal Signor Bennet uomo intelligente e imprevedibile, un miscuglio d’indolenza e sarcasmo e da sua moglie, la signora Bennet, frivola e poco sagace, quanto petulante e importuna, iperattiva nel cercare marito alle figlie. Cinque nel romanzo, due in scena: Jane ed Elizabeth, quest’ultima di carattere schivo e ragionevole, cui il padre è affezionato. Charles Bingley e il suo amico Mr. Darcy sono gli ambiti partiti da sposare, nipote quest’ultimo dell’altezzosa lady Catherine che protegge il Rev. Collins, cugino dei Bennett cui andrà la proprietà dei Bennet. Jane Austen nel suo romanzo mostra una perspicacia narrativa, esemplificata nella ricchezza di dialoghi, intrisi di sottigliezza e ironia, che ben si prestano a esser trasportati in palcoscenico.  Grande osservatrice della società del suo tempo, soprattutto della condizione femminile, guarda i suoi personaggi mantenendo un distacco, ma non disdegnando di parteggiare per loro, palpitando alle umane condizioni del loro vivere. La ricchezza e la varietà dei caratteri usciti dalla sua penna, mutate ovviamente le condizioni sociali ed economiche mostrano, in fondo, molti tratti di comunanza dell’animo umano del nostro tempo. In Orgoglio e Pregiudizio verità e critica spietata quanto lucida, mista a un immancabile substrato d’ironia e umorismo, fanno da cementante a un estro creativo conscio delle capacità di attrarre l’attenzione del lettore, facendo scaturire un complice consenso e far nascere delle attese. Uno produzione in cui Arturo Cirillo travasa l’amore per questo testo e  la predilezione per la sua autrice, la fascinazione che gli creano i romanzi ottocenteschi in relazione alla  messa in scena. Ne è nato un piacevolissimo “gioiellino” teatrale che rende fruibile, in forme di intelligente “bigino scenico” un classico della letteratura inglese. Grazie alle scene di Dario Gessati, quattro semplici grandi specchi mutevoli che riempiono e mutano prospettiva al mutare delle emozioni dei personaggi, degli appropriati costumi di Gianluca Falaschi, delle sapienti e ben dosate luci di Camilla Piccioni, delle musiche sicuramente originali di Francesco De Melis, il regista Cirillo crea uno spettacolo di sicura presa e accattivante fascino. Pur mantenendo le caratteristiche del romanzo, quest’Orgoglio e Pregiudizio suona rivisitazione operata con affettuosa ironia, in cui brio e movimento al ritmo di musica moderna, dona tratti di musical, con gustosi momenti di danza e di canto, imparentandolo alla commedia e all’opera buffa, con il calcare i tratti dei personaggi meno psicologicamente sfaccettati, che più si prestano a essere esasperati. Niente parrucconismi e niente operazioni nostalgia, solo un velo di malinconia di rarefatti momenti, in cui a balzare in primo piano è l’animo umano, con le sue grandezze e gli abissi di miseria. Arturo Cirillo, vero protagonista della serata, si riserva di interpretare il doppio personaggio del Sig. Bennet, arguto e sarcastico nella sua indolenza, quanto incontenibile nella vis comica di Lady Catherine, cui corre inevitabile il ricordo alla Matrigna, “en travestì”, ne La Gatta Cenerentola di De Simone. Valentina Picello conferisce a Elizabeth una recitazione dai toni distaccati e lucidi, energici alla bisogna, espressi con un timbro di voce non penetrante ma sempre incisivi nel fraseggio. Chiamata a momenti musicali in cui, più che la bellezza sapeva fa valere l’espressività del canto. Francesco Petruzzelli, Fitzwilliam Darcy robusto e deciso nell’azione scenica, efficace nel sostenere i diritti di casta e di superiorità intellettuale ma anche nello svelamento del suo intimo sentire amoroso. Sabrina Scuccimarra era una Sig.ra Bennet sempre esasperata ed esagerata nelle sue tensioni Rosario Giglio un Rev.Collins, che affetta benissimo il servilismo e l’opportunismo del suo personaggio. Eleonora Pace, Jane, credibile nel tratteggio di un animo fiducioso e buono, mostra tracce di non ancor raggiunta maturità recitativa. Giacomo Vigentini Charles Bingley, corretto nella sua amabilità di giovane e possidente scapolo Giulia Trippetta Charlotte cui è riservata anche la parte di Caroline Bingley, dove fa mostra di una bella voce. Festoso successo di un pubblico, quello piacentino, che ha seguito la rappresentazione con un’attenzione e partecipazione encomiabili, sempre più rara da trovare oggi a teatro. Ripetute chiamate a festeggiare l’intera compagnia, con Arturo Cirillo festosamente saltellante in proscenio.

gF. Previtali Rosti

foto Alessandro Cecchi

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