Roma, Teatro Basilica, dal 22 al 27 febbraio 2022
E’ in scena dal 22 febbraio nel suggestivo Teatro Basilica, Corri – dall’inferno a Central Park, la piéce tratta dall’omonimo libro di Roberto Di Sante, edito da Ultra, storia vera ed autobiografica. Sul palcoscenico, insieme all’interprete Sebastiano Gavasso, energico e assolutamente credibile, la sempre splendida Giovanna Famulari che esegue dal vivo quella che è un’autentica drammaturgia musicale al violoncello. Può lo sport, in questo caso la corsa, aiutare a superare i propri demoni? Può eccome, lavorando sull’autostima, compiere veri miracoli. E Corri è la storia di un miracolo, di un uomo caduto nell’incubo della depressione, giunto al punto di non ritorno, che casualmente viene attratto dalla febbre podistica, all’inizio quasi per scommessa, poi via via sempre più convinto, fino al sogno che metterà fine ai suoi fantasmi sempre in agguato lungo il doloroso cammino di rinascita. New York, la sua maratona, sarà l’appuntamento decisivo e l’ìnizio di una nuova vita…di corsa.
Corri – dall’inferno a Central Park, non è solo il racconto, magistralmente interpretato da Gavasso, di un approccio salvifico al running, ma un vero viaggio mentale pieno di fatica, di dolori, di paure, di scoramento e riscossa che l’adattamento e la regia di Ferdinando Ceriani esaltano e che l’attore in scena e la sua partner musicista trasformano in un rito collettivo, di grande empatia, con il pubblico. Senza pesantezze, anzi con molta ironia e leggerezza, lo spettacolo ci porta quasi a vedere, come in un film, la materializzazione dei sogni, degli incubi in agguato, degli angeli benigni e delle forze malefiche, dei lacci mentali, per poi farci riemergere dall’apnea insieme al protagonista, inspirando ed espirando, sulla strada sempre più prossima al traguardo, alla definitiva rinascita. Sebastiano Gavasso, che personalmente ricordo in una raffinatissima rappresentazione di Arancia Meccanica, è bravissimo a rappresentare questo cammino che è sì molto personale dell’autore, ma in scena diventa universale, sprone ed esempio per tutti. Si replica fino al 27 febbraio.
Paolo Leone