Scrivere un articolo su un ragazzo di soli dodici anni che si accinge a lasciare un paesino in provincia di Torino, vederlo crescere di giorno in giorno, non è una cosa semplice, ma essendoci assunto il piacere e l’impegno di scrivere dodici personaggi in questo anno ci sembrava doveroso citare Roberto Bolle. La danza lo attraeva ancor giovanissimo, ricevendo il permesso dei suoi genitori entrava a far parte dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, con il suo Nuovo Regio Ducal Teatro, uno tra i più importanti al mondo!
Della sua vita privata si sa pochissimo, giacché la persona racchiude il suo privato in uno “scrigno a doppia mandata” come si usa dire, noi non tenteremo neppure di forzare la sua serratura. Siamo certi che ai lettori interessi conoscere i suoi trascorsi, le sofferenze passate in una stanza della città meneghina nella sua solitudine mancandogli l’affetto della sua famiglia, poiché aveva un solo e preciso obiettivo: Quello di studiare danza.
Da parte nostra tenteremo scrivere dei suoi sorprendenti risultati… e svelarvi qualche curiosità.
Allontanandosi dai suoi famigliari e l’incantevole Trino Vercellese (un paesino a lui tanto caro), il tempo e gli sforzi negli esercizi giocavano entrambi in favore dell’intrepido ballerino, facendolo notare al grande Rudolf Nureyev, il quale lo propose nella parte dell’opera “Morte a Venezia” (di Thomas Mann) purtroppo a causa della sua verde età non gli fu possibile interpretare il ruolo di Tadzio. L’audace Roberto Bolle non si scoraggiò per quella rinuncia anzi, lo spronò a studiare di più, perfezionando non solo la tecnica di studio, anche il suo corpo. Nel 1996 i suoi sacrifici furono premiati, portandolo a esercitare ruoli da protagonista, sia nella parte classica, sia in quella moderna, iniziando a collaborare con molti coreografi. Tutto questo al Roberto nazionale non bastava più, colse l’attimo per esibirsi con il Royal Ballet di Londra e poi con quello di Stoccarda e tanti altri, iniziando a segnare il suo percorso artistico, mentre la sua immagine percorreva quella “scala crescente sino alla carriera internazionale” calcando i palchi più famosi al mondo… sino nel soddisfare forse il sogno più ambito, danzare con la grande e compianta: Étoile Carla Fracci.
Definito un’artista di caratura mondiale, notizia risaputa, poiché unico ballerino al mondo che abbia acquisito contemporaneamente l’Étoile Del Teatro alla Scala di Milano e Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York. Roberto Bolle in seguito, ricevette un importante incarico e nominato “Ambasciatore di buona volontà” da parte dell’UNICEF e ancora, riconosciuto nel 2012 Cavalier dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme a questi traguardi, forse le più grandi emozioni personali e relative soddisfazioni le prova nel danzare alla presenza di personaggi come Vladimir Putin al Teatro Bol’soj di Mosca, a Buckingham Palace dinanzi alla regina d’Inghilterra Elisabetta II che dire allora in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù al cospetto del compianto papa Giovanni Paolo II in Vaticano.
Sebbene sia riservato e desideroso di contenere un certo riserbo, aggiungeremo alla sua vita privata un’unica realtà oggettiva da rendere pubblica, quella di un uomo che uscendo dalla casa natia di Casale Monferrato in provincia di Torino, è riuscito a conquistare il mondo all’età di 47 anni.
Curiosità. Per ottenere un fisico statuario come il suo, pare quasi modellato come se fosse uscito dall’atelier di Michelangelo, Roberto Bolle per ottenere quella bellezza corporea segue una dieta da fare invidia. Beve durante la giornata quattro litri di acqua, i suoi pasti sono di piccole portate diluite durante la giornata, categoricamente esclude cibi confezionati o precotti, non assume carboidrati… detto da lui, non mangia un’Amatriciana da tempo…
Daniele Giordano