“Le sedie”, il capolavoro di Ionesco al Duse

Data:

Dal 9 al 13 marzo 2022 al “Teatro Eleonora Duse” di Genova

Michele Di Mauro e Federica Fracassi, sotto la regia di Binasco, ci hanno proposto, in questo pomeriggio domenicale, al Teatro Duse di Genova, il capolavoro del grande drammaturgo rumeno, naturalizzato francese, Eugène Ionesco “Le sedie”. Il lungo atto unico, scritto a Parigi nel 1953, è un banco di prova non indifferente, noi ricordiamo una edizione con il grande Michelle piccoli, ma, i due attori ,oggi, non sono stati da meno!
Il testo, capolavoro del teatro dell’ assurdo, pone in scena due ultranovantenni, in una città, probabilmente uscita da qualche disastro nucleare, chiusi in un ambiente cadente, forse un vecchio faro stracolmo, appunto di sedie, in attesa di invisibili ospiti, che debbono assistere al discorso dell’oratore, oratore, che non compare, in questa messinscena, ma che dovrebbe essere…sordomuto!
In un mondo ,sempre più chiuso ed autoreferenziale, il testo del grande drammaturgo francese, sottolinea in maniera profonda la incomunicabilità che caratterizza il nostro tempo. Siamo abituati a parlare ,ma non ad ascoltare, a mostrarci attraverso i social, fintamente felici, mentre navighiamo a vista ,privi di punti fermi, in una civiltà occidentale, in totale decadenza, morale e spirituale. Certamente Ionesco, come tutti i grandi, aveva, già previsto, dopo le macerie della seconda guerra mondiale, il disastro dell’ occidente, sempre più in preda alle lusinghe del capitalismo e del benessere, a costo della umanità e degli eccessi del consumismo.
I due bravissimi attori, coppia molto affiatata, dai tempi scenici perfetti, a volte drammatici ,a volte grotteschi o comici, sono riusciti a rendere una teatralità particolare, come quella di Ionesco, in modo veramente perfetto.
Anche l’accento, marcatamente milanese, o lombardo, non ci è dispiaciuto, anzi ,a tratti, soprattutto, nel protagonista maschile, sembrava ideale. Devo dire che ricordava la voce di Ugo Tognazzi, grande cremonese…almeno a me… Con piacere, abbiamo notato, un folto numero di ragazzi, forse universitari, attenti e partecipi, ciò ci fa ben sperare, soprattutto dopo questo lungo periodo di pandemia. Le scene, come richiesto dal testo erano ovviamente minime, ma ci è piaciuta l’idea della luce ,utilizzata in modo molto intelligente e calzante.
I dialoghi serrati tra i due Interpreti ,hanno ,in un crescendo rossiniano ,portato alla catarsi finale…coi due protagonisti che affacciati alla finestra spalancata, vi si gettano fuori, forse in mare?
Scroscianti applausi finali, meritatissimi.

Stefano Ceniti

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