Intervista esclusiva ad Elisa Di Eusanio. Stasera torna nella attesa puntata finale di Doc nelle tue mani 2 e domani in scena all’Altrove Teatro Studio di Roma, con lo spettacolo Neve di Carta

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Con Elisa Di Eusanio e Andrea Lolli, dopo il grande successo di pubblico, torna in scena  dal 18 al 20 marzo presso Altrove Teatro Studio di Roma, lo spettacolo Neve di Carta, con la regia di Elisa di Eusanio e Daniele Muratore, liberamente ispirato al libro di Annacarla Valeriano Ammalò di testa – storie dal manicomio di Teramo, che raccoglie le vicende assurde e storie atroci, soprattutto di donne internate per futili motivi, irrequietezze o esuberanze caratteriali e lasciate impazzire in manicomio.

Neve di Carta è una struggente ballata scritta in versi da Letizia Russo tra due contadini abruzzesi del ‘900 che evoca il mito di Orfeo ed Euridice: Gemma e Bernardino si amano e si sposano.  Gemma, però, è sterile e una ragazza troppo esuberante e vitale per la madre di Bernardino che convince questo suo figlio troppo debole e insicuro a rinchiuderla in manicomio. Gemma trascorrerà dieci anni nelle mura manicomiali a scrivere lettere al suo amato che non arriva mai.  Un giorno, però, Bernardino deciderà di intraprendere un viaggio nell’aspro Abruzzo per andare a riprendere la sua amata. Neve di Carta è una storia poetica e drammatica che fa luce su un sistema sociale fondato sull’esclusione e la paura del diverso.

La nota attrice Elisa Di Eusanio, che stasera vedremo nell’ultima puntata di Doc nelle tue mani 2, ha dichiarato sullo spettacolo: “Sia io sia Annacarla siamo abruzzesi, teramane per l’esattezza, e proprio a Teramo c’è stato uno dei manicomi più grandi e attivi dell’Italia meridionale custode di storie le più assurde e atroci. Attraverso un meticoloso percorso di ricerca Annacarla ha rilevato centinaia di lettere scritte a mano dagli internati, più materiale storico e fotografico. L’aspetto che più mi ha colpito è quello relativo alle donne che venivano internate a cavallo delle due guerre mondiali per futili motivi o irrequietezze ed esuberanze caratteriali e venivano abbandonate e lasciate impazzire o morire in manicomio.

 

Da teramana questa storia mi ha profondamente toccata e ho voluto trasformarla in atto teatrale cercando di allontanarmi dallo stereotipo degli spettacoli sul manicomio. Ho affidato quindi la drammaturgia inedita a Letizia Russo, a mio avviso una delle drammaturghe più sensibili e interessanti del nostro panorama teatrale e le musiche al musicista dj teramano Stefano De Angelis che ha sapientemente fuso sonorità elettroniche a sapori popolari”.

Elisa Di Eusanio si è poi raccontata a noi di Corriere dello Spettacolo in un’intervista esclusiva.

Come è nata l’idea di portare in scena questo spettacolo?

Conosco benissimo Annacarla Valeriano l’autrice di due intensi libri che hanno ispirato l’opera: “Ammalo’ di testa, storie dal manicomio di Teramo” e “Malacarne donne e manicomi nell’Italia fascista”. A Teramo, la nostra città, c’è stato uno dei manicomi più grandi e attivi in Italia, custode di storie atroci. Sono stata immediatamente ispirata e coinvolta.

Elisa ci racconta il lavoro di ricerca che avete condotto sui manicomi abruzzesi?

Annacarla nei suoi libri ha descritto perfettamente, attraverso un meticoloso percorso di analisi e ricerca, le dinamiche interne alla vita manicomiale, concentrandosi soprattutto sulla questione delle donne, che spesso venivano internate arbitrariamente per futili motivi.

Avvicinarvi alla conoscenza delle “malattie mentali” cosa vi ha lasciato umanamente?

Qui più che di malattia mentale si tratta di ingiustizia. Le donne venivano internate non perché insane di mente bensì perché scomode al sistema.

E nello specifico il disagio vissuto dalle donne?

Questo aspetto mi ha profondamente sconvolta. Perdevano dunque la sanità mentale dentro le mura manicomiali. Entravano sane e appassivano folli perché isolate socialmente e trattate “come si trattano i matti” cit.

Come è cambiata la condizione del malato dal passato ad oggi secondo lei?

La questione è complessa. Oggi i manicomi sono chiusi ma esistono comunque pericolose forme di isolamento sociale nei confronti delle persone instabili. Non tutte le strutture sono adeguate, anche se personalmente conosco gruppi di lavoro molto validi, spesso sono le famiglie stesse a non essere pronte e a isolare i soggetti, esattamente come allora.

Elisa viene da un successo strepitoso con Doc nelle tue mani 2, cosa vuol dire per lei avere tanta popolarità e come spiega un successo così grande della serie?

Sono felicissima del successo di Doc. È una serie fortunata perché ha incontrato un mix perfetto nella sceneggiatura, nella storia di base, nella regia e nel cast. Esserne parte è un orgoglio.

La psicologia dei pazienti è qualcosa che ha attirato il suo interesse sia nel mondo del teatro che della serie?

Nella serie il rapporto con i pazienti è fondamentale, il loro ascolto, l’umanita’ di Doc e la sua equipe rendono questi medici e operatori sanitari speciali. La psicologia in generale e l’ascolto dell’altro mi hanno sempre piuttosto attirata.

Come si è trovata a vestire il ruolo di regista?

È stato naturale perché ho sentito talmente forte l’urgenza di raccontare questa storia chele immagini sono venute da sé. Aver lavorato inizialmente ai primi studi con Daniele Muratore è stato fondamentale per trovare la strada di questo viaggio. Poi in seconda battuta ho definito meglio il quadro e l’ho pennellato secondo istinto anche grazie alla autonomia attoriale di Andrea Lolli e al testo di Letizia Russo estremamente potente.

È un’esperienza che ripeterebbe?

Certamente sì.

Cosa rappresenta per lei lavorare con il suo compagno?

E’ stato intenso. Difficile all’inizio. Poi incantevole.

 È da poco uscito anche il film su Sky “Va bene così”, che esperienza è stata?

“Va bene così” è un film che ho amato molto, ho amato subito Francesco Marioni, il regista, per la sua estrema e delicata sensibilitè, ho amato la storia, il mio personaggio e tutto il cast.

I suoi prossimi progetti.

A fine aprile tornerò in scena in “1223 Ultima fermata Mattatoio” un progetto che ho fortemente voluto e ideato con lo scienziato Emiliano Merlin, che porteremo in scena a Carrozzerie N.O.T a Roma. Sono molto sensibile allo sfruttamento animale e alla loro prigionia negli allevamenti intensivi, credo che parlarne sia necessario. Mi auguro che “Neve di Carta” e “1223 Ultima fermata Mattatoio” possano poi girare a lungo.

Daniela Di Genova

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