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LA RINNOVATA AMICIZIA TRA COMPAGNI UNIVERSITARI IN CASA DEL GIOVANE PETER PER NATALE. VITALITA’, AMORI SPEZZATI, SEDUZIONE E PERICOLO SANITARIO PER L’OMOSESSUALE AL VITTORIA

Data:

Dal 5 al 15 maggio 2022 al Teatro Vittoria di Roma

Giustamente a distanza di anni si sente il bisogno di fare un bilancio dei propri sogni esistenziali, di quanto s’è realizzato delle proprie speranze impiegatizie od autonome professionalmente e dei progetti matrimoniali che s’erano coltivati e più o meno realizzati nella giovinezza, dopo gli studi di Scuola Media Superiore e l’eventuale laurea. Tuttavia fa bene ritrovarsi anche tra vecchi compagni di scuola o facoltà per verificare se, l’essersi persi di vista con il tempo, non ha minimamente intaccato i legami d’ amicizia o matrimoniali che erano nati durante le lezioni e gli studi, frequentandosi per aiutarsi reciprocamente sui libri. Questi sono gli argomenti portanti del testo “Gli amici di Peter” scritto a 6 mani da J. e F. Martin più O. Macè che, nella traduzione nella nostra lingua da parte di G. Napolitano, va in scena fino a domenica prossima al teatro Vittoria in Testaccio con l’adattamento borghese e la fine regia psicologica con lo studio dei numerosi personaggi di Stefano Messina. I sei protagonisti, ormai cresciuti ed addirittura in qualche caso sposatisi tra di loro, all’Università formavano una compagnia teatrale che quale ultimo lavoro aveva cercato di rallegrare degli anziani d’un gerontocomio con un divertente spettacolo chiusosi con il classico trenino delle feste; adesso dopo due lustri Peter, l’unico rimasto scapolo per motivi che andranno man mano svelandosi dalla narrazione individuale e dalla focalizzazione dialettica delle coppie formatesi, l’invita nella sua villa, o “cottage” nobile, di campagna per festeggiare il Natale rinverdendo la loro solidarietà, pur se la vera finalità di codesto simposio da empatica rimpatriata è un’ altra. La custode del focolare  domestico, la badante di turno ovvero l’Euriclea del capolavoro omerico sull’espugnazione mitologica di Troia, è Vera che ha allestito una succulenta ed abbondante cena per gli ospiti che si lasciano andare a sincere confessioni, rimpianto per il non fatto o detto, per le realizzazioni professionali e coniugali inferiori a quanto desiderato, mentre qualcuna è ancora infelice  per non essere riuscita a coronare il suo desiderio matrimoniale ed è dunque alle sue ultime “battute di caccia” in cerca della preda che la possa accontentare. Marry e Rogers sono in aperto contrasto tra di loro, a cui è morto uno dei due gemelli di nome Ben, perché l’addolorata e depressa mamma rimprovera il consorte d’aver dimenticato il piccolo in preda ad un a crisi respiratoria per vedere la televisione, durante l’assenza di lei. Andrews legato a Carol, che fa l’attrice, viene sorpreso dalla moglie nel pieno d’un amplesso con Sara, ragazza portata alla ricerca continua di piacenti “playboy” e fidanzati, che ha appena rotto il suo breve innamoramento con Brian che per lei aveva lasciato la moglie ed il figlio dopo un vincolo affettivo protrattosi per 15 anni. Per la nascita di Nostro Signore i due l o chiamano telefonicamente e ciò induce  Sara al pentimento per aver distrutto una famiglia, che torna a vibrare nell’animo di Brian, che si fa intenerire soprattutto dal bambino che lo prega di portarlo allo Zoo e lui gli fa  il rumore onomatopeico degli animali. La slanciata e graziosa Megy fa la corte a Peter sapendolo solo e trovandolo fisicamente procace ed aitante, ma lui respinge le sue “avance” dichiarandole d’essere bisex, però preferibilmente omosessuale e da questa trasgressività sessuale gli è derivata la sieropositività che l’ha spinto a convocare gli amici, come nella commedia “The boys in the band” rappresentata alla fine d’aprile alla Sala Umberto. Il rifiuto di Peter provoca l’irritazione di Megy e la sua delusione per la seduzione frustrata, mentre Andrews pure viene punito dalla moglie Carol che accetta l’ingaggio per la realizzazione come attrice protagonista d’un film da girare in Australia, dopo averlo sorpreso in flagrante adulterio fedifrago con Sara che gioca infine con una papera di plastica. Gli altri, invece, restano sconcertati dall’atroce verità di Peter, mettono da parte i loro litigi e pettegolezzi preoccupati dalla sorte per la vita del loro amico depresso dalla sua condizione virale da malattia del sangue e  tale pensiero li fa riflettere che nelle diverse circostanze che il destino ci riserva, oltre alle singole responsabilità che non mancano mai, c’è sempre una scala prioritaria delle necessità ed urgenze che vanno affrontate per vincerle, possibilmente. Nel caso di Peter tutti riscoprono la fraterna sussidiarietà, il bisogno di rendersi disponibili per l’amico che prima di Capodanno ha trovato la forza per confidarsi con  loro  compagni universitari. Chi al contrario l’abbandona non condividendo il suo stile superficiale, trascurato e negligente di tirare  avanti è  Vera puritana e di costumi sobri, tradizionali, che decide di non assisterlo, sperando che questo suo gesto forte l’induca a responsabilizzarsi. Naturalmente nel finale questo dramma esistenziale sposta la “pièce” dal lato grottesco e paradossale, dagli scontri verbali, alla malinconia e sofferenza patologica, amara costernazione che ci rammenta come non soltanto la “peste” del COVID 19 non sia finita dato che vi sono i contagi da Omicron 3 e 4, ma che pure l’oncologia nelle sue varie forme è dietro l’angolo, se non siamo accorti e sappiamo gestirci con le dovute cautele. L’Amore e l’Amicizia, il Sesso e l’Eros, la Salute, il bene più prezioso che abbiamo a livello corporeo valido per tutti, hanno sempre il loro contraltare negativo che dobbiamo fare in modo di scongiurare. Il cast efficacissimo nell’interazione recitativa è composto da : S. Balletti, V. Bonacini, C. Bonome, A. Carpiceci, S. Di Lauro, S. Flamia, C. Nigro, E. Pintore e S. Graziano. La platea s’è lasciata coinvolgere da codeste varie tematiche e sensazioni emotive, pulsioni psicologiche, apprezzando con un caloroso applauso finale lo spettacolo. Le scene borghesi sono state create da Alessandro Chiti. Vale la pena di non  perderlo entro domenica al Vittoria in Piazza Santa Maria Liberatrice a Testaccio.

Giancarlo Lungarini

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