AMARA CONCLUSIONE DEL CAMPIONATO NELLA FINALE “PLAY OFF” PER IL TRASTEVERE. CON DUE RETI PREGEVOLI NEL PRIMO TEMPO LA SAMBENEDETTESE VINCE IL TITOLO. (1 – 2)

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Come si sa, il pallone è rotondo e dunque non sempre i valori emersi durante tutto l’arco d’un campionato possono essere mantenuti con certezza in una gara secca quale quella che s’è disputata domenica scorsa allo “Stadium” di Villa Pamphili tra i padroni di casa e la compagine della città marchigiana delle palme per la finale dei “play off” della Serie D girone F. Le due società in realtà avevano chiesto alla Lega Nazionale Dilettanti di potersi sfidare allo stadio “Riviera” sull’Adriatico, ma per garantire regolarità totale al torneo ed uniformità con gli altri gironi la proposta era stata respinta. La motivazione era che la Sambenedettese assestatasi, come già scritto nel ritorno del campionato dove ha totalizzato tantissimi punti rispetto alla fine del girone d’andata allorché era terz’ultima, ha più pubblico e perciò le due compagini avrebbero potuto dividersi una più larga fetta d’incasso. Infatti sugli spalti c’erano circa mille spettatori con larga rappresentanza ospite, che ha creato una vera coreografia con un bandierone rossoblù e più piccoli vessilli agitati ritmicamente al vento, sotto la spinta d’un capopopolo che guidava gli altri con un potente megafono. Del Trastevere c’era soltanto un bandierone ed il solito supporter “sfegatato” che incita ad occhi chiusi i suoi beniamini e se la prende, quasi sempre a torto con la terna arbitrale. Stavolta l’arbitro Gangi proveniva dal capoluogo più alto d’Italia, ovvero Enna, mentre i due assistenti erano Fedele di Lecce e Schirinzi del paese salentino di Casarano. Il fischietto enotrio ha tenuto sempre la partita, sostanzialmente corretta, in mano con autorità e personalità, dovendo ammonire unicamente Lorenzoni e Tomas tra gli ospiti per scorrettezze assai eclatanti. I rionali hanno cercato di far prevalere la determinazione e grinta agonistica subito all’inizio ed in effetti al 10 avrebbero potuto sbloccare il risultato se fossero stati più accorti e scaltri, pure con l’ausilio della buona sorte che ha loro voltato invece le spalle : su bordata di Proia dal limite, confermando mister Mazza l’intelaiatura impostasi perentoriamente alla Vastese, il portiere avversario Knoflach ha respinto a pugni e sciaguratamente Macrì da due metri con la porta spalancata davanti ha stampato il pallone contro la traversa, che ancora rimbomba. Il calcio è spietato, per cui chi gol non fa finisce per incassarlo e così la squadra del trainer Alonzi s’è riorganizzata e, avendo più classe tecnica con gli uomini presi in inverno e causali emotive per battersi con maggior ardore e propulsione, s’è disposta con il modulo del 3 -4 – 1- 2 imperniato a centrocampo su capitan Angiulli, Lorenzoni, Buono e Zanazzi, con Lisi in rifinitura per Cardella e Fall, attaccanti molto affiatati ed incisivi, cominciando a dominare a centrocampo ed agendo con veloci contropiede sulle laterali, che sovente pescavano la difesa locale distratta ed impreparata alle minacce, che quest’anno sono state più d’una volta insidiose e letali. Difatti al 17° capitan Angiulli crossava pericolosamente a centro area e Fall con un  meraviglioso tuffo in volo di testa incornava insaccando senza scampo e con nessun controllo della retroguardia quirite alle spalle del povero Semprini. Comunque, con caparbietà ed orgoglio Tarantino e compagni si buttavano alla controffensiva per pareggiare i conti ed al 29° su un tiro da fuori di  Crescenzo, rimpallato da Tomas, la sfera scavalcava l’avanzato Knoflach ed era il meritato pareggio. I romani ci davano dentro ed al 30° una saetta di Corsetti, il più volitivo ed intraprendente dei suoi, era respinta sempre a mani aperte senza che nessuno avesse seguito l’azione e potesse spedire in porta il pallone;  la Sambenedettese, che ha più titoli nel suo “palmares” rispetto al Trastevere, che sa di non possedere per ora un campo adeguato nella capitale e quest’anno non vi saranno deroghe per giocare fuori dal proprio Comune per quanto riguarda l’ iscritte alla Lega Pro, lasciava spazio alle trame degli avversari e dunque al 32 avveniva il secondo rovescio sotto la pressione dei battaglieri adriatici incoraggiati dal proprio vociante e frenetico pubblico. Su trama avvolgente a destra di Buono e rimessa al centro dell’area dei capitolini Laurenzi respingeva sulla fatidica linea ed il pallone finiva sui piedi dell’ottimo capitan Angiulli che dalla trequarti esplodeva un bolide d’invidiabile precisione, come quello di Bastoni contro la Lazio a San Siro, non lasciando scampo a Semprini invano proteso in tuffo. Con due minuti di recupero per la pausa a metà tempo, per ristorarsi dal sole incandescente con l’arsura della canicola, s’andava al riposo e nell’intervallo gli atleti si gettavano stremati sui lettini degli spogliatoi. Nella ripresa ci s’attendeva la pimpante e briosa reazione degli uomini del presidente Betturri, però per l’enorme dispendio d’energie profuso nel primo tempo l’ idee non erano più chiare e nitide, la supremazia quindi era sterile davanti ad una Sambenedettese rinserratasi in difesa e Knoflach non correva rischi, se s’esclude un tiro a mezz’altezza dell’onnipresente Corsetti ben parato ed una conclusione sull’esterno della rete di Fioretti, subentrato al 55° a Pasqualoni , mentre  il terzino Ilari era uscito per il centrocampista Giordani e l’attaccante La Penna per l’incursore Cervoni. Tutto inutile in quanto non si costruivano più occasioni propizie e Knoflach restava inoperoso. Tra le fila ospiti Angiulli risentiva d’un vecchio stiramento muscolare e doveva essere rilevato da Ferri Marini, con Amoruso che andava a rinforzare la difesa per Lorenzoni centrocampista, per tutelarsi Alonzi da eventuali rischi che tuttavia non venivano. Erano anzi gli ospiti con Di Domenicantonio, innestato per Buono, a colpire con una perentoria sventola di prima intenzione  il palo alla destra del battuto Semprini all’86°.Con 5 minuti di recupero, stavolta per le sostituzioni e l’interruzione, Gangi fischiava la cessazione dell’ostilità sportive con l’onore delle armi al Trastevere che, se in apertura non avesse urtato nella traversa, forse, avrebbe potuto aggiudicarsi i “ play off” come lo scorso anno contro il Siena con la magia in semirovesciata di Tajarol , ora al contrario deve accontentarsi della platonica affermazione per i calci d’angolo con  tre a zero. La Sambenedettese che, come c’ha dichiarato il trainer Alonzi s’è imposta con un meraviglioso girone di ritorno e l’ ultime tre gare corsare a Fano, Tolentino e Trastevere,  spera baldanzosamente in cuor suo d’essere ripescata per la Lega Pro, ma nei punteggi delle vincitrici dei 9 gironi della D a tal fine sta bassa e dunque, pur non volendo tener presente il fallimento da cui è uscita da poco, ci sembra parecchio improbabile il grande salto di categoria. Staremo, comunque, a vedere! Dal canto suo il presidente Betturri, abituato ogni anno a mettere in vetrina i suoi “gioiellini” e rinnovarli per rimpinguare le casse con cui sostenere la prossima avventura dilettantistica, ha presentato un progetto al Comune per uno stadio che s’attaglierebbe ai professionisti e per il momento deve sciogliere due riserve : a quale girone ( E, F, G) chiedere di poter essere inserito il prossimo anno e se tenere in panchina “coatch” Mazza, che alla precisa domanda ha opposto un laconico “ No Comment ”. Buon estate a tutti : dai dirigenti allo staff tecnico ed agli atleti!

Giancarlo Lungarini

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