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SARA STUCCHI, LA FOTOGRAFIA COME RINASCITA

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La fotografia l’ha aiutata a ritrovare sé stessa, ad esprimere quelle emozioni che non è sempre facile mettere in gioco con totale apparenza. Ecco perché il rapporto fra Sara Sofia Stucchi e l’obbiettivo è qualcosa che va oltre la semplice immagine. A soli 20 anni, tutte le sue parole sono cercate, ricercate e pensate. Dopo essersi aperta al mondo grazie allo studio delle Lingue, ora c’è un altro mondo – quello fotografico – nel quale non vede l’ora di immergersi. Qualche passo l’ha già mosso, una ventina di shooting sono già in archivio e arricchiscono il suo splendido portfolio, ma la sensazione è che ci sia una storia lunga da scrivere. “Sto disegnando tutta me stessa su un foglio bianco” racconta Sara per sintetizzare il suo rapporto con l’obbiettivo fotografico, un amore al primo scatto che l’ha spinta a tuffarsi con estrema dolcezza. “Cerco un lavoro che mi dia sicurezza economica, ma voglio realizzarmi anche dal punto di vista fotografico, è un’alternativa a cui tengo in modo particolare” svela sincera e diretta.

Come nasce il feeling con la fotografia?

È sbocciata fin da piccola, quando adoravo riprendere alcuni momenti vissuti in occasioni speciali o all’interno del maneggio, dal momento che verso i cavalli nutro una passione davvero particolare. La fotografia mi dava la possibilità di fissare ricordi… così ho deciso di cimentarmi, mettendomi io nei panni della protagonista.

Mai scelta fu più azzeccata!

Ho scoperto che la fotografia, per me, è fonte di relax, di arte e di espressività. Mi affascinava il modo in cui le modelle esprimevano loro stesse, volevo diventare come loro… o almeno assomigliar loro nelle pose, negli sguardi, nelle immagini. Ho voluto provarci, mi sono affidata ad un fotografo e… dopo il primo set sono arrivati subito i primi risultati. Ho ricevuto complimenti, proposte di altri shooting, mi si sono aperte innumerevoli porte.

La fotografia ha assunto un ruolo speciale.

È diventato il mio modo per esprimermi, tramite cui mostrare ciò che va e ciò che non va, vittorie e sconfitte, successi e difficoltà. I miei scatti non mostrano necessariamente il bello inteso in senso superficiale: c’è bellezza anche nella malinconia, nella tristezza, nella sfiducia. Bisogna solo fare lo sforzo di interpretarla. L’immagine non deve solo mostrare l’apparenza, è ben più affascinante mostrare le emozioni. Certo, è una strada in salita e forse con qualche like in meno, ma non potrei mai limitarmi a mostrare semplicemente il mio aspetto fisico…

Venti shooting… Cosa emerge di te?

Che amo la classe e l’eleganza, che adoro i colori e mi affascina la natura. Adoro la fotografia che spazia dal ritratto al glamour. E il glamour non è solo mostrare qualche centimetro di pelle in più, ma è un modo per mostrare il proprio corpo e fissarlo nel tempo, come fece Dorian Gray. Certo, quello di adesso non è il mio punto d’arrivo. Mi alleno, pratico crossfit, voglio migliorarmi ancora di più ed essere felice.

Tu sei specializzata anche nel genere portrait.

Il ritratto racconta il corpo come se fosse un dipinto, si mette in gioco la propria fantasia e la propria immaginazione. Grazie a Christian Papagni ho sviluppato questa tecnica raggiungendo risultati sensazionali. Grazie a lui, ho realizzato scatti nei quali parla la natura congiuntamente al mio volto.

Insomma, hai voglia di sperimentare…

Sì, perché sento che questo potrebbe essere il mio mondo, dove poter creare un mio personaggio e, perché no, un mio business. Sto lavorando anche per veicolare la mia immagine tramite social, anche se lì viene a mancare la bellezza del rapporto umano. Insomma, i social hanno lati diversi da interpretare, ma sono certamente un modo per raccontarsi.

E per capire di più chi c’è dietro una semplice fotografia…

Proprio così! Anzi, a capire perché una ragazza come me si è buttata nel mondo della fotografia. Di certo posso dire che questo mondo mi ha portata a superare le difficoltà della mia adolescenza, così come un ruolo decisivo l’hanno avuta i cavalli, animali straordinari da cui ho ricevuto quell’affetto che non percepito dalle persone. Oggi è decisivo anche il ruolo della palestra, che prima forgia la mente e poi il fisico. Ecco, dietro i miei scatti c’è questo pacchetto di insicurezza, di rivincite e di rinascite, che solo un occhio superficiale non percepisce.

Come ti piace essere nel tuo quotidiano?

Mi piace vestirmi sportiva, ma all’occorrenza so vestirmi bene ed essere molto elegante. Adoro quello stile moderno in grado di valorizzare la mia immagine, d’altronde che l’abito faccia il monaco è un detto nel quale mi ritrovo…

Che ambizioni hai in campo fotografico?

Vorrei essere pubblicata su una rivista di boudoir, perché la vivrei come la possibilità di trasmettere un messaggio positivo all’insegna della sensualità. Ma l’idea di sperimentare altri ambiti fotografici mi intriga enormemente. Mi sento pronta, vorrei mettere in gioco il mio stile, con sobrietà e un pizzico di malizia. Per dare un giudizio sulle cose, d’altronde, bisogna averle provate… L’idea che io possa realizzare delle foto che esaltino il mio corpo, mi piace e mi spinge ad andare avanti. Punto a Vogue e sono pronta ad affrontare sforzi incredibili per giungere a questo obiettivo. Puntare in alto è corretto: al massimo sarà andata male, ma almeno ci avrò provato…

Luca Fina

 

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