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“La storia straordinaria di Arthur Gordon Pym” è l’ultima Prima nazionale al 56° Festival teatrale di Borgio Verezzi

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Savona. La sera di sabato 13 agosto, nelle grotte più colorate d’Italia, è andato in scena un evento speciale, in Prima nazionale, con cui si conclude il 56° Festival di Borgio Verezzi: “La storia straordinaria di Arthur Gordon Pym”, liberamente ispirato al racconto di Edgar Allan Poe, drammaturgia di Marco Badi e regia di Alberto Gagnarli. Tra stalattiti e stalagmiti, un grande tavolo, una vecchia poltrona e pochi oggetti sono gli unici elementi che si uniranno ai quattro burattini che daranno “man forte” a Michele Carli e Simonetta Potolicchio per narrare la loro storia.

Aver riletto recentemente – e con la consueta fatica, perché il testo proprio non rientra tra i miei generi preferiti – l’originale scritto di Poe, è stato poi di indubbia utilità per apprezzare le immagini evocate dagli artisti. Il racconto infatti è laborioso, complicato, un vortice di eventi drammatici che puntano sempre verso il mito della scoperta del globo (siamo nel 1827), e che vede il protagonista (Potolicchio) accordarsi con l’amico Augustus (uno dei burattini del liceo artistico G.Bruno di Albenga) per essere imbarcato di nascosto a bordo del brigantino Grampus, comandato dal padre di Augustus. Il piano dei due giovani era che Gordon si sarebbe reso visibile quando l’imbarcazione si fosse trovata in alto mare, così che non risultasse più possibile riportarlo a terra. Ma un ammutinamento sconvolge questo progetto lineare e dà inizio a un vortice di massacri, prove dolorose, necessità di dover scegliere se sopravvivere e a quale prezzo…

La parola “umanità” a cui si appella Gordon non convince i pochi che sono sopravvissuti con lui: chi decide che uno di loro debba sacrificarsi per alimentare gli altri pescherà poi la pagliuzza più corta, così come il corpo di Augustus, appena deceduto, servirà a calmare gli squali che accerchiano lo scafo di un brigantino instabile. E i selvaggi delle isole all’84° parallelo di latitudine sud, in apparenza gentili (quelli che nel libro sono tutti neri dai denti neri), aggiungono orrore alla trama.

Grande Potolicchio: la sua forza è nella voce suadente, che ora è il massimo della dolcezza e ora invece investe il pubblico con impeto giovanile. Quando indossa il berretto rosso è Gordon Pym in prima persona, che sul tavolo si dibatte “alla cieca” in cerca di un po’ di luce o di qualcosa da mangiare, oppure abbraccia Augustus nell’estremo addio, o ancora implora di attendere almeno un giorno, prima di ridursi a comportarsi come cannibali. Quando indossa l’impermeabile vede il racconto dall’alto, come fosse l’autore, e suggerisce e indica con l’animo di persona saggia. Grande anche Carli che “regge” lo spettacolo manifestando quale momento della trama si stia vivendo: un po’ imbecca Potolicchio, un po’ è esecuzione scenica, e trascina davanti al pubblico, reggendolo con le mani, quel piccolo vascello che emerge da un grande volume, descritto come carico di corpi putrefatti e circondato da odore nauseabondo, vascello che non potrà portare alcun aiuto ai nostri disperati. E, burattini fra le mani, incalza e incalza senza tregua.

I momenti del Teatro di figura sono indubbiamente tra quelli che rimarranno più impressi di questo allestimento: le voci cambiano, i “pupazzi” prendono vita, il dialogo ha la sua soluzione di continuità.

Ci permettiamo un appunto: se pur una pièce “liberamente ispirata”, risulta poco felice il momento del messaggio per leggere il quale bastava voltare il lato (nel testo – ma è altra cosa – Poe ci arriva dopo mille riflessioni). Abbreviare ulteriormente e utilizzare questi istanti magari per ricordare le riflessioni dell’autore sugli avvistamenti di imbarcazioni alla deriva, con gente che moriva di fame, e che impietosamente capitava non venissero soccorsi?

In ogni caso, meno di un’ora per un tuffo nell’unico romanzo scritto da Poe, considerato l’apripista del genere di “terrore”. A curare anche l’impianto scenico ancora il Liceo artistico G.Bruno (direzione di Pietro Marchese e Arianna Rossello), mentre i costumi sono stati del Laboratorio dei Coribanti del Liceo Chiabrera-Martini di Savona, e le musiche di Paolo Casa.

Prossimi spettacoli questa sera, domenica 14 (ore 20.30 e 22) e martedì 16 agosto (sempre agli stessi orari). Info: 019.610167 (nella foto, Simonetta Potolicchio e Michele Carli alle prove).

Laura Sergi

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