Alessandro Piano è un creativo italiano le cui opere sono state esposte a livello nazionale. Sebbene creda che i giochi rappresentino solo una piccola parte del passato, hanno ancora la capacità di ricordarci la nostra infanzia, che secondo lui è spesso uno dei periodi più belli della propria vita. Attraverso la sua arte, Piano celebra e immortala i giochi per bambini degli anni ’80.
Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per noi di “Corriere dello spettacolo” l’artista Alessandro Piano.
Intervista
Ilaria – Benvenuto su questo prestigioso magazine. E grazie per aver accolto il mio invito. Annoveri una clientela internazionale e la presenza a mostre di grande prestigio. Raccontaci…
Alessandro – Sono stato innamorato dei famosi mattoncini fin da quando ero piccolo ed oggi mi rendo conto di quanto siano immortali. La loro bellezza è anche il fatto che riescano a rendere immortali gli altri giocattoli degli anni ‘80. È questa l’intenzione del mio lavoro. Questa è l’ispirazione che mi ha portato a creare i miei “Alter Ego” con i giocattoli degli anni ‘80. Vorrei poter far fare a tutti un salto indietro nel tempo e vedere i nostri vecchi giochi in modo diverso, quasi immortale.
Ilaria – Opere d’arte di grande impatto visivo che toccano temi estremamente differenti grazie ai diversi materiali di recupero e di upcycling che tu decidi di volta in volta di utilizzare.
Alessandro – Ho sempre avuto a cuore la natura e sin da bambino ho avuto la passione di costruire giocattoli con materiali di recupero. Ogni mia opera risulta essere un pezzo unico, perché le firmo e numero di mio pugno.
Ilaria – Quando è esplosa in te la voglia di dare libero sfogo alla tua creatività?
Alessandro – Ho fatto esplodere in me l’arte nell’Aprile 2019.
Ilaria – Ogni opera rappresenta per te un figlio, vero?
Alessandro – Assolutamente sì. Lasciarle andare è dura, ma il mio scopo è quello di donare ricordi che facciano sognare.
Ilaria – Sei nato nel 1979 a Genova, storica città del nord-ovest d’Italia. Quanto ha influito la tua regione sul tuo estro creativo?
Alessandro – L’amore per la città con il suo glorioso passato si è tradotto nell’amare le tradizioni e nel prenderne una profonda conoscenza.
Questo tipo di passione si è intensificata nel corso degli anni cercando di raccogliere le scoperte del passato che mi avrebbero aiutato a conoscere meglio ciò che sono ora.Ilaria – I giochi sono solo una piccola parte del tuo e nostro passato… Giusto?
Alessandro – Esatto. Hanno la capacità di ricordarci la nostra infanzia, che è uno dei periodi più belli di tutti i tempi.
Ilaria – Sei stato definito “Un artista del mondo fluttuante”. Perché collezioni giochi?
Alessandro – Perché mantengono vivo il bambino che c’è in me. Per far conoscere ai miei figli la mia infanzia piena di colori e forme. E per coinvolgere chi è nato intorno agli anni ’70 con un grande salto indietro nel passato, permettendo a chi è nato dopo di scoprire un nuovo mondo e dando una nuova ripartenza a quei giocattoli che oggi sono dimenticati. L’arte coinvolge senza sopraffare ma anzi, arricchendo, il mondo che contamina.
Ilaria – Negli anni hai sviluppato uno stile molto personale che ti ha caratterizzato rispetto ai tuoi colleghi italiani e stranieri. Parlacene…
Alessandro – La noia e la voglia di rompere i limiti ed i confini che la società ci impone; mi hanno spinto a dare vita a tante opere.
Ilaria – Sei la prova che le cose buone arrivano a coloro che sono disposti a sacrificarsi per raggiungere i loro obbiettivi. A cosa serve l’Arte?
Alessandro –
L’arte, se compresa ed accolta nella propria vita, dà speranza, fa sognare, dona emozioni, ci fa entrare in contatto con qualcosa di estraneo a noi spronandoci a crescere, ci fa migliorare, ci stimola ad approfondire la conoscenza e il sapere, ci fa riflettere, ci fornisce un linguaggio universale per comunicare.
Ilaria – Perché l’arte fa bene?
Alessandro – Influenzando la sfera delle emozioni le arti riducono lo stress, migliorano lo stato di salute mentale di ogni individuo.
Ilaria Solazzo