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A tu per tu con l’artista Nefert Pace

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Conobbi la grande artista Nefert Pace in Calabria, in occasione di uno spettacolo che dovevamo organizzare insieme. La sua Arte è immensa e poliedrica. Nefert svolge l’attività di stilista, pittrice, scultrice, scrittrice e poetessa; inoltre crea spettacoli di arte e moda. Sono immensamente emozionata nell’intervistarla oggi e farvela conoscere in tutta la sua Essenza.

Considerato che hai definito la tua Arte spiritualistica, qual è il tuo rapporto con il mondo che ti circonda?

E’ difficile compenetrarmi già da un ventennio in questo clima culturale sociale perché si sono smarriti i veri valori della vita. Pertanto per recuperarli dipingo lo spirituale nell’arte.

Ti chiami Bella, ma ti fai chiamare Nefert. Perché questo pseudonimo?

Cara Elena, non è uno pseudonimo, ma è il mio nome legale da sette anni. Questo avvenne in Toscana, dove insegnai tanti anni moda, storia dell’arte e del costume, e per poter insegnare dovetti comprare il pc, che a me non piaceva. Fu così che attraverso una ricerca scoprii che avrei potuto cambiare il nome. Allora lo cambiai, per necessità non artistica, ma emotiva. Nel corso della mia vita ho provato imbarazzo nel sentirmi chiamare Bella, così lo tramutai in Nefert, che in egiziano significa, appunto, Bella.

Ho avuto il piacere di leggere il tuo parto letterario che si intitola ”Da Bella a Nefert”. Raccontaci in breve perché hai avuto la necessità di scriverlo.

E’ stato veramente un parto. L’ho elaborato in nove mesi ed è stato un transfert della mia condizione di disagio nel portare un nome così imponente, a tal punto che alla fine della stesura del libro guarii dal disagio.

Come hai vissuto l’Arte nel periodo Covidiano?

L’ho vissuto alla grande, in quanto noi artisti abbiamo bisogno di solitudine per creare. Non solo, ma anche di una certa Introspezione. Inoltre la grande novità è che questa chiusura mi alimentò il desiderio di espandermi come artista e fu così che comprai una chitarra e mi misi a suonare, a registrare e cantare di getto, facendo anche video che si possono trovare su internet.

Siccome la tua arte è vasta, io direi di iniziare con la pittura, perché è la tua arte principale. Qual è il genere artistico che ti piace raffigurare?

Sin da ragazzina mi piaceva molto fare ritratti. Con il tempo, studiando ancora di più e perfezionandomi e frequentando l’Accademia di belle arti di Roma, pervenni alla decisione che, oltre a fare lo scultore professionista, avrei fatto il ritrattista. Nel ritratto colgo subito l’interiorità del soggetto che sto ritraendo, grazie a spiccate conoscenze della psicologia e del senso spirituale che mi guida, riuscendo a cogliere gli aspetti più peculiari dell’animo del personaggio in questione.

I nostri lettori dove possono visionare e dilettarsi a conoscere le tue creazioni?

Avendo cinquanta anni di carriera alle spalle, ho deciso di vivere in una casa gallery museo, dove sono esposti in modo permanente tutte le mie creazioni, che i lettori possono visionare attraverso i social o cliccando su Google il nome di Nefert Pace. Il luogo fisico è a Botricello in Calabria. Vi invito caldamente a venirmi a trovare. Elena, invito anche te, che sei parte integrante dei miei obiettivi artistici e culturali. Invito soprattutto giornalisti e televisioni nel mio mondo artistico.

Per adesso ti do un arrivederci e salutandoti ti pongo un’ultima domanda che mi preme farti. Quale tipo di messaggio vorresti inviare ai giovani di oggi che si approcciano all’arte?

Mi sono sempre rivolta ai giovani nel corso della mia vita, tanto da formare un’associazione culturale chiamata Ggalfa ancora attiva dal 1976 e quindi mi sento di dare il messaggio di credere nei valori, nelle radici, altrimenti cadiamo e scadiamo nella superficialità e nella mediocrità. Dunque nei miei dipinti e nelle mie opere in generale spiego ai giovani come poter rinascere. Non per questo le mie creazioni si chiamano “Rinascite” e invitano il giovane a trovare la ricchezza dentro di sé e con essa realizzare all’esterno tutto ciò che desidera. Potere personale, autostima e fiducia, concetti ben espressi nel mio romanzo. Siate fari di voi stessi.

Elena Nesci

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