“Nel metaverso con te”: a tu per tu con Marco Ligabue

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Una grande soddisfazione del mio lavoro con il Corriere dello Spettacolo è quella di poter incontrare anche artisti che ho iniziato a seguire da piccolo e da ragazzo, poter essere con loro, chiacchierare e parlare dei loro nuovi lavori. Oggi ho incontrato il Cantautore emiliano Marco Ligabue, con molta gioia, perché tempo fa gli avevo fatto la richiesta di poterlo intervistare e mi venne detto che mi avrebbe dato questo onore appena possibile. La parola è una promessa e Marco mi ha concesso questa intervista.

Ciao Marco, grazie di cuore di concedermi questa intervista e di condividere l’emozione del tuo nuovo singolo dal titolo “Nel metaverso con te”. Anche se ti conosciamo, ricordiamo che sei nato a Correggio (RE) il 16 maggio 1970. Sei stato chitarrista ed autore di testi e musiche de i RIO e Little Taver & His Crazy Alligators e hai iniziato la carriera solista nel 2013. Oggi a dieci anni dal suo debutto da solista e dopo il grande successo del libro “Salutami tuo fratello” (già alla terza ristampa) ufficializzi una nuova avventura musicale con il singolo “Nel metaverso con te”: Mi parli di questo nuovo brano?

“Nel metaverso con te” è un pezzo nato da una domanda che mi sono fatto, che è “Come si tradurrà l’amore fisico, romantico, passionale, carnale attraverso la realtà virtuale?”, visto che siamo tutti affascinati dalle cose tecnologiche. Mi sono chiesto se l’amore resterà una certezza eterna o si trasformerà? E quindi partendo dal dubbio ho dato la mia impressione personale, visione dell’amore nel metaverso, con una prospettiva abbastanza ironica, cercando di esorcizzare un futuro non virtuale o meglio non solo virtuale.

Diciamo che questo meraviglioso brano è uscito il 17 marzo scorso e si trova in rotazione radiofonica ed è disponibile sulle piattaforme digitali dal 10 marzo. Hai detto che “L’amore romantico, ardente e passionale, in un tempo che mira al virtuale, potrebbe non essere più una certezza eterna e così, in questo brano, ho viaggiato e flirtato in un mio ipotetico metaverso.” Ma questa visione, osservazione su cui ci sarebbe tanto da parlare è completamente negativa? Come vedi l’amore in rapporto alla tecnologia?

Da un lato, la tecnologia ci aiuta, ci favorisce, ci velocizza negli aspetti sociali, ci fa conoscere, incontrare, approfondire le conoscenze e possono sbocciare anche degli amori. Dall’altro lato però forse ci ha rallentato, anestetizzato certi tipi di sensazioni, pulsazioni. Io che ho vissuto la fase analogica e che sto vivendo adesso quella digitale mi rendo conto che prima quando cercavi di conquistare una ragazza lo sentivi dal battito del cuore se poteva capitare qualcosa con una ragazza, c’erano delle sensazioni fisiche e quindi io spero che non si vada nella direzione digitale, perché c’è il rischio di privarci di certi tipi emozioni, di certi tipi di emotività.

Forse stiamo staccando dalla possibilità di provare grandi e profonde emozioni?

Il rischio è quello! Questo perché da una parte stiamo diventando sempre più dipendenti dai social Network e dall’altra perché siamo anestetizzati da certe cose, un po’ distratti, e se continuiamo così il rischio è quello di non vivere quelle pulsazioni forti che ti danno i sentimenti più profondi.

Dici delle cose molto importanti su cui penso che c’è molto da riflettere, e da persona che segue la musica ma soprattutto da persona che ti segue, mi viene da dirti “Grazie per questo brano” perché può aiutarci a riflettere tantissimo, aprirci alla riflessione.

Sei reduce da sette anni pieni di soddisfazioni: il tuo album d’esordio “Mare Dentro” è arrivato subito al 16esimo posto in classifica FIMI a cui sono seguiti gli album “L.U.C.I. (Le Uniche Cose Importanti)” e “Il mistero del DNA”. Le tue canzoni hanno testi schietti che ti hanno portato a ritirare, a fine luglio 2015, il prestigioso Premio Lunezia “per la tua capacità di saper cantare con un linguaggio diretto temi importanti della vita sociale italiana”, come ha dichiarato lo stesso Stefano De Martino, patron del premio. E in questo periodo sei ripartito con un nuovo tour. Il primo concerto è stato il 2 aprile. Quanta emozione c’è per questo grande ritorno sul palco?

Sinceramente, non vedevo l’ora. Penso che i concetti sono la consacrazione di un artista. Si parte da scrivere canzoni, la musica, il testo, arrangiamenti e incisione ma tutto prende senso quando vai sul palco, dove puoi liberare la tua energia, farti conoscere meglio e dove hai dei riscontri immediati con il pubblico. Per me i concerto è un punto fondamentale, non a caso in questi dieci anni ho fatto 750 eventi e questo ti fa capire quanta voglia ho di stare sul palco.

Sei terzino sinistro di Nazionale Italiana Cantanti. Oltre all’attività di musicista sei (dal 1991) al fianco di tuo fratello Luciano con importanti iniziative, dal fan club alla comunicazione web. Ad aprile 2021 è uscito il tuo primo libro “Salutami tuo fratello”, dal quale è nato lo showcase con il conduttore e autore tv emiliano Andrea Barbi che è arrivato ad oltre 100 repliche in giro per l’Italia e la collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura da un’idea del Presidente Stefano Bonaccini per valorizzare le eccellenze locali. Sei Emiliano doc con il rock che scorre nel DNA, hai saputo ritagliarti un importante spazio tra pubblico italiano. Nella vita privata sei l’orgoglioso papà di Viola e Diego. Anche se conosco la risposta, ti domando: Come sono stati questi dieci anni della tua carriera?

Sono stati molto intensi, perché la decisione di lanciarmi da solo non era facile da prendere. Avendo un fratello già famoso, avevo sempre il timore, paura di non essere all’altezza. Insomma, temevo di viverla male, ma a un certo punto ho lasciato da parte tutte le paure e mi sono lanciato. All’inizio ho dovuto combattere soprattutto col pregiudizio, perché quando sei Marco Ligabue e vuoi fare la stessa cosa di tuo fratello ti scontri con diversi pregiudizi, ma poi ti fai coraggio, lotti e accetti tutte le sfide e tutto ti rende più forte, ti fa crescere.

Prima ho citato il tuo libro. Vuoi dire qualcosa su questo?

Il libro è stato una sorpresa. L’ho scritto durante il lockdown perché un aspetto positivo della pandemia è stato quello di darci più tempo a disposizione e io l’ho sfruttato per finire di scrivere questo libro, che posso dire sia andato abbastanza bene – come sai siamo già alla terza ristampa e mi ha fatto fare oltre 100 spettacoli, dato che da questo volume ho creato uno spettacolo, fatto di racconti, monologhi, brani che è piaciuto molto.

La domanda classica che faccio a tutti è: farai un nuovo album?

Un nuovo album no, ma quest’anno farò uscire diverse canzoni.

Ti fermo qui, non diciamo altro, tranne che invitare il pubblico a seguirti è a scoprire direttamente queste nuove canzoni. In conclusione, tornando al brano “Nel metaverso con te”, c’è da dire che la creazione vede l’impegno di sei mani, c’è la collaborazione con Daniele Barsanti, cantautore Viareggino, e con Leonardo Cristoni che già da anni scrive e collabora con te, vede la produzione artistica di Take Away Studio di Modena e del Maestro Maurizio Tirelli. Il videoclip, diretto da Fabio Fasulo, racconta un’avventura romantica in cui il protagonista interagisce in situazioni che gli altri normalmente non vedrebbero perché appartengono al virtuale.
Con questo ci salutiamo. Grazie Marco di aver avermi concesso questa intervista e ti auguro un buon lavoro.

Grazie a te Giuseppe e buon lavoro anche a te.

Giuseppe Sanfilippo

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