Al Festival di Verezzi, De Laurentiis e Pisu. Recensione per “Anima latina”

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Savona. Una nuova prima nazionale al 57° Festival di Borgio Verezzi, con il gradito ritorno di Gaia De Laurentiis e Max Pisu (nella foto), sul palco per “Come sei bella stasera” di Antonio De Santis, che avrà il suo debutto martedì 1 e mercoledì 2 agosto (inizio alle 21.30). A firmare la regia è Marco Rampoldi, e il testo vede la storia di Anna e Paolo da sposati fino al ventinovesimo anniversario di nozze, in un allestimento scenico di Mattia Bordoni. Al debutto nella prosa di De Santis (storico autore di Ale&Franz), sotto la lente, in piazzetta Sant’Agostino, ci saranno le dinamiche della vita di coppia e familiare, alle prese con le gelosie e le problematiche dettate dai figli. Per il regista Rampoldi, “due interpreti differenti per formazione e storia, che condividono però l’affetto del pubblico”. Per chi scrive, impossibile dimenticare che Pisu sia stato tra i quattro protagonisti, nel 2018, di “Casalinghi disperati” di Cinzia Berni e Guido Polito, regia di Diego Ruiz, una delle più divertenti commedie mai viste. Nel poker figurava anche Nicola Pistoia, che quest’estate a Verezzi è stato regista de “Il piacere dell’attesa”, con Michele La Ginestra, segnando un altro successo della Rassegna.

A seguire, il cartellone propone ancora una prima nazionale, sabato 5 e domenica 6 agosto: “Vicini di casa” di Cesc Gay, traduzione di Pino Tierno e regia di Antonio Zavatteri, con Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Alessandra Acciai, Alberto Giusta e le scene di Roberto Crea. Qui la coppia protagonista è in equilibrio precario, ma a scardinare l’apparente stabilità sono i vicini di casa che finiscono con l’irrompere “rumorosamente” nella loro vita. Invitati per un aperitivo, questi si rivelano più spregiudicati del previsto e, dapprima più timidamente, poi meno, le due coppie si confrontano sul terreno scivolosissimo della sessualità. Per il regista Zavatteri, “la rottura delle abitudini può essere un’esperienza dolorosa ma anche, si spera, terapeutica; certamente molto, molto divertente”.

E ritorniamo indietro a sabato 29 luglio, quando in Piazzetta c’è stata Mariangela D’Abbraccio per “Anima latina – Napoli / Buenos Aires”, accompagnata al pianoforte da Massimiliano Gagliardi, regia di Francesco Tavassi. Un viaggio pieno di sentimento nel sud del mondo, grazie ad autori conosciutissimi e meno “sulla bocca di tutti”, caratterizzato da una grande interpretazione (per l’elenco, rimandiamo al link su questa testata: https://www.corrieredellospettacolo.net/2023/07/28/mariangela-dabbraccio-al-festival-di-verezzi-recensione-per-princesa/).

Un’ora e mezza senza interruzione fra pagine lette, recitate, soprattutto cantate con voce inconfondibile e nelle diverse lingue, in un percorso passionale che segue il sottile filo di osservare gli angoli del mondo e permettere al pubblico di immergersi in tante realtà, anche tristi, dolorose, socialmente inaccettabili (come i cumuli d’immondizia a Napoli sotto i quali, comunque, si è lasciato il cuore).

Su tutte, sovrasta la figura femminile: Alfonsina, Maruzzella… all’apice le note più intriganti e sensuali per eccellenza. Assistere al “Io sì” cantato da D’Abbraccio vuol dire conoscere l’accattivante aggressività – alla sua massima estremizzazione – del testo.

Oggi D’Abbraccio viene indicata come “l’ultima grande Filumena Marturano” (e l’ultima sua replica – combinazione – fu proprio a Buenos Aires). E da brava attrice qual è, pathos elargito a piene mani, non è difficile immaginarla nella scena clou della confessione-rivelazione ai figli, nella consegna della cartamoneta a don Mimì, o nell’aut-aut a non rivelare il nome dell’unico discendente. Una prova di tanto estro, in particolare nell’estate del 2004, la diede proprio a Verezzi, quando fu applaudita per il ruolo di protagonista ne “La gatta sul tetto che scotta” (nel cast, anche Tavassi).

La partecipazione di Gagliardi nello spettacolo è al top: sorride, si diverte, ora accentua l’aspetto drammatico, ora è solo sotto le luci, sapientemente dosate, che regalano colore e calore a tutto lo spettacolo. Emozioni su emozioni.

All’uscita una coppia si complimenta con il sindaco Renato Dacquino per il cartellone di quest’estate, e il primo cittadino dirotta al direttore artistico Stefano Delfino. Mi unisco anch’io agli apprezzamenti: a quasi tre quarti del calendario (mancano ancora quattro spettacoli) i titoli scelti parlano di un grande percorso di qualità (www.festivalverezzi.it).

Laura Sergi

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