Cavea. Il virtuosismo alla tastiera di Bollani con Cenni delizia la serata finale di luglio

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Come ogni anno , da qualche tempo a questa parte, pure in questa canicolare estate s’è ripetuto lunedì sera l’appuntamento nella Cavea dell’Auditorium con il talentuoso meneghino Stefano Bollani, che per una sera non è stato visibile solo su Rai 3 con la consueta elogiata rubrica serale “Via dei Matti numero 0” ma dunque anche “live” con un enorme concorso di pubblico che ha fatto registrare il “Sold out” nello spazio aperto della struttura dedicata all’indimenticabile Maestro musicista quirite Ennio Morricone. Bollani è apparso in gran forma nel suo Show “Piano Solo” in cui talora è stato accompagnato dalla brava ed affascinante consorte di Riccione Valentina Cenni, di dieci anni più giovane, sposata dopo il divorzio dalla prima moglie Pedra Magoni, con cui ha cantato stupende melodie partenopee e sbrigliati motivi di samba carioca. Gli affezionati ammiratori delle sue eccezionali doti sono rimasti incantati dalle sue fatate e felpate mani nel tocco delizioso e sciolto, fluido, dei tasti con l’effetto di mirabili armonie acustiche risuonate nella fresca e ventilata aria notturna dell’Auditorium. Egli ha magnificamente improvvisato sfruttando le note e gli insegnamenti ricevuti dai più insigni compositori di spartiti che ha conosciuto nella sua ormai lunga e ventennale carriera di “jam session” ed ha mostrato i possibili finali sonori su cui si sono sbizzarriti maestri come Beethoven ed Harding. Con lui non esiste una pianificazione progettuale del concerto, una “scaletta” dei pezzi eseguiti, tuttavia secondo il suo “flusso di coscienza “ joyciano va dai ritmi brasiliani alle musiche mediterranee, sempre a ritmo di Jazz, fino ad avere inserito da quest’ anno l’esecuzione della colonna musicale del premio “David di Donatello” che s’è aggiudicato con il “leit motiv” del film medievale denominato “Il Pataffio” sulle vicende delle corti ed il rapporto con i sottomessi e vili popolani. Egli s’ispira liberamente ai sommi geni del passato, ma si scapriccia specialmente nell’attimo presente a fianco di virtuosi quali Enrico Rava, Cick Corea, Richard Galliano e di coloro che ospita in televisione, alla maniera dei “tenores a cappella” di Orosei. Frecce impareggiabili al suo arco sono Gershwin, Poulenc e Ravel che esegue con la Scala di Milano, le Orchestre Nazionali di Parigi e Lipsia. Suoi direttori d’esecuzione sono stati infatti Antonio Pappano, baronetto inglese che quest’anno ha lasciato con rimpianto Santa Cecilia, Zubin Metha, già al “Maggio Musicale Fiorentino”, e Riccardo Chailly che abbiamo visto ultimamente in tv su RAI 5 a dirigere il complesso della Scala in Piazza del Duomo. Il prestigio delle colorite note pauliste sono venute dal contatto diretto con Caetano Veloso, che sarà ospite della Cavea a fine agosto, Chico Buarque ed Hamilton de Holanda, mentre nel tempo libero , oltre a coccolarsi con la sua dolce e splendida Valentina, che rappresenta per volontaria ammissione il suo soffio vitale indispensabile, scrive testi o spettacoli teatrali , quali Primo Piano” con la Banda Osiris e “La Regina dada”. In televisione, a parte il corrente lavoro, lo ricordiamo su RAI 3 con “Sostiene Bollani” e su RAI 1 con “L’importante è avere un piano” . Nel lavoro della serata ha riservato un affettuoso omaggio alla memoria del Maestro Armando Trovajoli scomparso da un decennio ed infine su richiesta del pubblico, dopo aver reso onore pure al mitico Carosone gloria di Napoli, ha liberamente arrangiato con uno spassoso gioco verbale ed incrocio sonoro jazzistico dieci bis domandati a gran voce dagli astanti, ognuno con una sua particolare predilezione che tendeva a sovrastare le altre. Non sono mancati naturalmente dei motivi tratti dal suo ultimo album “Blooming”, che hanno confermato la bontà dei molteplici premi ricevuti tra cui il Nastro d’Argento nel 2021 per “Carosello Carosone” e quello della critica per “Soundtrack Stars Award” sempre per pellicole di lungometraggio al Festival del Cinema di Venezia dello scorso anno, che adesso inizierà il 30 agosto. Peccato che sulla scena pianistica italiana manchi il confronto con Giovanni Allevi, altro prodigio del pianoforte, reduce da una grave malattia. L’Accademia di Santa Cecilia intanto ha pubblicato il nutrito ed interessante programma musicale della prossima stagione, che è a disposizione del pubblico all’ Auditorium nell’apposite teche.

Giancarlo Lungarini

Foto Valentina Cenni

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