É uscito venerdì 29 settembre 2023 su tutte le piattaforme digitali il primo singolo di Francesco Nava dal titolo “Acqua“. Un nuovo capitolo musicale viscerale, sentito e stratificato di influenze.
Carne e stelle, corpo nudo nel vento e uragano. La rinascita verso qualcosa di più grande e vero trova una possibilità grazie all’incontro e alla dissoluzione in un corpo la cui identità combacia con quella di un fiume, di un temporale, di un uragano. L’amore e l’elemento naturale non hanno confini chiari e le parole e le immagini cambiano ambientazione come fossero un fluido etereo.
L’acqua, il cantautorato, la scena musicale e il futuro. Ne abbiamo parlato direttamente con lui, ed ecco com’è andata!
Che cosa rappresenta l’acqua nel tuo singolo di debutto, e più in generale nella tua vita e nel tuo percorso artistico?
ìNella sua presenza o nella sua estrema assenza, tendo ad affrontare i momenti di passaggio nella mia vita vicino ad un corso d’acqua, o cercando vie perché questo elemento torni presente. A marzo affrontavo un periodo per me delicato e la strada migliore per superarlo è stata lavorare alla creazione di una piccola oasi nel deserto in Marocco. Ho vissuto un periodo della mia vita alle Canarie, a cento metri dal mare, e lì ero davvero a casa. Qualche anno fa, quando stavo per cambiare percorso di studio, trascorsi un po’ di tempo in Valle della Luna, in Sardegna, in una grotta sul mare. Se fossi acqua, credo avrei la forma di un fiume.
E nel mio singolo? Acqua è la dissoluzione in un corpo la cui identità si può sovrapporre a quella di un fiume, di un temporale, di un uragano. Questo corpo è come un portale per intravedere qualcosa di più grande, una distesa più ampia, una foresta più rigogliosa
Ti occupi anche dalla parte artistica relativa ai video e alle foto? C’è qualcosa dell’essere un artista solista di cui non ti piace occuparti?
Ho imparato solo di recente la bellezza di delegare, di non farsi carico di tutto. Della parte foto/ video si è occupata Gaia Caramellino, una straordinaria artista torinese. Aveva scattato le foto ad un festival chiamato “Festa Galattica per Autostoppisti Spirituali” e me ne ero subito innamorato. Abbiamo collaborato tanto in questi mesi, scattando foto e girando video in varie parti del mondo. Nella produzione artistica delle canzoni mi affianco a Matteo Gravante, un grande artista dalla bellissima sensibilità. Abbiamo convissuto nella stessa casa a Roma ed è bello continuare a collaborare. Non esiste qualcosa di cui proprio non mi piace occuparmi… Forse il mio problema è proprio avere tante passioni, con il rischio di disperdere le energie in tante cose compiute a metà
Fare musica comprende tutta una serie di altre attività. Quali?
Drogarsi.
Avete visto l’intervista di Patty Pravo a “Belve”? Che matta!
Ad ogni modo, per fare musica è necessario tenere a mente un quadro molto ampio. Tendo a progettare molto, a scrivermi le date entro cui certe cose devono essere pronte. Inoltre è sempre necessario considerare le spese di ogni movimento e scelta.
Nel pratico, alcune delle cose da fare sono: scrivere, comporre, fare pratica, registrare, produrre, tenere i rapporti con le persone dal vivo e tramite social, interfacciarsi con i locali, l’ufficio stampa, la distribuzione… è un’attività lenta e come musicista indipendente devo sempre tenere a mente diversi elementi. Motivo questo per cui mi ci è voluta una vita a pubblicare il mio primo pezzo. Ora sarò più rapido, promesso.
Cosa puoi anticiparci del tuo disco di debutto?
Sta nascendo qualcosa di prezioso, un Ep che nelle sue atmosfere ovattate provi ad essere pietra che sa volare.
Vorrei poi dare un certo peso a live in strade non troppo battute. Penso a chiese sconsacrate, osservatori astronomici, boschi… contesti dove il silenzio e le immagini siano musica.
Cosa farai a Capodanno?
Cerco lavori super pagati. Mandatemi su Instagram le richieste. No perditempo
