Ancora una volta ci siamo deliziati a guardare un lavoro della drammaturga Agatha Christie che rientra nella corrente di quei grandi autori di thriller, testi noir ed investigativi che, dalla loro caratteristica prima copertina di colore giallo, vennero definiti “giallisti” e tra questi ricordiamo il francese G. Simenon con Maigret e l’albionico Conan Doyle con il famoso Sherlock Holmes, l’uno caratterizzato dal metodo degli incalzanti interrogatori , come quello riservato dai magistrati a Turetta nel carcere scaligero e l’altro dalle minuziose indagini con la lente d’ingrandimento e gli occhialini con l’idiomatica espressione “Elementare Watson!”. Prima avevamo assistito al film appassionante “Assassinio a Venezia” con protagonista il celebre ispettore ideato dalla scrittrice, ripresa pure nel grande schermo ed in televisione da quel campione del brivido e terrore che era Alfred Hitchcock, mentre in questi giorni sta dominando a Testaccio la rappresentazione teatrale “Miss Marple, giochi di prestigio” in cui il ruolo della funzionale investigatrice privata è sostenuto dalla direttrice artistica del Vittoria la dinamica e vulcanica Viviana Tonio dalle mille idee e dalla superlativa presenza scenica con la fervida animazione del suo personaggio. Siamo alla fine quasi della prima metà del XX secolo e Miss Marple in apertura di sipario sta riposando su una panchina in uno dei tanti parchi londinesi mentre un accanito lettore d’un libro che ha tra le mani le passa indifferente davanti e potremmo pensare che quello sia proprio il romanzo a tinte fosche e sanguinarie che tra poco verrà allestito in scena. Il copione è ironico, umoristico , brillante e talora indecifrabile in quella sarabanda di famiglia allargata, come molte di oggi, nel mondo rurale albionico in cui la vecchia compagna di studi liceali Ruth invita l’intraprendente ed intelligente amica Marple, sua altruista e solerte amica, per aiutarla a trarre dai guai la sorella minore Caroline che teme corra pericoli per un’ingente eredità che in molti si contendono. Marple, una perfetta e signorile, arzilla, vecchietta d’oltre Manica in cui la Toniolo si cala con aderente identità, non le può rifiutare il suo supporto sentimentale e razionale per cui si trasferisce dalla sua magione metropolitana a St. Mory Dead nella villa vittoriana di Stonygates, in cui i residenti sono in forte fibrillazione per la posta in palio e la trama si dipana come un classico congegno ad orologeria con una serrata dialettica tra gli occupanti e la magia dell’apparenza che nasconde con inganni e sofisticati artifici la dura realtà, i sospetti reciproci e gli interessi particolari di cui ognuno è portatore. La proprietaria Caroline ed il terzo marito Lewis, che specula su di lei, hanno fatto della villa una comunità per il recupero di giovani criminali da poco usciti dalla galera e tra la numerosa “nidiata” di figli legittimi o meno di codesta famiglia si distingue Edgar un giovane con manie di persecuzione, che in effetti avrà una parte notevole, in questo lavoro ed ad un certo punto costringerà il povero Lewis a seguirlo con la minaccia della pistola in un’altra stanza allorché contemporaneamente va via la luce e si odono due colpi di revolver. Sarà quello che la gente pensa o siffatto è solo uno stratagemma per sviare l’attenzione degli astanti e realizzare qualcosa di più imprevedibile e celato abilmente da un trucco di prestidigitazione ben calcolato e riuscito? Naturalmente la sostanza non è così semplice da comprendere e decifrare come si potrebbe essere indotti a credere e poi Lewis ed Edgar sono rivali e divisi da intolleranze psicologiche od in verità sono complici del piano malvagio messo in atto e chi sarà il vero morto, che c’entra una macchina da scrivere con il foglio dattiloscritto strappato e sottratto? Questo non ve lo diciamo per non togliervi il piacere, quali provetti poliziotti, di provare a dipanare l’intricata matassa aggrovigliata e non facile da sciogliere, come sarà in grado Miss Marple con i suoi sottilissimi ragionamenti per far combaciare i vari tasselli delle prove strenuamente raccolte precedendo l’arrivo delle Forze dell’Ordine di Scotland Yard. I responsabili che si proponevano di compiere intascando l’eredità ?Quale sarà il finale aspetto positivo di tale dramma ? Evidentemente starà a voi cogliere tutti questi aspetti disseminati nella pièce con alternanza ambivalente tra suspence e mistero, umorismo e frizzante satira mondana con dissacrazione dell’unione familiare. Non fidatevi mai dell’illusioni visive, come “docet” il mago Casanova alla sarcastica trasmissione di Ghezzi “Striscia la notizia”. Il brioso adattamento teatrale è stato di Edoardo Erba e la vivace, seduttrice realizzazione registica di Stefano Messina che ha indotto gli attori della Compagnia “Attori e Tecnici” a dare il massimo per sfolgorare di propria luce e per interagire con efficace sinergia in ogni situazione, risaltare di umano spessore e doti recitative per portare gli spettatori in “alto mare” ed impedirgli di capire subito la profonda realtà nascosta dietro lo schermo dell’apparenze mutevoli. Alla fine torniamo alla situazione iniziale con il caso risolto e Miss Marple fiera di se stessa , ringraziata da tutti per la sua lucida ed intuitiva intelligenza senile. Tanto appariscenti scene sono state create da Alessandro Chiti con le musiche di Pino Cangialosi su cui si muovono gli attori molteplici e poliedrici impersonati da C. Lizzani, F. Draghetti, C. Bonome, A. Carpiceci , C. David, S. Flamia, M. Marcucci e M. Greco. I costumi tipici del primo Novecento inglese sono di Isabella Rizza ed il lavoro sarà replicato fino a domenica prossima, per poi cedere il passo alla commedia sociale, civile ed etica di Pirandello con il suo relativismo “L’Uomo, la Bestia e la Virtù “ fino al 10. Andate a vederlo con il genio della mente per i puzzle intriganti e vi divertirete fino a domenica al Vittoria.
Giancarlo Lungarini
