L’invasione urbana degli animali ed una possibile convivenza con loro in “Cinghiali”

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Le nostre città versano sempre più in condizioni precarie per il tardivo e non sempre puntuale ritiro dei rifiuti solidi ed alimentari,  molti non fanno la differenziata e non conoscono bene la distinzione tra i cassonetti, mentre talora non ci fanno proprio caso, per cui assistiamo ad indecorosi spettacoli che offendono il decoro e la dignità delle metropoli con un basso indice di giusto ed opportuno deposito e smaltimento della nettezza urbana, al punto che talora i sacchetti o gli elettrodomestici vengono gettati per strada ai margini, insieme alle suppellettili varie senza chiamare l’AMA che sovente non è puntuale nei passaggi e per questo il sindaco Gualtieri l’ha sanzionata. Altrove vi sono le discariche abusive, autentiche risorse criminose d’affari per privati o clan mafiosi, invece a Roma od assistiamo ai giganteschi incendi di Malagrotta e Rocca Cencia oppure vediamo animali vari : topi, pantegane, gabbiani e cinghiali girovagare, spesso in gruppi guidati da un capobranco nelle nostre strade periferiche o vie consolari, per cui si registrano feriti da scontri con le auto, o persone azzannate da loro specie di sera per la scarsa illuminazione nella cintura del GRA e dunque come non pensare che così non si possa andare avanti e magari continuare pure a spendere soldi per il trasporto della nettezza urbana al Nord dell’ Europa o dell’Italia dove gli impianti di lavorazione e riciclaggio di codesti residui e scarti producono energia termoelettrica alternativa e la gente non è perciò ostinatamente contraria al loro riuso, diversamente da noi dove le proteste contro l’inceneritore voluto dal primo cittadino Gualtieri o l’opposizione dei Comuni vicini, tra cui Albano, è enorme. Su siffatta rovina e danno del Creato non è approdata a nulla di concreto la Conferenza di Dubai e pure l’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sii” non ha ricevuto grande attenzione sulla scia del “Cantico delle Creature “di San Francesco di cui Bergoglio porta il nome pontificio e ricorre quest’anno l’ottavo centenario della morte, mentre pure il seguito della svedese contestatrice Greta Thunberg è diminuito tra i giovani. Eppure il problema riveste una grave ed urgente attualità per cui bene ha fatto Veronica Liberale a comporre un testo teatrale che viene rappresentato in questi giorni ai Servi di Largo Chigi fino al 28.L’autrice si domanda se , invece di uccidere i quadrupedi, saremmo pronti ad un surreale e paradossale, bizzarro, confronto con loro per vedere se nella Natura ci fosse posto per entrambi con una stralunata convivenza tra cinghiali, ottimi per la loro carne da mangiare, ed esseri umani. Pertanto si parte dalla campagna, dalle tenute e riserve di caccia, dai parchi,  come la radura di Macchia Desolata ove vivono Nerina interpretata da Antonia di Francesco compagna sensitiva di Calidone, reso dall’esperienza collaudata e fine dicitura di Duccio Camerini il principe del teatro di parola, che insieme vivacchiano alla meno peggio con figure erranti e misere al limite della sopravvivenza. A loro due un giorno s’unisce, giungendo dalla Maremma con la sua numerosa prole, la mastodontica Amaranta piena di premure ed attenzioni, come tutte le mamme istintive quali gli animali sono, per i suoi piccoli, finché  i “dumani”, come loro chiamano gli esseri umani, si coalizzano e danno loro spietatamente la caccia quale gustosa preda gastronomica. Sono perciò costretti a cercarsi un riparo in un antro cavernoso e qui incontrano Red, che è triste e spaventato in quanto la sua compagna è annegata nel fiume ed il suo piccolo ha artigliato un uomo provocandone con gli ungulati piedi la tremenda fine. Questo, con una maggiore spinta impulsiva, li sprona ad andare in città in cui per l’attuali condizioni di lacerazione delle buste dell’immondizia ai bordi delle vie ed  abbandono delle merci di risulta pure senza contenitore potranno trovare gustose vivande per le loro zanne a portata degli artigli delle zampe. Protagonista di tale immaginaria illusione ed allettante proposta è Giuseppe Ragone, ma l’interrogativo bizzarro e suggestivo resta in piedi e senza una risposta con una libera decodificazione interattiva : sarà possibile una convivenza tra uomini ed animali?  Il regista del brioso lavoro amletico ed originale, dettato tuttavia dal momento che attraversiamo, è l’umorista frizzante e satirico, attore brillante, Pietro De Silva che dirige l’effervescente cast, con i dialoghi fitti, serrati ed intrecciati dei coprotagonisti, animali parlanti, quasi fossero il grillo oppure il gatto e la volpe del fantastico libro “Pinocchio “ di Carlo Collodi , essendo capace di ricavare un’allegra e spensierata, sardonica, messa in scena cominciando da una questione d’estrema rilevanza che indigna molto la collettività quirite, come quella di altri notevoli centri urbani, poiché può essere fonte di preoccupanti patologie, alla guisa di tifo e colera nei Paesi meno sviluppati. Una novità veramente da meditare con una profonda amarezza, lasciando aperta la speranza ad un più salutare “habitat” nelle aree metropolitane, dato che alcuni siti minori quali Tivoli , Velletri e Guidonia Montecelio, il secondo Comune della nostra provincia per totalità di residenti, hanno raggiunto per la più generosa solerzia ed il  responsabile impegno dei residenti un  lusinghiero risultato in base all’ultimo sondaggio ISTAT.

Giancarlo Lungarini

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