Ci vuole davvero Wikipedia per tentare un elenco, sicuramente incompleto, delle poliedriche attività di Lella Costa. Teatro (tanto, sin dagli esordi, molto spesso in forma di monologhi), cinema, televisione, cabaret ma anche scrittura di testi teatrali, di libri e saggi. Doppiaggi, audiolibri, e voci di pubblicità e di cartoni animati. Sostegno attivo dei diritti civili. Non stupisce abbia ricevuto l’Ambrogino d’oro nel 2019.
In questi giorni Lella Costa è tornata alla sua vocazione primaria, il monologo teatrale, con lo spettacolo Otello, di precise parole si vive, in scena dal 16 al 21 aprile al Teatro Carcano di Milano, di cui, dimenticavamo!, condivide la direzione artistica con Serena Sinigaglia.
Si tratta di una ripresa di una prima versione di 24 anni fa. Una ripresa che nasce dalla necessità impellente di rileggere in chiave contemporanea i temi che rendono eterni i grandi classici e immortali i personaggi, in grado in ogni tempo di “parlarci, stupirci, incantarci; a volte ci aiutano perfino a capire chi siamo, cosa ci sta succedendo adesso”.
Il monologo di Lella Costa, in scena da sola come quasi sempre, per un’ora e mezza alterna la recitazione vibrante e accorata delle parti più significative con l’esame della psicologia dei personaggi e l’analisi della dinamica delle emozioni. Così il malvagio Jago si rivela nella sua affascinante, perfida e veloce leggerezza, mentre Otello è vittima della sua sincera onestà, che lo impaccia e lo rende “lento”, come accade a chi resta coerente a ideali, valori e comportamenti. Agile e rapido è invece chi alle parole non conferisce valore profondo, ma le utilizza come meri strumenti funzionali a raggiungere gli obiettivi del momento.
La scenografia è molto semplice: tre grandi teli bianchi dal soffitto al pavimento. Strumenti continuamente usato nel corso della narrazione, aiutano Lella Costa a dare corpo e consistenza figurativa ai personaggi e alle loro emozioni.
Come osservano le note di regia, “la trama è folgorante… un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole”.
In scena giganteggia, attraverso l’interpretazione di Lella Costa (che si produce anche in un simil-rap sulla ripetizione “metti il denaro nella borsa”) la grandezza di Shakespeare nel descrivere gli eterni umani sentimenti. L’odio di Iago che nasce dal risentimento e la sua divorante avidità, la immatura credulità ingenua del vano innamorato Roderigo, la passione e l’innamoramento di Otello che rapidamente lasciano spazio al dubbio corrosivo, alla rabbia, alla ferocia, la passività di Desdemona, quasi vittima sacrificale che vede la realtà con gli occhi di Otello, pur nella certezza totale della propria correttezza.
Sul finire dello spettacolo i tre grandi teli bianchi vengono uno dopo l’altro abbattuti a terra: segno forse della caduta degli ideali di sincerità, onestà, fiducia.
A margine, una nota di ottimismo.
E’ sempre bello vedere teatri affollati di persone alla ricerca di Bellezza e Cultura.
Guido Buttarelli
OTELLO, di precise parole si vive
di Lella Costa e Gabriele Vacis
Teatro Carcano di Milano dal 16 al 21 aprile
Drammaturgia Lella Costa e Gabriele Vacis
Light and sound design Roberto Tarasco
Scene Lucio Diana
regia Gabriele Vacis
Produzione Teatro Carcano
Distribuzione Mismaonda