UOMINI STREGATI DALLA LUNA. Ossessioni e nevrosi in un’osteria romana

Data:

 

Al Teatro Manzoni di Roma, fino al 28 gennaio 2018

Le donne ed il lavoro rappresentano il tormento principale dell’uomo moderno che spesso viene irretito e reso isterico, angosciato e stressato proprio dai problemi gravi che si creano su questi due fronti, lasciandolo senza amore e denaro. Testimonianza viva di ciò n’è la commedia scritta a quattro mani da Pino Amendola e Nicola Pistoia ”Uomini stregati dalla luna”, che ambienta il lavoro in una trattoria romana ai limiti del GRA, che è stata da poco rilevata da due estrosi e stravaganti imprenditori, quali Pino e Ciccio interpretati rispettivamente da Giuseppe Cantore assai bizzarro e gigionesco con qualche chilo in più e Fabio Avaro, con uno stravagante parrucchino per coprire la sua calvizie. Tuttavia non sono riusciti ad abbellire la locanda e renderla invitante, avendo solo sulle pareti dei quadri con degli scorci panoramici ed archeologici dell’urbe; perciò tutti hanno disdetto e le succulenti pietanze che avevano preparato sono rimaste invendute,segnando un grave deficit nel loro bilancio economico e non avendo dimostrato di essere ”business man”. Unico loro ospite è il poliziotto Nicola, impersonato in maniera furastica e disperata da un incontenibile Enzo Casertano che si lamenta e dimena tragicamente per essere stato abbandonato dopo un burrascoso decennale fidanzamento, per le numerose infedeltà della compagna, dalla rimpianta e sospirata, nonostante tutto, MIRIAM. Nicola,che è uno dei rari clienti abituali rimasto legato all’osteria, non vuole per l’afflizione partecipare al veglione tra amici e rientra così in caserma in divisa da appuntato, lasciando agli amici i giochi per la serata. Poi mentre i compagni si preparano a degustare l’allestito cenone dal cuoco mediocre e pettegolo, dai sordidi interessi del popolino romano,Massimo,in cui si destreggia con flemmatica indifferenza Lallo Circosta. Il tutore dell’ordine ritorna con abito da cerimonia per gustare le lenticchie tipiche di San Silvestro. Con profonda costernazione e grave umiliazione per l’andamento della serata si cominciano ad assaggiare i piatti, pensando che l’ultimo sentimento romantico struggente viene dal cielo terso con la deliziosa luna piena. Improvvisamente la porta, che augura spiritosamente il buon anno, si apre ed appare una meravigliosa figura alta e bionda in scintillante abito rosso da gran sera che sostiene d’essere rimasta bloccata con la macchina nei paraggi mentre andava da degli amici. I convitati restano estasiati, le loro pene sembrano dissolversi, iniziando a circuire quella che per loro è una sex–simbol. Un astro fulminante è capace d’incantare ad occhi aperti e far dimenticare tutte”le Miriam” di trascorsi infelici. Con lei si ragiona sull’amore, il sesso, i diversi impulsi del cuore ed il matrimonio; mentre Francesca dichiara al gruppo d’essere una studentessa d’architettura a due esami dalla laurea e d’aver amato un produttore.di vini francese novantenne ed aver fatto la modella in Inghilterra. Sarà proprio così od avrà ragione il fido cameriere Massimo che crede di rivedere in lei, una “luna” protagonista osé, di pellicole proibite in TV nella notte; e per quale ragione compariranno un paio di manette ed una pistola incustodita pericolosamente?Magnifica è GIULIA RUPI nelle vesti di tale fiammeggiante satellite seducente,al punto da far inginocchiare i pretendenti. Forse non andava dagli amici, aveva prestato la macchina al fratello e con il suo involucro culinario s’accingeva a passare la nottata, ma per un po’ ha realizzato un’opera di bene. Si replica fino al prossimo 28 gennaio al teatro Manzoni con la regia divertente e psicologica dell’ineffabile talento di Silvio Giordani.

Susanna Donatelli

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