Dall’8 al 13 marzo 2022 al Teatro Vittoria di Roma
Finalmente abbiamo avuto l’opportunità di rivedere a teatro un altro grande attore del genere scanzonato, spiritoso e sarcastico, che da anni è impegnato nella solidarietà sociale verso le donne ed i bambini del terzo mondo, dove lo sviluppo economico non è ancora arrivato e nemmeno i vaccini per cui in Africa c’è tuttora un alto indice di mortalità. Nel suo nuovo spettacolo, dovendo tornare ad interessare le platee, il comico ha pensato bene d’affidarsi ad una “ Cavalcata storico – fenomenologica” mediante la quale dimostrare la prevalenza della donna sul maschio e questo a partire dalla Genesi, uno dei cinque libri del Pentateuco, in cui nei panni di Dio racconta con salaci battute ed arguti sofismi quanto il Padre Eterno fece nei fatidici 6 giorni prima di riposarsi il settimo e di come la compagna dell’uomo, tratta da una sua costola, non fosse contenta di Adamo in quanto le appariva solo un essere sciocco ed inutile, ingenuo, propenso a dimenare il suo “ birillo” piuttosto che essere all’altezza di lei esteticamente bella e sagace, tanto che non l’avrebbe preso come partner di completamento sessuale se Dio non le avesse chiesto di mutarlo in meglio con le sue armi segrete. Nella tentazione Adamo non seppe resistere alla prova del diavolo e, rovesciando la versione biblica, furono cacciati dal Paradiso terrestre e giardino dell’ Eden in quanto lui mangiò la mela, dandola quindi ad Eva, chiamata così quale madre dei viventi; ogni sua estemporanea riflessione satirica sul piano creaturale di Dio è oggetto di folgorante stupore e scroscio di risate divertite , esilaranti. Nell’epoca delle caverne e dei cacciatori – raccoglitori spesso l’uomo tornava deluso delle sue battute di caccia, essendo rimasto a secco di selvaggina fingeva d’essersi infortunato camminando a stento e zoppicando, per cui la moglie non lo rimproverava ma gli preparava una bella tisana calda;, visto che l’espediente funzionava, il soggetto maschile prese l’abitudine ad essere riverito e servito, magari dopo essere stato a giocare a calcetto con gli amici finito il lavoro od alle guarnigioni militari nelle foreste la domenica. Con un linguaggio pungente e graffiante, allusivo e irrispettoso nei confronti del suo stesso genere, Giobbe mette in risalto la maggiore sensibilità elettiva e voglia di correre i rischi dell’esistenza dell’ altra metà del cielo con la favola di Cappuccetto Rosso che si reca a portare le vivande alla nonna che è stata divorata dal lupo, ma lei con spavaldo coraggio ed abbacinata dall’amore per la sua cara parente non si guarda dal pericolo e finisce per pagare la sua scriteriata condotta, cosicché oggi con un bel mantello rosso ed un cane come fedele segugio fa la pubblicità televisiva al cellulare Bondi. Il lupo cattivo invece non sarebbe altro che l’uomo tiranno e deposta in parecchi casi in famiglia ove ritiene di poter spadroneggiare e disporre a proprio piacimento della sua consorte, che talora maltratta ed in preda alla stolta e scriteriata gelosia talora arriva ad uccidere davanti ai figli pure piccoli. Socialmente animale carnivoro e predatore metaforicamente è il capo dello Stato autoritario basato sull’autoritarismo personale, che nella Storia s’è sempre più incrementato a dismisura quando mancava il carisma personale e questo dagli imperatori romani ai monarchi assoluti fino a Stalin, Fidel Castro, Saddam Hussein, Bin Laden, Assad, Mao ed oggi Putin che desidera ricostituire la grande Russia di Ivan il Terribile, che nel Cinquecento aspirava a foggiare la terza Roma fino al georgiano di Tiblisi dopo Lenin ed adesso il grasso e basso signorotto di Pyongiang ovvero Kim Jo il Sung che spara razzi in continuazione sul Pacifico. La maggiore intelligenza, logica razionale e spirito altruistico lo rivelano in codesta fase temporale le donne e madri che scappano dall’Ucraina in tutti i modi, a sprezzo della vita, senza portare nulla con sé pur di salvare i loro figli, mentre i mariti e gli uomini in generale fino a 60 sono costretti a rimanere in patria per combattere stoicamente contro l’invasore, che nella terra della Rivoluzione comunista dell’ottobre del 1917 reprime con severi arresti fino a 15 anni di carcere ogni contestazione e dissenso contro il terrore bellico seminato, che rievoca quello di Budapest del 1956 e del 1968 di Praga con Jan Palack che si diede fuoco nella piazza San Venceslao dopo un’uguale fiera ed indomita resistenza popolare. Dunque queste sono le convinzioni Giobbe Covatta, anche se la sua c’è parsa una ricerca predeterminata ed un postulato soggettivo destinato ad una tesi aprioristica, suffragata dalla scansione poetica dei sublimi versi lirici omaggio alle donne desunti da “Pene d’Amor perdute” del bardo o “cigno” di Stratford On Avon, che impalmò una donna maggiore di lui di 8 anni. Il riconoscimento per le signore della “ nazione di confine “ che Putin ha smembrato, acquisendo la Crime ed il Donbas di cui esige lo stato d’indipendenza, s’è unito a quello per le donne africane, suo vecchio cavallo di battaglia” ed a quello per le madri e discendenti di Eva così squisite e dal buon cuore nell’aprire le porte delle loro case alle profughe ucraine con famiglie al seguito. Resta una sottile polemica ironica ed irriguardosa riguardo all’uomo, che ha avuto anche lui molti geni ed uomini di valore nella Storia al punto da divenire prima poveri religiosi come il santo di Assisi e poi missionari canonizzati per aver diffuso la Fede ai quattro angoli della terra sull’impronte di Sant’Ignazio di Loyola. Il lavoro dal significativo titolo “ Scoop, Donna Sapiens” sarà replicato al Vittoria in Testaccio fino a domani 13 Marzo con discussioni inevitabili al termine della rappresentazione. Poi la prossima settimana ci sarà il teatro divulgativo “Museo Pasolini” per il centenario della nascita del Poeta di Casarsa, il cui fratello morì come partigiano della “brigata Garibaldi” a Porzius.
Giancarlo Lungarini