ANIMA MUNDI, IX ed., 30 maggio 2019 Un parterre di regine del teatro al Chiostro ‘Nina Vinchi’ del   Piccolo Teatro di Milano

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Nel Chiostro ‘Nina Vinchi’ del Piccolo Teatro di Milano il 30 maggio si è svolta  l’ultima edizione del Premio Anima Mundi, una rassegna dedicata alla drammaturgia di autorìa femminile dove la parola autorìa sta per autorevolezza. E infatti autorevoli sono le Autrici che si sono alternate sul palco e che rappresentano la nostra drammaturgia di qualità declinata al femminile. Autrici autorevoli, si diceva, grazie al  loro  solido background il che dovrebbe corrispondere ad una  presenza  non sporadica di loro opere nei programmi dei teatri, cosa che, purtroppo, non avviene mentre sta avvenendo di frequente all’estero. La  nostra rassegna è dunque iniziata con le NUOVE PROPOSTE, ovvero con la presentazione di opere recenti scritte dalle autrici predette e in parte non ancora rappresentate, per concludersi con l’omaggio a due grandi donne della storia del nostro Paese: il Premio Nobel Matilde Serao e una delle più grandi attrici di ogni tempo, Eleonora Duse, entrambe rievocate dalle pièces “Serao” di Maricla Boggio e ‘la Musica dell’anima’ di M. Letizia Compatangelo, note drammaturghe che, inoltre, guidano e danno impulso alle due maggiori associazioni di Autori teatrali italiani: la storica SIAD (Società Italiana Autori Drammatici)  e il più recente CENDIC (Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea Italiana) .

Apre la prima parte della serata Francesca Bartellini, autrice e attrice poliglotta, che ha presentato e interpretato un brano della sua pièce intitolata ‘Padre’, reduce dal grande successo ottenuto negli UK al  Tron Theater di Glasgow, in cui affronta con  delicatezza e sensibilità poetica lo scabroso tema dell’incesto. A seguire, Lucia Berardinelli ha  presentato, con l’attrice Paola Curatolo che ne ha interpretato un brano, la sua divertente, ironica e paradossale pièce intitolata ‘Il mio tesssòro’ un monologo sul tema dell’utilizzo della ‘parola’ detta e scritta. Alice Bignone ed Ermanno Rovella hanno  interpretato un brano tratto da “L’albero, epitaffio per uomo e donna,” di Giulia Lombezzi, in trasferta a New-York, una pièce che, senza indulgere in patetismi, tratta  il tema del declino della vita quando ci si deve rassegnare alla casa di riposo. Fantasia e antica, dolente saggezza  femminile nel  ‘cunto’ di Marica Roberto  intitolato “La Fata Morgana, fantasia su un mito”,  monologo a sei personaggi di cui lei stessa ha interpretato un frammento accompagnandosi con il canto e la musica. Francesca Sangalli ha poi illustrato la genesi della sua opera intitolata  “La ricostruzione di Milano”,  un dramma dal complesso impianto scenico, in cui l’autrice, rievocando racconti famigliari, esprime un inedito punto di vista sugli ultimi ottant’anni della nostra storia. Gli attori del Piccolo Teatro, Giorgia Sanesi e Sergio Leone, ne interpretano da lor pari un frammento. Rimaniamo a Milano con  Roberta Skerl che in ‘Una vita che sto qui” e in un impeccabile dialetto milanese, dà voce ad Adriana, anziana abitante di una casa popolare che, costretta a sgomberare per una ristrutturazione, esprime tutto il suo risentimento per una vita sempre più difficile per l’età e oppressa dalla ingombrante presenza degli immigrati ‘neri’. Ne ha recitato un brano l’ospite più applaudita della serata, una strepitosa Ivana Monti che interpreterà la pièce in programma al Teatro Franco Parenti. Conclude la rassegna dedicata alle nuove proposte Iole Spinnato che  ha presentato la sua  pièce “Miele per Moske”, in cui la ‘parola’ assume le sembianze di un ‘ronzante’ dittero. A  seguire Fabrizio Caleffi e Domitilla Colombo recitano con il consueto brio un breve estratto di “Serao” di Maricla Boggio che ci ha anche parlato del coraggio e della passione politica di Matilde Serao, mentre la vita di Eleonora Duse, in  “La musica dell’anima” di M. Letizia Compatangelo è stata rievocata  da Stefania Lo Russo. L’intensa e applaudita serata si è conclusa con un cenno all’altra figura cardine del teatro di ogni tempo, l’Attore, con Diana Vasileva che ha letto due capitoli del libro “Fingere di non fingere” (Dino Audino Editore, 2018)  in cui racconto  due divertenti aneddoti  riguardanti la nostra Lollo nazionale e il sopravvalutato Laurence Olivier.

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