Teatro Toniolo, Mestre (VE), 1 aprile 2016
Termina la stagione Io sono danza, ispirata quest’anno alla danza contemporanea statunitense nelle sue varie declinazioni. Dopo Momix e Pascal Rioult, è il turno del Tulsa Ballet, compagnia dell’Oklahoma fondata nel 1956 da Roman Jasinski e Moscelyne Larkin, dal 1995 diretta dal napoletano Marcello Angelini. Solo sette tappe italiane, ma ben due in terra veneta a Mestre e a Vicenza, per Masters of Dance, tre brani creati da celebri coreografi.
Classical Symphony impegna sette coppie di danzatori in un tour de force tecnico e interpretativo. Yuri Possokhov getta uno sguardo beffardo alla tradizione, complice la Sinfonia Classica di Prokofiev, senza perderne coscienza ed eleganza. Le idee brillano per freschezza e giocosità, accompagnate da una cifra critica non indifferente, pregna di complesse combinazioni derivate dal balletto classico riattualizzato con sagacia. Nel complesso trattasi d’una coreografia variegata e intelligente, ma qui sacrificata in spazi troppo piccoli per accogliere i numerosi assieme. Si è notata una disomogenea qualità negli esecutori non sempre attenti alla pulizia dei movimenti.
Il ceco Jiří Kylián ideò Petite Mort per il Festival di Salisburgo in occasione del bicentenario della morte di Mozart nel 1991. Sfrutta i tempi centrali di due famosi concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang, l’Adagio del K 488 e l’Andante del K 467. Kylián evoca atmosfere dalle tinte cavalleresche, dove il corpo teso in pose drammatiche diventa scultura. Se il titolo, raffinato francesismo, indica il culmine estatico dell’orgasmo, ecco che tutto acquista un senso: sei uomini, sei donne e sei spade, evidente allusione alla virilità, in tentate e riuscite deflagrazioni su cui neri costumi barocchi gettano macabre ombre.
Chiude Rooster di Christopher Bruce su otto canzoni dei Rolling Stones tra cui Not Fade Away, Sympathy for the Devil e Little Red Rooster. La compagnia tira fuori il suo vero spirito, dimostrando di essere assai versata in questo stile dalle reminescenze rock & roll. Bruce adotta una scena buia da cui gli interpreti escono grazie a luci particolari. Rooster sta per gallo e non a caso i maschi ne imitano le movenze, attorniati da sgambettanti ragazzine. D’altronde, nato Bruce nel 1945, Rooster non può che essere un omaggio a un’epoca che, tra Grease ed Elvis Presley, segnò la cultura angloamericana.
Pubblico numeroso ed entusiasta, soprattutto i giovani convenuti.
Luca Benvenuti
Tulsa Ballet-Masters of Dance
Classical Symphony
Coreografia: Yuri Possokhov
Musica: Sergei Prokofiev, Sinfonia Classica n. 1
Petite Mort
Coreografia: Jiří Kylián
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart, Concerti per pianoforte e orchestra n. 23 e n. 21
Rooster
Coreografia: Christopher Bruce
Musica: Rolling Stones