Al Teatro Delfino di Milano dal 21 maggio al 29 maggio 2016
Amore. Questo è il sentimento principale che cogliamo nello spettacolo che ha debuttato in prima nazionale al Teatro Delfino di Milano diretto da una regista che evidentemente ne ha tanto dentro di sé e che generosamente ne fa dono agli altri, agli spettatori. Questa donna è Marisa Della Pasqua che con energia, passione e bravura dirige un gruppo di splendidi attori/cantanti di varie età, portando sulle scene una storia d’amore, di perdono, di pentimento, di cambiamento, di speranza. Tutto al ritmo di una bella musica rock, e non solo, coinvolgente e ritmata, e che suonata dal vivo ha tutto un altro impatto, in cui il giovane pubblico può riconoscersi e quello un po’ meno, apprezzare senza riserve. E naturalmente ascoltando le canzoni originali cantate dagli attori e che rendono il dramma cui assistiamo più leggero, non nel senso di superficiale naturalmente, ma per il pregio di saper parlare a tutti senza annoiare, o pretendere intellettualismi inutili e molto spesso negativi. Anche la scenografia si libera di inutili elementi ma si arricchisce di idee registiche interessanti ed efficaci, lasciando alla storia e alla recitazione degli attori l’essenza del tutto che ci arriva in pieno.
La storia è il dramma di un uomo che attende nel braccio della morte la sua sentenza finale. Si trova lì perché vent’anni prima aveva commesso un crimine ma nel frattempo, durante la detenzione, è cambiato, ha avuto la forza di perdonare e ora, tutto quello che spera, è che qualcuno perdoni lui, dimenticando sentimenti di vendetta e di rancore. Il titolo dello spettacolo, una bella scelta originale ed educativa, è un numero simbolico, settanta volte sette, che viene citato nel Vangelo a significare “sempre” riferito a quante volte siamo in grado di perdonare qualcuno che ci ha offeso.
Ad una donna è affidata la parola finale, il verdetto che gli potrà salvare la vita, una donna che a sua volta aveva ricevuto un torto ma che prima ancora era stata perdonata per i suoi errori.
La vita, ci dice con semplicità Marisa Della Pasqua, prendendo naturalmente ispirazione dagli insegnamenti del Vangelo, è una lunga sequenza di errori e cadute, di offese e di torti, che rimarrebbero tali se non avessimo la forza di perdonare e di andare oltre, senza più essere prigionieri del passato. Perché se un sorriso non può che strappare un sorriso anche un perdono può generarne un altro ma se così non fosse, l’importante sarebbe averci provato, in buona fede e con tanta dose di umanità e speranza.
E l’invito che alla fine ci fa Marisa è “ cambia la tua vita”, abbi il coraggio di abbandonare il male e di seguire il bene.
Uno spettacolo che potrebbe, con la gioia e il divertimento che il teatro porta dentro di sé, essere un messaggio e un insegnamento per le giovani generazioni e un wake up call per quelle che hanno dimenticato, convinte di non avere più nulla da imparare.
Daria D.