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Home/ Recensioni / I Solisti del Teatro ai Giardini della Filarmonica di Roma

Ago

01

I Solisti del Teatro ai Giardini della Filarmonica di Roma

  • 1 Agosto 2016
  • Recensioni, Teatro
  • Roma, Susanna Donatelli, Teatro

Personalità disturbate e gelosie evolutive con il pericolo dei “social network”nella drammaturgia Anglo-Americana contemporanea.

Spettacoli: IL DONO  il 27/07-              GIRLS LIKE THAT il 28/07

È  stato interessante osservare l’analisi sociologica ed etica che questi due paesi: Inghilterra ed America hanno subito in due testi recenti di scrittori autoctoni,che sono stati portati in scena con semplici allestimenti essenziali nella “Kermesse” di via Flaminia nuova a Roma,ambientata nell’amena oasi floreale dei Giardini della Filarmonica de “I Solisti del Teatro” curata dalla dinamica e polemica organizzatrice Carmen Pignataro per la 23° edizione. Nel primo lavoro tratto da brevi interviste con uomini schifosi di D. Foster Wallace ed adattato registicamente da Luca Bargagna per “Blueteatro”, si esamina la crisi psico-sociale negli strati marginali delle comunità metropolitane americane dopo il fallimento dell’età industriale e delle banche s’è giovata la Fiat rilevando la CHRYSLER di Detroit. Nelle cinture di Brooklyn,Harlem e Los Angeles, Filadelfia, Boston e Chicago, ne sono rimasti molti di “homeless” o “borderliner”, da noi  barboni o clochard come quelli pregiudicati sotto i ponti e viadotti di Roma,che sono stati tagliati fuori dal contesto sociale e sono stati schiacciati da traumi, complessi e frustrazioni, di varia natura, paranoici e schizofrenici, deliranti e sporchi, laidi e terribili per sé e per gli altri su cui sfogare la loro “sfiga” e le proprie impotenze cerebro-sessuali.

Il_Dono_Corriere_dello_SpettacoloAlcuni di costoro Wallace l’ha intervistati e Borgogna,servendosi di pochi elementi scenici come sedie e parrucche ideati da E. Aruta, l’ha portati sul palco, trasformando il cinico intervistatore in una scrupolosa psicanalista, tesa a lasciar sfogare sulla sedia-lettino il paziente per ricavarne i motivi delle turbe profonde da rimuovere, dopo che si sono palesate con un linguaggio spudorato, volgare e blasfemo, talvolta l’ira del traumatizzato è talmente acuta che si rende carnefice non solo di sé,ma della stessa dottoressa come nel caso della figlia del “guarda cessi” arrivato per assuefazione alle schifezze quotidiane ed essere alcolizzato ed omosessuale, che si vendica socialmente soffocandola. Insomma è il teatro “BECKETTIANO” della parola che fa da sponda collaterale alla cinematografia psicologica di Woody Allen. Interpreti graffianti calati perfettamente nella parte sono stati: V.  Altieri, V. D’amato, E. Mandalari, L. Mascolo, M. Odierna. Tornando in Europa, dall’inghilterra c’è pervenuto il romanzo: “GIRLS LIKE THAT” che lo scrittore Evan Placey, insegnante di linguaggio creativo dell’università di Suuthampton, ha redatto nel 2013 per la “West yorkshire Playhouse”. L’associazione “UPNOS”,ha deciso di portarlo in prima nazionale Italia per supportare la campagna del Consiglio d’Europa ed AICEM contro le parole di odio diffuse oggi su”social network” ed in particolare whatssapp.

Girl_Like_That_Corriere_dello_SpettacoloL’oggetto sono le fisionomie dei ragazzi di oggi, le rivalità che si creano se qualcuno esce dal “branco” e non sposa i canoni comportamentali delle compagne come accade a Scarlett allorchè pone una sua foto nuda sull’istagram del cellulare,con cui ha dialogato fino a ieri con le compagne con cui sta crescendo dal 1928 nella scuola privata” S. Elena”, ma che non sono pronte a tante libertà nel rendere pubbliche le loro fattezze e concezioni sessuali. È un diverso modo di psicologia evolutiva, che riversa sulla povera Scarlett una serie di commenti ingiuriosi ed offensivi negativi che presto indurranno l’insultata ragazza a pensare a come fare per salvare la propria dignità. Ella non può tornare indietro e quindi non le resta che mostrarsi superiore con l’indifferenza, come consigliava il grande poeta mantovano”duca mio” al sommo padre della lingua italiana “non ti curar di loro  ma guarda e passa.” Questo significa tuttavia rompere con gli altri e rompere con gli altri e restare isolati, come è capitato a tutte quelle donne antesignane “suffragette” che dal 1909 hanno combattuto, dopo l’incendio in una fabbrica americana, altro punto in comune tra i due lavori per rompere gli schemi dei pregiudizi e delle convenzioni sociali.Bisogna spezzare la pressione sociale ed il falso potere dei “media” che in piccola scala,si realizzano e radicano già nella scuola dove vi sono i leaders psicologicamente predominanti del gruppo che un giorno dovrà rompersi quando le lauree ed i diplomi li porteranno lontani in cerca della carriera. Il testo svela tuttavia come non si sia ancora pienamente realizzata la priorità tra i sessi, perché la foto nuda di Scarlett è vista con gelosia,mentre quella del compagno è osservata con l’occhio cupido e spasimante per il giovane Russell aerobico e palestrato, come Rocco Siffredi.Insomma  quello che alla Venere è vietato ai David è permesso con “l’agognata posta” in palio. La pièce è pertanto risultata intrigante per i falsi miti, l’ossessioni ed i rischi della generazione digitale capace di far del male con leggerezza e superficiale incoscienza a compagni e docenti. Per la regia briosa ma anche da scavo interiore è di Emiliano Russo, hanno recitato con efficace sinergia: F. Cuzzoli, F. Mancinelli, D. Masetti, O. Orticello, la coreografia è di M.Scalese.

Susanna Donatelli

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    • Pino Caruso , Il teatro è una forma di felicità interrotta dall’esistenza.

    • Orson Welles , Il teatro resiste come un divino anacronismo.

    • Giorgio Albertazzi , Teatro è guardare vedendo.

    • Louis Jouvet , Niente di più futile, di più falso, di più vano, niente di più necessario del teatro.

    • Arthur Miller , Il teatro è così infinitamente affascinante perché è così casuale. E’ come la vita.

    • Joël Jouanneau , Scrivere, è annerire una pagina bianca; fare teatro, è illuminare una scatola nera.

    • Federico Garcia Lorca , Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana.

    • Terrence Mann , Il cinema vi renderà famosi; la televisione vi renderà ricchi; ma il teatro vi farà bene.

    • Eduardo De Filippo , Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita.

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