Apparente impassibilità stoica con umoristico sarcasmo di fronte all’adulterio del marito e le doti necessarie per salvare il matrimonio nella brillante commedia francese VICTOIRE

Data:

Al Teatro Manzoni di Roma fino al 19 febbraio 2017

Certe volte la nostra vita nei momenti in cui meno te l’aspetti viene sconvolta da tristi e spiacevoli avvenimenti che mettono a dura prova l’equilibrio psicologico provocando frustrazioni, repressioni o reazioni isteriche e schizofreniche a seconda della maturazione nevrologica di ciascuno. Questo è quanto indaga la scrittrice fransese Dany Laurent, definita la più autorevole rappresentante della drammaturgia contemporanea transalpina, nella frizzante didascalica nell’ironicamente vellutata commedia: Victoire. L’esame s’accentua sulla relazione coniugale tra un professore cardiologo, Marcello interpretato con stile signorile e classicamente imperturbabile Pietro Genuardi, reduce dal successo televisivo di “cento vetrine”, e la moglie Victoire, la bionda sempre graziosa e seducente Patrizia Pellegrino, che sembra trascorrano un’esistenza tranquilla con il successo nella moda come stilista disegnatrice di modelli ed un figlio ventiduenne Simon bravo studente all’università. Improvvisamente tale menage viene messo in crisi dal suono alla porta d’una bella ragazza bruna,la fascinosa Giulia Fiume, che è allieva del marito dato che si sta laureando in medicina,ma che Victoire scopre essere amante del consorte essendo Katy attesa nello studio al piano superiore. Victoire ascolta in silenzio ed apprende che la rivale è pure incinta, facendosi passare per una vicina di casa, per cui non le resta che aspettare che il marito si sveli confessando, mentre lei si confida con il suo collega d’atelier impersonato da Dario Tacconelli, quali strategie seguire per conservare il proprio legame e dare segni di saggezza in una circostanza tanto grave? Essere atarassici stoici, non lasciarsi abbattere, coltivare l’amicizia con Katy per saperne sempre di più, così d’apprendere che la ragazza, una come le tante dai comportamenti superficiali dell’oggi, aveva pure un altro “flirt” con un collega d’ateneo canadese di Montreal e non sa chi sia il padre.Gli intrighi da sciogliere sono molteplici ed allora ecco la risorsa del DNA, come per il caso di Maratona,mentre Victoire a Marcello, che si gioverà della pratica scientifica per dimostrare almeno qui la sua innocenza, nega il consenso alla maternità d’una figlia perché vuole sentirsi giovane,bella e desiderabile,pensando a Valentina la figlia di Katy che di notte non lascia dormire la madre, in quanto piange per sbilanciamenti temporali. Dunque Victoire tratteggiata stupendamente da Patrizia Pellegrino n’esce alla grande rinfacciandogli il merito d’essere stata” l’angelo del focolare domestico”, per non averlo bersagliato con insulti dettati dal rancore,tirato piatti in faccia,ma salvato il connubio con fredda determinazione ponderata,amore,generosità ed intelligenza. La piéce è impreziosita,grazie all’inventiva del regista Antonello Capodici,dalla raffinata operazione multimediale, per cui sullo schermo di fondo si vedono immagini di Parigi con i suoi più ammirati monumenti, come la torre Eiffel, L’Arco di Trionfo e la Place de La Concorde, città più visitata dai turisti lo scorso anno, strabilianti capi d’alta moda in passerella con sfilate mondane, dialoghi a distanza con Katy e l’altro creatore di modelli in vacanza, fino alla crescita della bambina dalla carrozzina al correre e giocare nel giardino di casa. Tutto ciò arricchisce magicamente il laboratorio-soggiorno della famiglia borghese esaminata nelle sue dinamiche. Da segnalare gli abiti della Pellegrino dal rosso scintillante del primo tempo al nero sensuale da gran sera ed al completo beige del secondo. Si replica al Teatro Manzoni fino al 19 febbraio.

Susanna Donatelli

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