Se la musica ce l’hai nel sangue, allora è normale che prima o poi diventi la tua vita. Ed è normale che una passione si trasformi in un lavoro, che il microfono e il palcoscenico diventino gli strumenti per trasmettere gioia ed emozioni a migliaia di persone. Dal Casino di Campione d’Italia a Gallipoli, passando per le spiagge di Bibione e i locali della movida milanese, Salima Annoni da anni è uno dei volti più ricercati da chi voglia passare una serata diversa dalle altre, dove la regina incontrastata sarà la musica (“quella buona”) e le sorprese fioccheranno un po’ dappertutto. Certo, Salima non è una di quelle donne che passano inosservate. Innanzitutto fisicamente: dread biondi (più noti come rasta), tatuaggi sparsi in giro per il corpo, piercing e occhi verdi coperti da un occhiale con montatura rossa. E poi, quando la si sente cantare, si capisce perché di strada ne ha fatta. Salima Annoni è cresciuta nella scuola di canto di Ginetta Terenzi, la “prof” di Mia Martini, capace di plasmare alcune delle più belle voci italiane. Ecco, cinque anni di corsi, uniti a tante lezioni private di ballo, hanno fatto sì che questa 42enne di Como sia diventata un’artista polivalente che negli anni si è tolta lo sfizio di lavorare in piani-bar, feste in piazza, eventi mondani, serate latino-americane e molto altro ancora, rimanendo per scelta lontana dai riflettori della tv. Insomma, un’artista sui generis con un seguito di aficionados che la “insegue” un po’ ovunque pur di non perdersi l’occasione per divertirsi. Il Nord Italia ha imparato a conoscerla, la Svizzera le ha più volte spalancato le porte, e le località di Lago più belle della Lombardia e del Piemonte l’hanno più volte scelta per ravvivare le loro serate. Tutto rose e fiori? In apparenza. Perché anche Salima ha dovuto confrontarsi in più di un’occasione con troppa “approssimatezza” che purtroppo regna in alcuni spaccati del mondo dello spettacolo ed ha dovuto fare i conti con i cambiamenti nei gusti musicali degli italiani, influenzati da talent e trasmissioni varie. E lei, voce raffinata, amante del bello e del “mito italiano”, ha scelto di non adeguarsi. Con lei si torna indietro nel tempo. D’altronde, come potrebbe essere altrimenti, lei che ha studiato sulle orme di Mia Martini e Loredana Bertè…
Ripartiamo dalla musica, la tua più grande passione.
Anche se sognavo di… entrare all’Isef, dopo aver studiato Magistrale alle Canossiane. Invece, pur essendo sportivissima e amando l’agonismo, quel sogno è svanito a 18 anni. In compenso, ne è sbocciato un altro, che avrebbe cambiato la mia vita per sempre…
Naturalmente, la musica.
Fin da piccola mi divertivo a coordinare piccoli eventi musicali e manifestazioni artistiche. Poi, ho iniziato a strimpellare la chitarra e a suonare pianoforte. Finchè, ho deciso di intraprendere la strada più seriamente. Ho lavorato sulla mia voce con la maestra di Mia Martini, Ginetta Terenzi: cinque anni di studio e di fatica, iniziata con un aneddoto curioso…
Ovvero?
La prima lezione, mi ero presentata decisa a far sentire tutte le mie qualità. Terminata la mia esibizione, mi disse che così avrei potuto contare solo in un pollaio. Il mio ego crollò, ma mi crebbe la voglia di imparare e di migliorare. Mi sono convinta che la formazione è fondamentale in questo campo, anche se il talento e il quid personale fanno sempre la differenza.
E, pian piano, arrivano le prime collaborazioni importanti.
Cito, fra gli altri, Gatto Panceri e Aida Cooper, due voci straordinarie. Pian piano, mi avvicinai al mondo dello spettacolo. Purtroppo, alla lunga, ha prevalso lo scetticismo: ho trovato una professionalità non diffusa, c’è chi sfrutta il proprio nome o successi precedenti pur non avendo competenze tecniche adeguate. E questo è un peccato.
In compenso, la tua carriera non si è interrotta.
Ho iniziato ad essere presente a eventi, concerti benefici, eventi di piazza, animazione di locali. Il canto stava diventando la mia professione. E una ventina d’anni fa, ebbi un’idea che mi avrebbe portata in giro per l’Italia.
Già, erano gli anni di Fiorello e del Karaoke.
E io… iniziai a fare un piano bar diverso: puntando sulla mia voce, sulle più belle canzoni italiane, sulla qualità. Fu un autentico successo… Ebbi l’occasione di girare l’Italia, di suonare sulla Riviera Adriatica, sullo Jonio, nei locali dei Laghi Maggiore, di Como, di Garda, andai in Svizzera…
La gente era la tua adrenalina.
Anche se, alle volte, non ero così convinta di farcela! La musica mi ha dato autostima, consapevolezza di me. Prima mi sentivo sempre in difetto, preoccupata di deludere qualcuno. Ed invece, tutto è cambiato…
E quando si cavalca l’onda… bisogna sfruttarla.
Per essere ancora più completa, ho studiato ballo, latino-americano, zumba. In questo modo, ho voluto crescere. Non ero più solo un cantante, ma avevo attorno a me una troupe composta da ballerini e da musicisti. Si respirava aria di musica buona, si vedevano coreografie. Era davvero un periodo straordinario, in cui c’era voglia di ascoltare buona musica durante un aperitivo in spiaggia, una festa in piazza, una serata di karaoke.
E tu sei diventata famosa…
Perché pur non essendo tatuata come adesso, amavo impressionare! Potevo uscire sul palco con indosso la maschera di un corvo o truccata da indiana. La mia parola d’ordine era… stupire!
Oggi, invece, la musica e i gusti del nostro Paese sono profondamente cambiati.
Bisogna adeguarsi e farsene una ragione, oggi la buona musica è morta o quasi. Tutto è basato sui talent, il monopolio della tv è totale. Ci sono poche idee, a maggior ragione i nostri cantanti italiani degli anni Settanta, Ottanta e Novanta continuano a rimanere dei punti di riferimento assoluti. Ci sono meteore, oggi, che durano l’arco di una stagione e purtroppo il popolo italiano si fa trainare in questa corrente. Almeno, però, Maria De Filippi ha importato in tv l’idea dell’Accademia, rivalutando l’importanza dello studio.
Cos’è per te la musica?
La mia compagna di vita ideale! Mi ascolta, mi aiuta, mi rallegra, mi emoziona e mi fa sfogare. Non potrei chiedere altro. E il ballo… è il mio compagno ideale! È il mio modo di esprimermi, il mezzo con cui faccio sorridere la gente: e questo è il mio mestiere, qualcosa di unico e speciale. La musica e il ballo sono gli strumenti che uso per donare gioia alle persone, lo scopo mio e delle mie serate.
C’è un episodio, nel tuo curriculum, che merita di essere raccontato. Quello a Campione d’Italia…
Ho avuto l’onore di cantare e suonare al Casinò: una sala prestigiosa, un palco incredibile ed un pubblico rigorosamente in tailleur e doppiopetto. Anche in questo caso, la musica italiana di un tempo ha fatto la differenza. Ed a fine serata sono piovuti i complimenti. È bello quando si ha davanti qualcuno in grado di stimarti per la tua voce e per il lavoro che hai fatto per raggiungere certi obiettivi.
Oggi, Salima Annoni è contesa in eventi di animazione, karaoke, feste.
Mi piace girare, sperimentare, lavorare con Drag Queen per provocare una risposta da parte del pubblico. Se dovessi dire un sogno, parlerei della radio. L’ho fatta, ma mi piacerebbe tornarci…
Luca Fina