Una giovane attrice ribelle capitolina desiderosa di rappresentare la sua visione di Roma con E. Danco in Deversivo. Elucubrazioni mentali e ricostruzione d’un giallo nella Trilogia di Cap

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Al Teatro India di Roma

Full immersion d’una serata nell’ex struttura industriale della MIRA LANZA  a viale Marconi, oggi TEATRO INDIA, spazio alternativo sperimentale dello Stabile di Roma per assistere a due spettacoli della parola,con scansione nitida e classica l’uno ed energica, grintosa ed agitata, movimentata, l’altro. Intendiamo riferirci alla prima delle tre parti del progetto speciale 2017 Mibact di Riccardo Caporossi ed alla riproposizione dell’ultima scrittura drammatica dell’attrice, regista cinematografica Eleonora Danco, fattasi conoscere nel 1998 con ”Ragazze al muro”, poi “Sabbia” e”me voio sarvà”. Nella sala A, Caporossi ha presentato insieme a Vincenzo Preziosa: ”immagine scomposta” in cui i due, seduti ai due capi d’un tavolo al centro della scena, tentano di ricostruire gli elementi essenziali d’un delitto passionale, estraendoli da una scatola nera e leggendo alcuni passi d’una passionale esecuzione il magistrato, che si pone pure una serie di domande sulla verità coinvolgendo i pochi astanti seduti intorno come ad un dibattimento processuale. Ecco allora  un paio di scarpe nere trascinate da un filo,un cappello di simile colore,un gomitolo rosso sangue, uno verde della speranza con un telaio avvolgente come Penelope ed infine una porta come una “matriosca” ed altre minori all’interno. Quante chiavi serviranno per aprirle, ovvero scoprire i segreti esistenziali?Passando nell’attigua sala B, ecco l’idolo delle giovani generazioni romane, Eleonora Danco che,con una travolgente vitalità esuberante ed ispirandosi alle  didascalie rivoluzionarie di R. Rauschenberg,allestisce una graffiante ed iperbolica pièce. in parte autobiografica sulla sua Roma ed il mondo del teatro. Facendo su e giù per la scena ripensa a quando come giovane aspirante “performer” indipendente e critica verso il contesto urbano e sociale paludato.b orghesemente andava in giro a stampare i suoi testi e cercava produttori ed impresari disposti a produrla,ma trovava solo coloro che erano attaccati a vecchi e consolidati stereotipi od altri desiderosi solo di fare borderò con testi di facile successo. Per lei, che randagia e senza scrupoli, si batteva per un teatro diverso,”off limits” e senza censure sembrava non ci fosse spazio, litigando sempre perfino con i tipografi, stampatori e fotocopisti con 5 euro al giorno doveva mangiare e vestirsi dopo aver lasciato la periferia dei quartieri Trieste e Nomentano. Si tratta di frammenti di vita,di spezzate rielaborazioni mentali che dicono come niente l’abbia fermata nella sua voglia di sfondare autopromuovendosi e dirigendosi da sola,dando l’impressione d’essere una delle tante ragazze depresse, scoraggiate apparentemente e con i calzoni rotti come reazione all’etichetta della moda elegante e perbenista, ma che niente poi abbatte,nemmeno i dinieghi degli enti pubblici e privati. Quindi Eleonora è espressione di questo mondo alternativo,d’una Roma minore ed ossimorica tra la grande bellezza di Sorrentino ed il degrado della cintura e del GRA;vincitore del festival di Venezia di qualche anno fa. Durante lo spettacolonemmeno la rottura del microfono l’ha arrestata!

Susanna Donatelli

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