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Operazione tridimensionale e sinestetica per la presentazione teatrale del restaurato film Il castello di vogelod con la voce narrativa di C. Santamaria e la musica dei Marlene Kuntz

Data:

Al Teatro Ambra Jovinelli, fino al 29 ottobre 2017

Il locale classico dell’avanspettacolo dei primi del Novecento intorno alla stazione,di cui si sentono voci e rumori, ha inaugurato la stagione all’insegna della didascalia “è tutta un’altra storia” per indicare che quest’anno non vi saranno solo spettacoli comico-satirici, ma pure una serie di lavori di prosa che saranno tuttavia rivisitati in chiave contemporanea. Si è ripartiti con qualcosa d’insolito per cui s’è addirittura chiusa,per esigenze tecniche,la seconda galleria: la proiezione al pubblico del film muto di Murnau del 1921 ”Il castello di vogelod” viaggio musicale tra parole ed immagini intorno al tema del sospetto, del rimorso e della sostituzione di persona nel dannato castello claustrofobico vicino alla foresta nera. Logicamente la pellicola con il tempo è andata deteriorandosi e nonostante il ritocco, alcuni pezzi, in questo film in grigio sfumato con diverse dissolvenze, della durata di 75 minuti, mancano per cui tocca all’attore e live elettronics sulla scena Claudio Santamaria narrarceli per farci seguire la trama del giallo che iniziò il genere del”nero e dell’horror” tanto apprezzato ai giorni nostri. Il brillante interprete in questo periodo del noir incentrato sui disabili “brutti e cattivi” nella parte del papero, riproduce rumori stridenti della porta che si apre e della chiave che gira nella toppa della serratura, mentre la colonna sonora è affidata dal regista Fabrizio Arcuri al complesso piemontese dei MARLENE KUNTZ capace di tonalità sonore di differente intensità o melodia che s’armonizza bene con il fine dicitore. Nel muto s’apprezzano le riprese del regista che con i suoi primi piani scruta i volti dei protagonisti, i loro reconditi progetti, fino a spingerci a chiederci se sia stata veramente la baronessa a desiderare la morte del marito, essendo questi divenuto un animo puramente religioso e votato a lasciti spirituali. Che si sia trattato d’un fratricidio per interesse e gelosia, all’ombra d’alberi e montagne nel rigore delle tempeste invernali? Alla base di questo thriller irrisolto è il romanzo di Rudolf STRATZ investigatore dell’animo umano ispiratore delle azioni. Santamaria ha dichiarato che,dopo tale prova resa possibile dalla disponibilità del museo nazionale del cinema, vuole prendersi un anno sabatico dal teatro per scrivere soggetti e cimentarsi nel ruolo di regista,come stanno facendo ora molti attori, come l Golino, Mezzogiorno ed altri. Lo spettacolo è fino al 29/10; poi dal 2/11 “Il padre” di F.Zeller con Haber e Lucrezia Lante della Rovere e D. Sebasti, sul tema scottante dell’alzheimer.

Susanna Donatelli

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