Cosa un attore non dovrebbe fare o dire mai in scena, quella del Brancaccio. Imbarazzante? Piuttosto esilarante. “Che disastro di commedia”, fino a domenica 8 aprile a Roma, poi in tournée

Data:

Fino a domenica 8 aprile 2018 a Roma al Teatro Brancaccio di Roma

Un testo nato per un pubblico abbastanza sparuto. Nel 2012, boccale di birra alla mano, la platea era circoscritta ai tavoli dell’Old Red Lion, un pub londinese. In un paio di stagioni, il meccanismo messo a punto dagli autori, Henry Lewis, Jonathan Sayer ed Henry Shields,

ha convinto e portato ad un travaso sostanziale: dai 60 posti scarsi del pub-fringe theatre ai 500 posti del Duchess Theatre, nel West End.

Olivier Award 2015 come Miglior Commedia dell’anno, Premio Molière 2016, attualmente “Che disastro di commedia” (The play that goes wrong) è in scena in contemporanea in diverse capitali europee.

A Roma è al Brancaccio fino a domenica 8, con la regia originale di Mark Bell: «Ho diretto due cast che hanno sostituito, nel tempo, la Compagnia originale [lo spettacolo è nel West End da oltre due anni], così come i cast internazionali in Ungheria, Australia, Francia e ora, finalmente arrivo anche in Italia! Qui a Roma, come a Londra, ho il privilegio di lavorare con attori di grande talento che si impegnano seriamente e quello che vedrete sarà frutto della loro abilità, dedizione e capacità di essere “stupidi”! Non sottovalutate quest’ultima cosa, si tratta di una capacità straordinaria e rara. Io ho solo aiutato…»

I dotati nostrani corrispondono a Luca Basile, Alessandro Marverti, Marco Zordan, Yaser Mohamed, Valerio Di Benedetto, Viviana Colais, Stefania Autuori e Gabriele Pignotta. In scena portano un mix di Monty Python e Lillo&Greg, in costume: la storia della compagnia teatrale amatoriale “Cornley Polytechnic Drama Society”, che intende produrre un giallo teatrale, grazie ad un’improvvisa sostanziosa eredità. Il progetto è ambizioso, per delle menti sì coriacee ma non proprio fini. Le gaffes sulla scena, infatti, si susseguono in un tourbillon crescente, la platea ne è quasi imbarazzata. In circa due ore di spettacolo, Mark Bell concentra, fluidificandoli, gli errori e gli orrori scenici che mai alcun attore dovrebbe commettere, soprattutto con pubblico in sala. Ci si ruba le battute, si sbagliano le pronunce, si sfalsano i tempi, gli effetti speciali non funzionano. L’intero impianto crolla, letteralmente. Insomma, un successo, un “disastro di commedia”, per riprendere il titolo tradotto.

Quasi a voler indicare la via per l’autoironia, che farebbe tanto bene.

Dopo il Brancaccio, la tournée prevede tappe nordiche, per chiudere il 13 maggio al Teatro Carcano di Milano.

Maria Vittoria Solomita

Che disastro di commedia
Testo: Henry Lewis, Jonathan Sayer, Henry Shields
Traduzione: Enrico Luttmann
Regia: Mark Bell
Interpreti: Luca Basile, Alessandro Marverti, Marco Zordan, Yaser Mohamed, Valerio Di Benedetto, Viviana Colais, Stefania Autuori, Gabriele Pignotta
Scene: Nigel Hook, riprese da Giulia De Mari
Costumi: Roberto Surace, ripresi da Francesca Brunori
Musiche: Rob Falconer

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