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Legalità e scrupoli di coscienza nella grottesca, fantasiosa e surreale commedia ”Ieri è un altro giorno!”

Data:

Al Teatro Manzoni di Roma, fino al 20 maggio 2018

Va in scena in questo periodo nello spazio di via Monte Zebio nel quartiere Mazzini a Roma un’esilarante e surreale creazione teatrale del duo scritturale francese S. Meyniac e J. F. Cros: Ieri è un altro giorno, che ha riscosso un enorme trionfo nelle ultime stagioni a Parigi e che nel 2014 ha vinto il premio come miglior commedia ai ”Molière”; arriva da noi in prima assoluta e ruota intorno all’onestà professionale ed all’assicurazioni di successo d’un avvocato, Pietro Paolucci, dal carattere integerrimo e laborioso con assidua costanza alla propria scrivania, che lavorava in uno studio di legali associati alle dipendenze del titolare Bernardo ad un atto non moralmente condivisibile per ottenere il trasferimento sotto il “big ben” di Londra, secondo il suo naturale desiderio di imporsi nel mondo della giustizia forense oggetto della causa è un povero uomo che uscendo di casa, quella mattina è stato investito e la cui eredità vorrebbe essere intestata tutta alla moglie,cliente dello studio e che, con i suoi facili costumi,ha fatto godere l’ebbrezza del piacere sessuale a Federico,genero del padrone dello studio ed a cui Pietro dovrebbe lasciare le sue pratiche partendo per il Tamigi. Allorché si lascia convincere l’individuo si materializza e comincia a perseguitarlo,notandolo solo lui, con il suo potere di riandare indietro nel tempo e rivivere il passato con ferrea simmetricità di tempi ed azioni, con un’incredibile follia iterativa che comunque costruisce un eccellente congegno ad orologeria da”vaudeville”. Questi due esseri  che si terranno compagnia fino alla fine sono il candido, ingenuo e stupefatto Gianluca Ramazzotti che cade dalle nuvole con crescente irritazione ed il diabolico A. Cornacchione che rispecchia i suoi principi e canoni ideali, criteri inflessibili a cui s’è ispirato fino a prima,ovvero il suo “es”. Il tempo è bloccato con un ”blackout” totale, in cui la splendida ed affascinante segretaria M. Miconi inciampa sempre nel tappeto con i suoi tacchi alti cercando di risvegliargli la passione d’un tempo. Il capo Bernardo gli chiede sempre la stessa scatola di sigari, lo scoccia al telefono il medesimo puntuale interlocutore ed il trasandato Federico lo stuzzica con gli stessi aneddoti erotomani avendo la patta aperta. Fino a quando tutto questo andrà monotonomamente, ma con icastico divertimento progressivo avanti finché egli forse, non avrà il coraggio di ribellarsi alla sua interessata”sudditanza psicologica” e tirerà fuori gli artigli per vincere in tribunale con un’arringa di 60 ore improntata alla sua nota e tipica deontologia messa in crisi da progetti altisonanti. Il recupero della sua personalità gli faranno ottenere ottenere una duplice vittoria scaccia fantasmi,che naturalmente non vi sveleremo nella scenografia di lusso borghese dello studio legale di E. LAUG. Completano il cast di simpatica ed affiatata sinergia A. Conte nei panni dell’impettito patrono Bernardo; A. Sanpaoli in quelli del “latin lover”apprendista delle chiavi del mestiere togato Federico Faletti e S. Barca in quelli della provocante dama in nero dalle voglie sensuali.Si replica al Manzoni fino al 20/05 con la regia tesa allo sfrenato godimento psicologico controspettivo sociale di E. CIVANYAN.

Susanna Donatelli

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