Teatro Degli Arcimboldi di Milano, dal 13 al 16 Giugno 2018
Nell’ambito della manifestazione On Dance – Accendiamo La Danza, fortemente voluta da Roberto Bolle, Milano vede protagonista l’étoile nostrana al Teatro degli Arcimboldi per un galà di altissimo livello con colleghi di fama internazionale.
L’aveva già detto durante la conferenza stampa di presentazione di On Dance – Accendiamo La Danza: “Ho sognato una grande festa di tutte le danze. Milano è il palcoscenico perfetto”. Così Roberto Bolle, étoile di fama mondiale, aveva sintetizzato il suo progetto per una settimana di eventi, spettacoli, lezioni dedicate alla sua arte. Nei teatri, fuori dai teatri, la danza cerca di diventare così più viva, più umana e soprattutto più vicina a tutti, non solo agli appassionati ed ai professionisti del settore; già con le sue trasmissioni televisive in RAI il Roberto nazionale aveva portato la danza accademica nelle case degli italiani, ora si impegna a portarla dal vivo nella sua città di adozione, Milano, che l’ha consacrato nell’Olimpo della danza internazionale.
Tra i molti appuntamenti, attesissimo il suo Galà, in scena per cinque repliche al Teatro degli Arcimboldi: Bolle, affiancato da altri nove danzatori arrivati da mezzo mondo, presenta un programma vario nello stile e di altissimo livello. Apre la serata Thais di Roland Petit, danzato da Bolle e da una delle sue partners abituali, Maria Eichwald, kazaka in forze allo Stuttgart Ballet: un passo a due neoclassico di straordinaria dolcezza, dove le doti di danzatrice romantica della Eichwald spiccano in modo incredibile. Segue un classico, il Pas de Trois da Le Corsaire di Marius Petipa che dal 1856 è un banco di prova per il virtuosismo di un danzatore: Misa Kuranaga, giapponesina dal Royal Ballet di Londra, Timofej Andrijashenko, lettone da Teatro alla Scala, e soprattutto Angelo Greco, italianissimo dal San Francisco Ballet, non deludono le attese: precisissima la Kuranaga, splendido Greco nella parte dello Schiavo che fu dei più grandi, da Nureyev a Baryshnikov: giovanissimo sardo, diplomato alla Scala nel 2014, ma la Scala l’ha lasciato andare via: peccato, un vero mostro di bravura, precisione ed elevazione. Dal classico al contemporaneo: Prototype Reloaded di Massimilano Volpini: un assolo per Bolle che dice poco, troppa tecnologia tra proiezioni e luci ma ben poca coreografia. Due stelle dal Royal Ballet per il Pas de Deux del III Atto de Il Lago Dei Cigni di Lev Ivanov (1895), detto anche Del Cigno Nero: Marianela Nuñez, argentina, e Vadim Muntagirov, russo. Una prova di tecnica, con i famosi trentadue fouettés da eseguire da parte della danzatrice: splendida lei, già partner di Bolle in numerose occasioni, tecnico ma poco coinvolgente lui. Prima dell’intervallo, uno splendido passo a due di Mauro Bigonzetti, Caravaggio, con Bolle e Nicoletta Manni dal Teatro alla Scala: molto tecnico, belle linee entrambi, ovviamente la perfezione da parte del protagonista ma, come sempre, una certa freddezza emotiva. Apre il la seconda parte del Galà il passo a due da Proust di Roland Petit, un duetto tutto al maschile per Roberto Bolle e Timofej Andrijashenko: entrambi super tecnici, e la tecnica è l’unica cosa che si vede. Forte e dinamico il passo a due da Le Fiamme di Parigi di Vasilij Vainonen dove spicca ancora Angelo Greco in coppia con la cubana Adiarys Almeida, danzatrice nella media, assolutamente surclassata dal talento dell’italiano. A seguire, a nostro giudizio, il pezzo migliore della serata: Mono Lisa di Itzik Galili, un passo a due interpretato da Bolle con Maria Eichwald. Tecnicamente difficilissimo, con moltissime prese, un ritmo veloce e dinamico: una vera perla coreografica come non se ne vedevano da tempo, affrontabile solo da danzatori di livello extraterrestre come loro due. Il programma prosegue con un altro classico, il Pas de Deux del III Atto di Don Chisciotte di Marius Petipa, dove anche qui una serie infinita di pirouettées, chainés e fouettés vedono Misa Kuranaga impressionante per velocità di esecuzione, accompagnata da Bakhtiyar Adamzhan, altro kazako, dall’Opera di Astana. Chiude un assolo di Bolle, Two di Russell Maliphant, già interpretato dalla sua musa Sylvie Guillem: coreografo di grande talento qui però chiuso in un gioco molto statico di busto e braccia che non esalta certo le qualità dell’étoile italiana.
Nel complesso una parata di stelle attorno a Roberto Bolle, applaudito ed osannato come una star di Hollywood, che come sempre non commette nemmeno la più piccola imperfezione ma lascia poco di sé a livello emozionale. Pubblico in deliro, specialmente quello femminile: sicuramente per la sua bravura. Da non perdere.
Chiara Pedretti