La sublime estetica di gruppo e l’armonica perfezione tecnica dell’ATER nei due pezzi classici”RAIN DOGS” e “BLISS”di J.INGER.

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A Palazzo Venezia, Roma

Ancora una volta il teatro nazionale di produzione dell’Emilia Romagna del balletto, con sede a Reggio Emilia, ha fatto centro con l’allestimento del suo spettacolo fatto d’espressiva felicità ed estrema gaiezza, comunicata attraverso la vivacità musicale dei compositori Anglo-Americani e la policromia delle magliette giovanili del secondo pezzo. Le creazioni tersicoree, unite sotto il comune denominatore di ”Goden days”, erano di JOHN INGER, legate insieme da un inedito breve assolo dedicato metaforicamente al volo estasiato d’un uccello sul suo territorio e reso sulle punte con freschezza da Ivana Mastroviti in “birdland” sulla sonorità della rockstar americana Patty Smith. RAIN DOGS e BLISS inventate a distanza di anni per due mondi diversi, uno aristocratico e mondano, cerimoniale, l’altro giovanile e dinamico,spensierato e teso al divertimento, pur riconoscendosi in prospettiva la stessa mente geniale nell’evoluzione progressiva e sconfitta finale. La partitura musicale del primo balletto più solenne ed incisiva nella sua vena sentimentale e melodica era firmata da Tom Waits,mentre l’affettuoso romanticismo delle canzoni di “BLISS”era siglato da Keith Jarret. La musica dunque insieme all’arte tersicorea è stata la caratteristica della serata avendo ricordato il mutamento epocale e generazionale della seconda metà del XX secolo, mediato dal volo ribelle ed ardito di ”birdland”con il movimento della Mastroviti presente in tutti e tre i pezzi tersicorei come simbolo di qualcosa che non tramonta mai a dispetto di tutto. Perciò non manca una dicotomica coppia ossimorica di presente e storia del passato, attualità e nostalgia del trascorso sereno toccatoci una volta ed ora dileguatosi con i nostri sogni, ahimé.

Susanna Donatelli

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