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Feb

15

Non esiste limite che un cuore nobile non possa superare

  • 15 Febbraio 2019
  • Da Sapere..., Teatro
  • Guido Buttarelli, Milano, Teatro

Dal 4 al 6 febbraio 2019 al Teatro Menotti di Milano

Il Cirano di Bergerac di (e con, ovviamente) Corrado D’Elia si è conquistato il ruolo di opera di riferimento nel teatro italiano, grazie al suo percorso ventennale di fronte a più di 200.000 spettatori nel corso di mille repliche. Uno spettacolo vivo, in continuo fermento di rinnovamento per il succedersi degli interpreti e per l’evoluzione delle soluzioni teatrali.

Dal 4 al 6 febbraio 2019 al Teatro Menotti di Milano è stato rappresentato l’adattamento in prosa (abbandonando le facili rime sdolcinate) de Il Cyrano de Bergerac, scritto nel 1897 da Edmond Rostand e ambientato nella Francia moschettiera del 1600.

Interpretato dallo stesso Corrado D’Elia, cui si deve anche la regia, Cirano di Bergerac è un personaggio vitale e anticonformista, insuperabile nel valersi con pari maestria di raffinate improvvisazioni in rima e di coraggiose abilità nei duelli (“E al fin della licenza, io tocco”). Maestro, dunque, di giochi di parole e di spada, nulla e nessuno pare temere. Al contrario, si fa vanto di rifiutare protezioni e richieste di compiacenza, in nome di una Libertà (sì, con la maiuscola!) totale, che rigetta il conformismo delle servitù intellettuali e delle convenzioni sociali. “Mi piace non piacere e camminare sotto sguardi ostili”.

Nulla può Cirano, tuttavia, contro la propria realtà fisica. L’enorme, leggendario nasone ne segna il volto e ne mina la sicurezza, facendogli immaginare senza speranza l’amore per la bellissima cugina Rossana, interpretata con delicatezza da Chiara Salvucci, attratta dall’aitante, attraente (e, ahinoi, privo di spirito) Cristiano (Marco Brambilla).

Pur dunque con la morte nel cuore, Cirano aiuterà Cristiano a corteggiare Rossana, prestandogli le parole ispirate, palpitanti di emozioni e magnificamente adorne di quel romanticismo sincero che Rossana apertamente, ripetutamente sollecita e apprezza.

(Proprio negli stessi giorni, in un altro teatro milanese, il Don Giovanni di Moliere è stato interpretato da un attore senza le armi seduttive della bellezza, della ricchezza, della nobiltà. A suggerire che la vera chiave di seduzione è la promessa di una vita e di pensieri diversi, più alti e poetici della banalità quotidiana. Una seduzione dunque efficace quando si rivolge alla mente e all’anima. Così spontaneamente ama e agisce Cirano, che il cuore muove e l’anima rapisce).

La prematura morte in battaglia di Cristiano sprofonda nella disperazione Rossana, ignara di aver in realtà sempre dialogato con l’anima di Cirano, che silenziosamente la conforta nei lunghi anni di lutto inconsolabile.

Solo poco prima della sua morte banale, per nulla degna di tanto eroe, la realtà viene svelata. Cirano ottiene l’amore profondo di Rossana, conquistata dall’immensità della sua poesia (“non scrivere mai nulla che non sia nato davvero dentro di te”). Il tremendo nasone (in scena a volte platealmente tolto, a significare i momenti in cui Cirano se ne libera nel pensiero) non importa più, scade a dettaglio insignificante.

Le più di due ore di spettacolo scorrono con leggerezza e lasciano una appagante sensazione di soddisfazione teatrale. La regia riempie, con tutti gli attori spesso in scena, lo sguardo di suoni e voci e movimenti, spesso frenetici e sempre esuberanti di ritmo vitale. La scenografia semplice, ma suggestiva nella sua fantasiosa modularità, è un’ulteriore protagonista prodiga di spunti originali. Ultima, ma non ultima, la musica. Nel teatro profondamente emozionale di Corrado D’Elia, enfatizza a pieno volume, sottolinea, dilata. Va dritta al cuore e commuove.

Alla fine, tutti gli attori (musica compresa!) sono in scena e, tranne Cirano, vestono ingombranti nasi. Una umanità accomunata, dunque, dalla eccessiva importanza attribuita ai propri limiti, veri o presunti.

Guido Buttarelli

CIRANO DI BERGERAC
COMPAGNIA CORRADO d’ELIA

di Edmond Rostand – traduzione Franco Cuomo
regia e adattamento Corrado d’Elia
assistenti alla regia Marco Brambilla, Marco Rodio, Anna Troiano

con Corrado d’Elia, Chiara Salvucci, Marco Brambilla, Andrea Bonati, Giovanni Carretti, Francesco Cordella, Federica D’Angelo, Carlo Di Florio, Alessandro Labiad, Stefano Pirovano, Denise Ponzo, Marco Rodio,
*scene Fabrizio Palla  * foto di scena Angelo Redaelli  * tecnico luci Christian Laface  * tecnico audio Gabriele Copes
grafica Chiara Salvucci
Dal 4 al 6 febbraio 2019 al Teatro Menotti di Milano Il Cirano di Bergerac di (e con, ovviamente) Corrado D’Elia si è conquistato il ruolo di opera di riferimento nel teatro italiano, grazie al suo percorso ventennale di fronte a più di 200.000 spettatori nel corso di mille repliche. Uno spettacolo vivo, in continuo fermento di rinnovamento per il succedersi degli interpreti e per l’evoluzione delle soluzioni teatrali. Dal 4 al 6 febbraio 2019 al Teatro Menotti di Milano è stato rappresentato l’adattamento in prosa (abbandonando le facili rime sdolcinate) de Il Cyrano de Bergerac, scritto nel 1897 da…
Non esiste limite che un cuore nobile non possa superare
Non esiste limite che un cuore nobile non possa superare
2019-02-15
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    • Pino Caruso , Il teatro è una forma di felicità interrotta dall’esistenza.

    • Orson Welles , Il teatro resiste come un divino anacronismo.

    • Giorgio Albertazzi , Teatro è guardare vedendo.

    • Louis Jouvet , Niente di più futile, di più falso, di più vano, niente di più necessario del teatro.

    • Arthur Miller , Il teatro è così infinitamente affascinante perché è così casuale. E’ come la vita.

    • Joël Jouanneau , Scrivere, è annerire una pagina bianca; fare teatro, è illuminare una scatola nera.

    • Federico Garcia Lorca , Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana.

    • Terrence Mann , Il cinema vi renderà famosi; la televisione vi renderà ricchi; ma il teatro vi farà bene.

    • Eduardo De Filippo , Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita.

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