Teatro Signorelli, Cortona. Sabato 23 febbraio 2019
Quello degli autori dei testi, più volgarmente conosciuti come “parolieri”, è un ruolo fondamentale nell’ambito della musica leggera come supporto a tutti quegli artisti, anche immensi, in grado di comporre musica e cantare ma in difficoltà quando si tratta di tradurre in parole la propria sensibilità musicale e i propri sentimenti. Se il paragone non è troppo irriverente agli occhi e alle orecchie degli appassionati di musica operistica, potremmo quasi definire i parolieri come i “librettisti” della musica leggera. Senza ombra di dubbio, Giulio Rapetti Mogol è il più celebre autore italiano di testi per canzoni e – vista l’età – il decano della categoria. Giustamente conosciuto e amato per il sodalizio artistico con Lucio Battisti, Mogol ha messo a disposizione la sua arte poetica per molti altri cantanti, tra cui nomi del calibro di Riccardo Cocciante e Adriano Celentano.
“Mogol racconta Mogol” è un evento pensato per celebrare questo grande personaggio sia attraverso le sue parole ”vive” che attraverso quelle vergate su carta e immortalate dalle incisioni dei musicisti con i quali ha collaborato. Così, l’intervista/chiacchierata condotta dal giornalista Luca Caneschi (Teletruria) è stata inframmezzata da alcune tra le canzoni più celebri di Mogol, interpretate da dieci cantanti “in rosa” locali di età varia (dai 10 anni fino agli over 30), selezionate tramite un apposito concorso e accompagnate per l’occasione dall’Orchestra Instabile Di Arezzo (OIDA) diretta dal M° Valter Sivilotti.
Stimolato dalle domande dell’intervistatore, Mogol non si è lasciato pregare e ha condiviso col nutrito pubblico presente interessanti aneddoti e ricordi, anche intimi, di un percorso artistico lungo più di cinquant’anni. Dall’amicizia con Luigi Tenco e Rino Gaetano, entrambe purtroppo finite prematuramente per l’improvvisa scomparsa dei due cantanti, al lungo rapporto con Battisti (argomento imprescindibile, ovviamente), passando per le fortunate collaborazioni con Cocciante e Mango, fino alla controversa genesi “soprannaturale” del brano-capolavoro L’arcobaleno, scritto su musica di Gianni Bella e interpretato da Adriano Celentano. Mogol si è anche brevemente soffermato sul peculiare realismo delle storie che racconta nei suoi testi, frutto dell’ispirazione a episodi autobiografici, e sulla regola metodologica fondamentale del suo stile compositivo, che consiste nello scrivere i testi sulle musiche già pronte; curiosa, infine, l’origine casuale del suo pseudonimo, ispirato al personaggio del Gran Mogol Disney e scelto dalla casa discografica Ricordi tra una ricchissima rosa di proposte inviate dallo stesso Mogol.
Per la scaletta musicale della serata cortonese si è attinto dallo sterminato canzoniere mogoliano privilegiando, come era quasi inevitabile, il repertorio Mogol/Battisti, concedendo però spazio anche ad altre pagine note dell’opera dell’autore: Se stasera sono qui (Tenco), La prima cosa bella (Nicola Di Bari), Se stiamo insieme (Cocciante), Impressioni di settembre (l’unico testo scritto da Mogol per la Premiata Forneria Marconi e uno dei momenti più luminosi del progressive italiano), la già citata L’arcobaleno e Oro (Mango). Alle canzoni Mogol/Battisti l’onore di aprire e chiudere la serata, con Pensieri e parole e Il mio canto libero, entrambe eseguite con il cast delle dieci cantanti schierato al gran completo. In mezzo, Emozioni, Amor mio e Acqua azzurra, acqua chiara. Bis con la riproposizione di Pensieri e parole, ancora tutti insieme appassionatamente. Bella atmosfera, esecuzioni sentite e di livello; l’ospite ha gradito, il pubblico anche.
Francesco Vignaroli