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La moda e la sua responsabilità con l’inquinamento!

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Il disastro ambientale è alto! E purtroppo il settore della moda ha grandi responsabilità sia sul tema sociale sia per quello della produzione, per fortuna si sono scosse le coscienze sia per il produttore che per l’acquirente! Mentre l’acquirente sta attento alle filiere dove viene prodotto l’indumento, il made in italy per essere un produttore competitivo nel mercato globale deve puntare sempre di più sulla qualità, soprattutto sul lusso. Perché  ritengo che il settore moda abbia grandi responsabilità? (non solo io, ci sono delle statistiche che lo dicono) Vi faccio un esempio pratico: il settore in questione è basato sulle tendenze, quindi  il prodotto ha un ciclo di vita brevissimo, portando un elevato cumulo di rifiuti spesso non biodegradabile! Lo spreco di materiali, la difficoltà a garantire il riciclo di un ammasso enorme di scarti, oltre la dispersione di risorse naturali – un esempio, per coltivare un kg di cotone è necessaria una  quantità smisurata d’acqua (si parla di oltre 10.000 litri). Sembra un’assurdità purtroppo, ma è l’amara verità! Ecco perché nel settore produzione la moda è sicuramente uno dei settori più inquinanti. Alcune aziende stanno prendendo coscienza e si stanno adoperando per dare il loro contributo. Una di queste è H&M, che creato una collezione dal nome Conscious in cotone Bio riciclabile. Che dire, finalmente si stanno svegliando le coscienze! È chiaro che il cambiamento deve avvenire in ciascuno di noi, a piccoli passi possiamo dare il nostro apporto. Personalmente ho avuto sempre un occhio di riguardo al riciclo, oltre il rispetto per l’ambiente c’è l’aspetto romantico, penso ad un abito  con il suo vissuto ed è con il riciclo che ho il potere di ridargli una nuova vita, certo  un lavoro laborioso, da tre capi ne realizzi uno, a volte  due… dipende ,quello che importa è che non sarà un rifiuto, ma una creazione con una nuova vita.

Nel mio percorso professionale ci sono stati tanti cambiamenti, alcuni dovuti al mio stato di salute – sembra un paradosso, ma è grazie a  quei malesseri che in me sono avvenute delle metamorfosi positive. oltre al mio sviscerare  alla ricerca del mio io interiore è lì, tra una lettura e l’altra, che mi imbatto nelle erbe tintorie è nel metodo shibori e dopo tanti studi arrivano gli esperimenti. Non si può descrivere cosa avviene quando si plasmano i tessuti, è semplicemente magnifico! Con il metodo shibori si torce e ritorce il tessuto, non è mai scontato il risultato, al contrario, è sempre una piacevole sorpresa. Sembra una magia ed è bello che tu e la natura siete le artefici del risultato, con la consapevolezza che la natura può darci tanto e per tanto dobbiamo amarla, sì, e soprattutto  rispettarla.

L’altro metodo è la stampa vegetale, un metodo bellissimo con un processo lungo ore in cui ci vuole molta pazienza (e pensare che quando a scuola ci spiegavano il significato della parola “pazienza”, io ero assente, scherzo ovviamente), consapevoli che il risultato del colore  del tessuto dipende anche dal nostro stato d’animo. Ci sono tanti cambiamenti in ciascuno di noi, ma negli artisti questo processo è ancora più accentuato. Chiamiamola presa di coscienza oppure di consapevolezza.

Un invito a tutti: compriamo, ma scegliendo con cura, aldilà del lato estetico che ci deve appartenere in base alla nostra personalità. Indossandolo lo mettiamo in contatto con la nostra pelle, la salute deve essere al primo posto. Quando decidiamo di non metterlo più, vi prego di non buttiamolo, così facendo contribuiamo a danneggiare l’ambiente! Sì lo so, vi state chiedendo come posso fare visto che non c’è posto nell’armadio! Fra l’altro, cosa me ne faccio di un capo che non uso? L’alternativa è il riciclo, oppure regalarlo ad un’amica. In entrambi i casi gli darete  UNA NUOVA VITA!

Antonella Fini

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