Il problema della paternità garantita e delle complicanze sessuali nella brillante commedia giovanile: “Uno di voi”

Data:

Al Teatro de’ Servi di Roma, fino al 16 febbraio 2020

Come si sa, il nostro Paese è all’ultimo posto per natalità demografica in Europa e per lentezza nel ricambio generazionale, anche se oggi con la quota 100 molti dipendenti del settore pubblico stanno andando in pensione e v’è una buona possibilità di “turn over” tanto che si parla di crisi del personale sanitario nei nosocomi e case di cura statali. Vi sono poi disfunzioni e problematiche fisiologiche in crescendo, mentre per una certa promiscuità nei rapporti sensuali ed i sempre più diffusi tradimenti sentimentali è talora difficile stabilire a chi appartenga civilmente un figlio per cui bisogna sempre più far ricorso all’esame del D.N.A. Su queste tematiche all’ordine del giorno ha composto un interessante lavoro l’autore di studi sociali e regista Roberto Marafante, che ne ha poi affidato la messa in scena al collettivo teatrale di Villazzano (provincia di Trento) diretto da Mirko Corradini, che agisce insieme agli altri due compagni ed alla Lei, protagonista ed anima  portante dello spettacolo in due ambienti diversi creati dalla creatività esistenziale di Andrea Coppi. Nel primo tempo ci troviamo nella casa di Maria in cui,dopo diversi anni dalla frequenza dell’università,sopraggiungono nella stessa giornata a breve intervallo di tempo i suoi vecchi amici per un caro e malinconico “Amarcord” che si concretizza in gioiosi e rapidi amplessi per dimenticare le frustrazioni ed i complessi, che ognuno di loro vive dolorosamente in sé tentando di mascherarli.Maria,interpretata con vivace giovialità da M. G. Scarcella, è una delusa docente, come tanti dell’oggi, a cui ciascuno domanda un soccorso fraterno,un aiuto in nome della vecchia solidarietà, per avere una conferma della propria identità e potenza organica.Luca il padre di 2 gemelli tormentato da un anno da ansiosa impotenza per disfunzioni erettili,vorrebbe sentirsi ancora virilmente forte e M. Corradini è bravo nell’esternare tale caldo desiderio;vJacopo,vinvece,vnei cui panni si cala ANDREA DEANESI, tenderebbe a darsi con lei una natura bisex, dopo aver fatto”coming out” della sua omossessualità, dichiarando d’avere in casa una setta religiosa per non  confessare di convivere con un gay. Infine Luca è l’architetto in carriera e soffre di spermatozoi lenti e poco mobili, che intenderebbe risvegliare dal letargo con lei come crocerossina. Per sincero altruismo, per gioco o per puro piacere sensuale,lei ci sta e non calcola i possibili rischi cui va incontro, anche con mezzi uomini come loro; infatti nel secondo tempo si vedono nella sala d’attesa del reparto d’ostetricia e ginecologia,dove l’ha convocati che è in attesa d’un referto che muterà i loro destini di crescita e maturità responsabile. Il responso arriva ed il quartetto entra in crisi logicamente: di chi è la paternità e come fare a saperlo senza l’esame del D.N.A? Eccoli discutere e litigare aspramente mentre assumono le pasticche per l’analisi in questione; tuttavia alla fine un euripideo nobile gesto,un intervento”deus ex machina” li tira fuori dall’impaccio in cui sono cacciati e n’è autore il più abbiente,facoltoso,tra loro,che è impersonato da GIULIANO COMIN. Una fotografia genetica eloquente dei nostri tempi,che potrete gustare con frizzante brio fino al 16/02 AL TEATRO DE’ SERVI.

Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini

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