Come gallerista non potevo, in un contesto storico come quello che stiamo attraversando, esimermi dal proporre le opere di una giovane e brillante artista quale Federica Zianni, che, nella mostra Natura Nature, mette al centro della sua ricerca l’uomo, il suo io, la sua identità in continuo mutare.
L’Io 2020 di tutti noi vive proprio questo; dovrà non solo reinventarsi ma anche riscattarsi dinnanzi ad un mondo in pieno cambiamento. Le opere vogliono in un certo qual modo far prendere coscienza del continuo mutare che la nostra identità deve attraversare nel corso della vita.
Il lavoro della Zianni indaga in forma totalizzante l’animo umano e la sua natura.
Tutte le opere da lei realizzate contengono un messaggio significativo delle diverse sfaccettature che caratterizzano l’individuo nel suo continuo evolvere.
L’uomo tende istintivamente a pensare all’idea di una esistenza fatta di abbondanza e positività, alla quale tutti aspirano, ma non sempre è così.
La vita mette alla prova il proprio io che, dopo essere uscito dal suo bozzolo, cerca di adattarsi agli imprevisti del mondo.
Nell’uomo c’è sempre, comunque, anche un approccio salvifico; nell’opera realizzata con i lacci emostatici, ad esempio, è leggibile la capacità dell’individuo di vedere oltre il visibile: si chiama salvezza.
Tutte le volte che qualcosa non riesce c’è sempre una speranza oltre il visibile, perché, come diceva Seneca: “alcuni cessano di vivere prima di cominciare, altri no.” Siamo di fronte ad un viaggio di maturità per l’osservatore.
Un viaggio che comincia con la prima opera, dove l’artista mette in risalto, sulla superficie della lastra, delle linee “isoipse” sulle quali l’osservatore deve ricercare le proprie origini e il proprio luogo di provenienza. Uno strumento per riscoprire se stessi scavando dentro di sé, perché è nelle proprie origini che si fonda la grande parte della nostra esistenza al punto da condizionarla.
Tra le opere è significativa “Il melograno”, dalle morbide linee e realizzata in bronzo, un simbolo di “stato di grazia” al quale tanto l’uomo aspira in una ricerca profonda e spesso immortale di perenne serenità.
Maria Laura Perilli