L’INTERVISTA A NICOLA GALLERANI PARLANDO DI “LA MIA ESTATE A BOLOGNA”

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Oggi incontro Nicola Gallerani Bologna, classe 1974, artista che fin da piccolo ha coltivato la sua passione per la musica, che nel tempo lo ha portato ad esibirsi in vari contesti e partecipare a diverse manifestazioni canore, vincendo nel 2008 il Festival di Monghidoro. Ha scritto e interpretato numerosi brani inediti. Ma conosciamo più da vicino Nicola.

Ciao Nicola, bentrovato al Corriere dello Spettacolo. Ti faccio i miei complimenti per il tuo singolo “La mia estate a Bologna”, uscito lo scorso 28 agosto 2020. Un pezzo che ispira le persone a vedere il bello di fronte a una determinata situazione o momento che può sembrare triste, ma se lo si prende con buon senso di ironia non c’è nulla di così triste. CI PARLI DI QUESTO BRANO?

Sì! allora, “la mia estate a Bologna” è il secondo singolo estratto dal mio Ep, che si chiama “La mia estate a Bologna”. Questo singolo è una canzone che racconta le condizioni di tanti papà che si trovano in città da soli, magari con la moglie e figli in vacanza al mare. Quindi racconto di un momento che a tutti può apparire pieno di solitudine, ma in realtà non è così. Infatti è un momento in cui viviamo un momento di vacanza. Ho voluto raccontare questa condizione che tanti papà come me vivono, con ironia.

Sei nato a Bologna, da padre romagnolo e da madre napoletana. Di conseguenza, (correggimi se sbaglio) hai vissuto e porti con te due contesti culturali dove la musica come la poesia vede un suo grande fiorire. QUANTO TI HANNO INFLUENZATO QUESTI LUOGHI, SE TI HANNO INFLUENZATO?

Penso di Sì! Premetto che nella mia famiglia non ci sono musicisti, cantanti o artisti. Ho avuto questa passione per la musica, perché nel DNA romagnolo – parteoeuropeo… Credo sia questa la la spiegazione di questa mia passione.

Ho letto che per te la musica è essenzialmente libertà, così come sono libere la fantasia e il pensiero. Nessun confine, nessun pregiudizio, nessun limite se non quello del buon gusto e della banalità. Mi puoi spiegare questo, COSA SIGNIFICA BUON GUSTO E LA BANALITÀ?

Parto dalla banalità. Io cerco di scrivere in maniera originale, magari con dei testi un po’ fuori da quelli che un ascoltatore si potrebbe aspettare. Questo non significa che una canzone non debba essere leggera o introspettiva, la canzone deve essere divertimento, leggerezza, e io cerco di farla con una scrittura per quanto possibile originale. Dopo non so, se ci riesco sempre a far questo. Saranno gli ascoltatori che lo diranno. La libertà e divertimento sono la molla che mi spingono a scrivere. Penso che la musica sia un fatto istintivo e fatto di libertà.

Ho letto anche che oggi sei pronto a proporre la tua musica a un pubblico più vasto, rivolgendoti in primis alla generazione degli anni 70’ e 80’, affrontando le tematiche del loro vissuto quotidiano. LA DOMANDA CHE TI VOGLIO FARE È PERCHÈ ALLE GENERAZIONI DEGLI ANNI ’70 E ’80?

Per una questione anagrafica. Io sono di quel periodo e racconto storie che secondo me appartengono a quella generazione.

Non ho altre domande da farti, grazie per il tuo tempo e un grande in bocca al lupo.

Giuseppe Sanfilippo

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